Gravi rivelazioni al processo per spionaggio su un preteso piano d'invasione dell'Italia

Gravi rivelazioni al processo per spionaggio su un preteso piano d'invasione dell'Italia ^/ Tribunale Militare interrogatorio a porte chiuse dei sette imputati Gravi rivelazioni al processo per spionaggio su un preteso piano d'invasione dell'Italia Un avvocato conferma in udienza che l'imputato da lui diieso ha detto: "Nell'eventualità di un conilitto truppe cecoslovacche e ungheresi avrehbero il compito di occupare la nostra penisola eia Francia,, - Le figure degli accusati - La temporanea segregazione nella villa di Brno confortata da ragazze - Il dibattito si riprende stamane: non è improbabile che si riaprano le porte al pubblico Il processo contro i sette giovani imputati di spionaggio iniziato ieri mattina al Tribunale Militare ha riservato, fin dalle prime battute, una rivelazione sensazionale: il proposito, in caso di guerra, di affidare a truppe cecoslovacche e ungheresi la occupazione della nostra Penisola e della Francia. La rivelazione è stata fatta da un difensore proprio quando i giornalisti ed il pubblico già si preparavano a lasciare l'aula poiché il P. M. colonnello Campanelli aveva richiesto che il dibattito, data la natura degli argomenti che si dovevano discutere, proseguisse a porte chiuse. «Nulla v'è da nascondere» Per maggior chiarezza espositiva riferiamo cronologicamente le fasi del dibattito. Il Tribunale (Pres. col. Rossi, giudice relatore col. Montaruli, P. M. col. Campanelli, cane, cap. Finocchiaro) è entrato nell'aula poco dopo le 9. I sette imputati, tradotti dal carcere di via Ormea, vi avevano fatto il loro ingresso pochi minuti prima. Alcuni apparivano disinvolti; altri, in particolare il Doria ed il Vaschetti, non riuscivano a nascondere la loro preoccupazione. Erano scuri in volto e volgevano intorno sguardi smarriti. Sono forse i due soli.del gruppo che si rendono conto della gravità dell'accusa. Cosi si comportarono, lo ricordiamo, anche durante uno spettacolo di varietà organizzato per la Befana del carcerato a cui presero parte come attori. Erino toccati loro ruoli umoristici, ma li recitavano con così poca convinzione che non riuscivano a far sorridere gli spettatori. Gli altri invece si erano dimostrati dinamici, spiritosi, allegri, pieni di brio ed avevano perfino scherzato sul loro clamoroso arresto. Anche ieri mattina sorridevano, conversando tranquillamente fra loro, ammiccavano verso il pubblico e si sono fatti attenti e silenziosi solo quando il Presidente ha dichiarato aperta l'udienza. Il cancelliere fa l'appello degl'imputati e legge il capo di accusa che è identico per tutti sette i giovani: Eugenio Doria, Guido Brusotto, Giorgio Bozzalla, Claudio Signorino, Giulio Caldari, Amedeo Ferre ro e Luciano Vaschetti. Subito dopo il P. M. formula la richiesta che il dibattimento venga svolto a porte chiuse. Il Presi dente accoglie immediatamen te la richiesta e già il pubblico si dispone ad allontanarsi quan do la difesa insorge facendo presente che il provvedimento non può essere adottato senza che prima siano stati ascoltati i legali degli accusati. Presidente — E' giusto quello che mi dite; .ritenevo che il breve silenzio seguito alle pa iole del P. M. significasse la vostra adesione alla sua istanza. Esponete dunque le vostre ragioni. L'avv. Avonto, difensore del Caldari, desidera che sia mes so a verbale che il processo si celebra a porte chiuse per la « natura > degli argomenti che si debbono discutere e non perchè questi rivestano un carattere < segreto t. Questa precisa zione è necessaria — egli dice — per evitale una anticipazione di giudizio. Dopo