Oggi si decide a Parigi per le squadre pubblicitarie

Oggi si decide a Parigi per le squadre pubblicitarie Rodoni accetterà le decisioni dell'IT.CI. Oggi si decide a Parigi per le squadre pubblicitarie Parigi, 7 aprile. Alla vigilia della riunione del Comitato Direttivo dell'U.CI., indetta per esaminare l'intricalo problema delle squadre pubblicitarie, stamane a Farigi si è avuta una nuova presa di contatto tra i direttori sportivi francesi, presieduti dal signor Joinard, presidente della federazione ciclistica di Francia. 1 direttori sportivi in questione sono stati, iin dalle prime battute, feroci avversari del « pronelto-Magni » ed oggi hanno confermato in modo reciso il loro atteggiamento, che, basandosi stilla stretta osservanza alle norme regolamentari delle corse francesi, vuol impedire la partecipazione a queste gare a tutti gli atleti che portino sulla maglia scritte pubblicitarie in favore di ditte non interessate direttamente all'industria ciclistica. La ribadita presa di posizione fa naufragare quasi del tutto le già d-boli speranze in un accomodamento in extremis: il Comitato dell'U.C.I. insomma — ee non interverranno colpi di 6Cena — non potrà che ribadire il regolamento cue sancisce come ogni Federazione — in parole povere — possa stabilire por le proprio manif. stazioni la legge che preferisce, con il logico diritto di farla rispettare da chi a queste manifestazioni voglia intervenire. E nemmeno sembra probabile che la minacciata astensione dei corridori italiani alle prove francesi riesca a far trovare una soluzione provvisoria. In caso di mancalo accordo, resta ora da < indovinare 3 l'atteggiamento dei nostri corridori. Rodimi, dopo aver minacciato l'eventuale «no» italiano nei riguardi delle manifestazioni da disputarsi 111 Francia — « no * uppreso non da dichiarazioni ufficiai! dell'U.V.I., belisi da un annuncio della Federazione francese — ha, in un certo qual senso, dichiarato di rimettersi a quanto deciderà domani il «direttivoa internazionale. Il presidente dell'Unione Italiana, dopo i colloqui con il signor Joinard. ha poi ri- j badilo il suo punto di vista, mentre la nostra industria ciclistica.! si è decisamente schierata contro, ogni brusca rottura di rapporti I con l'estero: tanto è vero che Bianchi (pur senza Coppi), Legnano, Frejus, Lygie e Bottecchia. d'accordo, hanno deciso di partecipare alla prossima Parigi-1 Roubaix. La questione é. in ulto mare: se il direttivo dell'Unione Internazionale non saprà o non vorrà scovare un «modus vivendi» provvisorio (difficile da attuare, date H circostanze), toccherà alla nostra Federazione la risposta. Rriduni, a quanto sembra, si e rimesso al giudizio che verrà deciso domani: occorrerà però conciliare — sottolineando la pratica1 impossibilità da parte dell'U.V.I. | di una rottura aperta con il mas-1 Simo organo internazionale — la ventilata minaccia d'astensione alle corse francesi con il doside- [ rio di evitar» pericolose nperCtissioni nell'ambiente internazionale e. soprattutto, in quello italiano, poco disposto, almeno all'apparenza, a sottostare a troppo brusche imposizioni. Per completare il quadro: tra mnc molti corridori italiani c'è un patto, secondo cui, se in Francia non accettano Magni, tutti dovrebbero essere solidali con la maglia tricolore. Nonostante la conferma da parte di Coppi di continuare a tener fedo all'impegno, il patto denuncia una certa fragilità; la Parigi-Roubaix potrebbe sancirne in pratica la fine.

Persone citate: Bottecchia, Coppi, Magni

Luoghi citati: Francia, Legnano, Parigi