Due condanne e tre assoluzioni per la sciagura della seggiovia
Due condanne e tre assoluzioni per la sciagura della seggiovia Due condanne e tre assoluzioni per la sciagura della seggiovia // Tribunale applica l'amnistia a due ferrovieri responsabili dell'incidente di CavagnoloBrusasco Il processo per la sciagura della seggiovia Cesana-Monti della Luna si è concluso ieri pomeriggio con due condanne e tre assoluzioni. Il Tribunale (pres. Bersezio, P. M. Prosio, cane. Renda) ha ritenuto colpevoli di omicidio colposo il progettista della seggiovia ing. Ugo Carlevaro ed 11 costruttore Vincenzo Marchica e, accordate loro le attenuanti, li ha condannati a 1 anno e 6 mesi di reclusione, pena interamente condonata; al Carlevaro il Collegio giudicante ha pure accordato 11 beneficio della non menzione. Il direttore della Società Monti della Luna ing. Luigi Vulpes, il direttore dei lavori ing. Giovanni Del Fabbro e l'addetto al funzionamento della seggiovia Luciano Marucciasono stati assolti per non avere commesso il fatto. Gli imputali erano difesi dagli avvocati Farmeli i, Mamini, Avonto, Simonetti, Gremo. Nel corso del processo è slato sentito, in qualità di testimone anche l'ing. Capetti, professore del Politecnico, il quale ha illustrato al Tribunale i difetti riscontrati nell'impianto ed 1 lavori effettuati dopo l'incidente dcll'8 gennaio 1950. Praticamente l'impianto della seggiovia fu rifatto ed ora offre — anche secondo il parere dell'ing. Tonini, direttore dell'esercizio — piena garanzia a o , a a o 1 a per la sicurezza dei viaggiatori. — Cinque ferrovieri rinviati a giudizio del Tribunale perchè ritenuti responsabili dell'incidente accaduto il 7 ottobre 1949 nella stazione di Cavagnolo Brusasco sono stati processati ieri dalla terza sezione penale (Pres. Calcagni, P. M. Caccia, cane. Casatelli). L'incidente accadde alle ore 9; in stazione era in sosta il treno 5347 sul quale vi erano il capotreno Aldo Capello ed il frenatore Domenico Grandi; essi si incaricarono di eseguire la manovra di scambio per istradare sulla linea per Chivasso l'accelerato 2038 con 250 passeggeri a bordo che stava arrivando da Asti. Senonchè essi commisero degli errori ed il treno, anziché imboccare la linea per Chivasso, andò a finire su un binario morto al cui termine vi era un paraurti. Nè il CajKllo nò il Grandi si accorsero dell'errore e neppure il macchinista dell'accelerato, Bartolomeo Maslarone, il fuochista Domenico Pesce e il capotreno Ferdinando Colombato se ne avvidero a causa della fitta nebbia. Quando il Mastarone scorse davanti a sè II paraurti era ormai troppo tardi: il convoglio distava da quello una quarantina di metri ed aveva già acquistato note vole velocità per cui non sarebbe stato possibile arrestarlo. Ed in fatti, sebbene il macchinista ozio nasse immediatamente i freni, il treno, pur con le ruote bloccate, prosegui nella corsa: la macchina travolse il paraurti e. trainandosi dietro 11 bagagliaio, precipitò giù dalla scarpata. Il Pesce rimase ferito e imprigionato nella cabina della macchina: fu necessario tagliare le lamiere con la fiamma ossidrica per liberarlo; riportò lesioni giudicate guaribili in 60 giorni; gli altri due ferrovieri, invece, si salvarono. Tutti furono rinviati a giudizio per rispondere di disastro ferroviario. Il P. M. ha chiesto per il Capello ed il Grandi 1 anno e 4 mesi di reclusione ed un anno della stessa pena per gli altri imputati. Ma il Tribunale, sentite le difese degli avvocati Acciarini e Giulio, ha ritenuto che i primi due ferrovieri fossero responsabili del reato meno grave previsto dall'art. 450 del codice penale e cioè di aver fatto sorgere con la loro azione il pericolo di un disastro e li ha amnistiati; ha assolto per non aver commesso il fatto il Mastarone, il Pesce ed il Colombato. daCsnB2zm
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