di lui prende la parola l'avv. Mario Dal Fiume che con suo figlio Geo assiste il Ferrerò. < Abbiamo il diritto — dice ti penalista — di opporci a questo provvediménto; e noi ci opponiamo per due motivi: primo perchè riteniamo che i fatti contestati non sussistano; se condo perchè ci pare indispcn sabile che tutti i cittadini conoscano i retroscena di questa vicenda e sappiano come viene amministrata la giustizia in Itstditatosidol'ivoqutop°Ddaristcomcaquhchstlainlav—frrfuloslers Italia. Se questo processo fosse stato fatto di là dalla € cortina di ferro > a quest'ora gl'imputati potrebbero già essere sottoterra; noi latini abbiamo'un sistema giudiziario diverso: in ?cavpdoghiamo al lume del diritto se (ml'imputato sia o non sia colpe-1Rvote e, in caso affermativo, i«je quale misura egli abbia violato oto legge. Si aprano dunque le t«p°r!c„~ h" clamato l'avv:\tesDal Fiume — perche nulla vi è da nascondere ; anzi è necessario che tutti sappiano e che la stampa, possa svolgere il suo compito di concorrere alla formazione della opinione pubblica. Non in ?io?nc di questa o di quella ideologia, io parlo, ma I unicamente per i motivi che vi ho esposto Sappiano gl'italiani che cosa si è fatto fare a questi imputati approfittando della loro giovinezza, della loro inesperienza, facendo leva sulla loro ideologia politica*. Le direttive straniere < Spendete bene la valuta che vi diamo — si disse ai giovani — perchè questi denari sono frutto del sudore del proletariato cecoslovacco. I giovani furono intimoriti, ricattati con lo spauracchio della puM»2ione se non avessero agito secondo le direttive loro impartite. Sarebbero stati raggiunti in qualsiasi luogo perchè in una guerra eventuale l'Italia e la Francia sarebbero state occupate da truppe cecoslovacche e ungheresi. Affermò un imputato che Un sintesi la organizzazione spionistica aveva il compito specifico di controllare porti, stabilimenti, aeroporti, la flotta americana, sbarchi di armi, e la produzione al completo di tutto quanto si può definire contro la sicurezza dcll'U.R.S.S. e delle « democrazie popolari >. Noti si fa della politica — conclude il difensore ErnpGmbI ALia i o a a o e o i i a cesso; però è bene che si sappia quanto si dirà in quest'aula perchè tutti ne avranno un vantaggio, specialmente Ir persone oneste >. Il P. M. ribatte osservando ancora che la materia da giudicare è costituita da notizie coperte da segreto militare e che pertanto il processo deve assolutamente svolgersi a porte chiuse. La via sembra ormai sgombra per- la prosecuzione del dibattito quando, prima l'avvocato Ferrari e poi l'avv. Gremo, sollevano ulteriori eccezioni. Il secondo difensore ritiene che il Tribunale Militare non sia competente a giudicare in base all'art. 103 della Costituzione che al terzo comma stabilisce: «In tempo di pace i Tribunali Militari hanno giurisdizione soltanto per i reati militari commessi da appartenenti alle Forze Armate >. L'imputato Doria non poteva considerarsi militare perchè non aveva mài prestato servizio sotto le armi. L'interrogatorio del Doria La seconda eccezione riguarda un'autorizzazione specifica del Ministero della Difesa in base all'art. 18 del codice penale militare di pace in quanto i reati ascritti ai sette giovani furono commessi all'estero. Replica il P. M. affermando che tutti gli accusati sono soggetti al codice penale militare in quanto essi, essendo stati arruolati, appartengono alle Forze Armate anche se poi non hanno servito nell'esercito come nel caso del Doria e del Brusotto, Questa qualità cessa soltanto col congedo assoluto. Quanto alla seconda eccezione il Pubblico Ministero osserva che non può essere accolta per¬ sdistl«tepnSlacsma un prò-1eM H M H11MI {11M1111MIM1H1 ] 111M111M t MIU111 ! 111M U111tztdmcprubtendzdcadRvztcmcvaspssccdd ?hè e vero che i reati furono compiuti all'estero, ma hanno avuto però inizio in Italia. Altri avvocati ancora sollevano incidenti e il Tribunale può ritirarsi per deliberare in 10.40. merito soltanto verso le Rientra in aula dopo mezz'ora e il presidente Rossi legge la ordinanza con cui respinge tutt« )e eccezioni proposte dai ditensori e ordina che l'aula sia sgombrata. Per primo viene interrogato Eugenio noria che è conside rato il capo della organizzazione spionistica. Egli siede sul primo banco ed ha accanto Giorgio Bozzalla. Il Doria è di media statura, fronte piuttosto bissa. capigl'Mura folta e no- ra, lunghe basette e spesse sopracciglia. Ne) complesso appare un tipo piuttosto cupo, chiuso in se stesso, ostinato. Tutto diverso è il Bozzalla: più alto, biondo"- acceso, pieno di vita, per dirla in una parola un tipo sportivo. Dietro siedono Brusotto e Vaschetti: quest'ultimo, perito tecnico, si distingue dagli altri per il suo atteggiamento contegnoso e riservato e che rivela una buona educazione. Dietro essi ancora si scorgono Caldari, Signorino, anch'egli un tipo sportivo e Ferrerò. Furono questi due ultimi gii animatori di quello spettacolo di varietà fra carcerati di cui abbiamo più sopra parlato. Un compenso di 12 milioni Che cosa abbia detto il Doria non è possibile sapere poiché le sue prime parole furono pronunciate mentre si chiudevano le porte dell'aula. Si può arguire però quale sia la sua tesi difensiva sia da quanto è trasparito nel polemico intervento dell'avv. Dal Fiume (i giovani sarebbero vittime delle intimidazioni subite ad opera degli agenti stranieri) sia da quanto è trapelato. Come si ricorda, i sette incriminati hanno asserito che le notizie, i grafici, le fotografie, gli specchietti sulla forza militare in Italia non rivestivano importanza tale da nuocere alla difesa del Paese; molte notizie, secondo gl'imputati, erano di comune conoscenza o addirittura false, inventate per poter carpire un po' di soldi al servizio di spionaggio straniero. Accerterà il Tribunale, soprattutto in base alle perizie sul materiale sequestrato, se effettivamente questo rappresenta segreto militare Abbiamo accennato ieri al isiEtemi ingenui, più che da -o- manzo giallo, adottati dai giovani per trasmettere le notizie all'estero. Narriamo ora un particolare curioso: alcuni degli imputati non soltanto in Austria si recarono per le loro missioni, ma anche a Praga e a Brno. In queste località essi venivano a diretto contatto con gli agenti cecoslovacchi. Nel centro di un bosco presso Brno esiste una villetta in cui gli italiani venivano rinchiusi a chiave in attesa dell'arrivo degli emissari stranieri. Ma perchè nell'attesa non sì annoiassero la loro forzata prigionia era allietata dalla consolante compagnia di qualche ragazza. In quella villa oltre alle direttive della «centrale! di Praga gl'imputati ricevevano anche il compenso per la loro attività. Sembra che complessivamente al gruppo del Doria siano toccati 12 milioni. Il processo prosegue starnano sempre a porte chiuse; ma non è escluso che, tenuto conto dei motivi illustrati dall'avvocato Dal Fiume, ad un certo momento — cioè quando siano cadute le ragioni del riserbo — il Presidente revochi la sua decisione. Gl'imputati sono difesi: Vaschetti dall'aw. Quaglia, Signorino da De Marchi, Ferrerò da Mario e Geo Dal Fiume Caldari da Avonto, Bozzalla da Dclgrosso, Doria da Gremo Brusotto da Ajma. Le madri di due Imputati assistono all'arrivo del furgone cellulare che porta 1 detenuti dt li idit