Morirono con l'inverno di Arrigo Benedetti

Morirono con l'inverno DIECI ANNI FA A CERVAROLO Morirono con l'inverno Avvenne dieci anni fa in Emilia, a ottocento metri sul livello del mare. Il giorno prima gli abitanti di Cervarolo, frazione del comune di Villaminozzo, avevano fatto festa per San Giuseppe. Molti uomini erano rientrati dalla Toscana dov'erano scappati quando s'era sparsa la samgsttampvvoce che reparti della Divisione npattraversare paese tornando jddal fronte di Cassino SS Herman Gocring volevano il | pI tedeschi arrivarono verso I temezzogiorno. Don Giovanni Bat-1 tista Picozzi era nel suo studio; gle sorelle in cucina preparavano |tola minestra. Il cielo era pulito, le nubi che la mattina avevano fatto temere la pioggia erano scomparse dietro i monti verso la Toscana. Improvvisamente, le sorelle del prete udirono un brusio fuori della chiesa, come quando la domenica, finita la messa, gli uomini restano a parlare sul sagrato. Una voce italiana risuonò all'improvviso, metallica ed inconsueta-in un posto abitato da gente taciturna. La voce diceva agli uomini di raccogliersi, di mettersi in riga; insomma impartiva comandi. Affacciatesi alla finestra, le sorelle del prete videro che davanti alla chiesa c'erano quasi tutti gli uomini tornati nel paese per la festa di San Giuseppe, dai giovanotti che non avevano itilì fatto il militare ai vecchi decrepiti. Qualcuno, di là, parlava con don Picozzi. Quando il fratello prete aveva visite, le sorelle cercavano di non fare rumore, scomparivano nell'ombra della cucina, pronte ad emergerne se, per esempio, fosse giunto un richiamo. Qualche volta don Picozzi offriva un <i sassolino » ai suoi visitatori. Don Picozzi nella sua piccola stanza ascoltava. L'ufficiale tedesco che parlava un discreto italiano aveva cominciato a rivolgerglisi quasi con deferenza. Disse che aveva sempre rispettato i sacerdoti, parlò della guerra come d'una brutta faccenda. Ci fu un momento in cui don Picozzi fu quasi tentato di chiamare una delle sorelle perchè portasse la bottiglia del liquore. L'ufficiale continuava dicendo che non l'aveva con lui; gli bastava poter contare sul suo aiuto per il bene di tutti. Forse don md10cu11cIlma daAsìrlaspcsslapppltpcacdddasvmafinsgsrPicozzi stava per rispondere che qse si trattava d'aiutarlo a fare del bene non capiva perchè era venuto da lui in compagnia di tanti soldati; ma il tedesco non gliene dette il tempo: spiegò e depose sulla piccola scrivania, che serviva per le firme dei battesimi e dei matrimoni, un foglio; disse che, per il bene di tutti, 01 .orreva una firma. Fuori senza che nessuno l'avesse detto loro, gli uomini parlavano del viaggio che avrebbero dovuto fare fino a Reggio per essere interrogati dal capo della provincia Savorgnan di cui, in quel momento, in mezzo a tanti stranieri armati, parlavano con fiducia. Savorgnan li avrebbe ascoltati, capiti e rimandati a casa. Non era più l'uomo che dopo Natale aveva fatto affiggere alla Chiesa un manifesto pieno di minacce. In vista di questo viaggio a Reggio, le donne avevano portato da mangiare ai loro uomini, poi s'erano ritirate su un poggio, strette l'una all'altra. Certi avevano al braccio la pczzola con dentro il cibo: un po' di pane e di formaggio; altri più avveduti s'erano fatto portare anche una bottiglia di vino. Intanto, piazzata una mitragliatrice e lasciate alcune sentinelle agli angoli, 1 tedeschi s'erano sparsi per il paese. Bussavano alle porte col calcio del mitra, gridavano: «Fuori nonno!». Temevano che qualche vecchio, invece d'obbedire agli ordini, fosse rimasto a letto o accanto al fuoco. Don Picozzi, guardata la car- «eSrsvsj.„„ • i >„flc-:0i„ „i ita. parve distrarsi. L ufficiale /"-lora circo d'essere persuasivo spiegando che non si trattava di una denuncia. Gli risultava che la maggior parte degli uomini della parrocchia avevano legami eoi partigiani della divisione Modena; sapeva per certo che centinaia di prigionieri inglesi erano stati accolti da settembre a gennaio dagli abitanti di Cervarolo finché non avevano proseverso sud... La firma guito avrebbe rappresentato solo la convalida d'una venta a tutti ata, ' . . ... „ , Fuori, i soldati avevano smes-so di gridare: «Nonno!». Lacasa dove Ennio C. ed il figlioi- ..'„..,„„ noe,diciannovenne serano nascostivenne incendiata. Non si è mai saputo come morirono i due uomini: c'è chi spera che siano stati colpiti dalle palle del mitra che i soldati scaricavano nel fumo; qualche altro però ha ancora negli orecchi i lamenti del loro strazio. Il vecchio Cesare B., «coperto nel suo letto, disse chenon poteva muoversi per la pa-ralisi che l'aveva colpito da unanno. Buttato giù dalle scale, venne trascinato fino alla Chiesa e messo con gli altri uomini, i quali dissero: «Questo qui dovremo portarcelo a spalla fino in Polonia? ». Perchè s'era spar- sa la voce che avendo dato da I cmangiare agli inglesi e ai parti-1 imgiani di Armando, sarebbero j qstati deportati tutti in quel lon- stano paese. Era una splendida giornata di inmarzo, la neve si scioglieva nei cprati, l'acqua dei torrenti brilla- uva. L'ufficiale sventolò sotto, il |d naso del prete il foglio pronto mper la firma. «Sia ragionevole», disse; ma presto smise d'essere paziente, gridò qualche cosa in tedesco e se n'andò, S'avvicinò a don Picozzi un giovane guastatore, esile e mimito, dai modi quasi gentili. Per lo meno sorrideva. Toccò la spalla del prete, poi sollevata la mano 10 schiaffeggiò con una violenza che sembrava impossibile in un uomo così piccolo. Fu allora che 11 prete udì gli urli delle sorelle che venivano spinte nella stanza. Il piccolo tedesco biondo con le mani agili e ben tenute ,-i mise a sbottonare sorridendo la veste del prete. Le sue dita correvano abili tra i piccoli bottoni neri. Alla fine la veste scivolò via, così come a poco a poco scivolarono via gli altri indumenti. Volarono nella stanza anche grossolani indumenti femminili. Il prete, in un primo momento, chiuse gli occhi, poi guardò le sorelle tranquillo, tanto che smisero di piangere. Nella piccola piazza davanti alla chiesa gli uomini aspettavano pazienti, guardando le donne sul poggio. Un principio di pigrizia primaverile pareva aver colto l'uomo di guardia alla mitragliatrice che si divertiva a buttare piccoli pezzi di pane ad un cucciolo. Allora un SS francese si avvicinò agli uomini, disse qualche cosa ad un ragazzo di tredici anni che ne dimostrava sedici; che scivolò via, camminando con le mani e coi piedi, fino al poggio dove si nascose tra le sottane delle donne. Che dicevano: «Santo ciclo!». Una mormorò con malizia: «E se ora alle sorelle del prete nascesse un figlio! ». Apparve sul sagrato un uomo nudo. Un soldato, forse il guastatore che l'aveva spogliato, gli gettò sulle spalle la veste nera e scomparve tra le capanne. Don Picozzi scese tra i parrocchiani, si mise in prima fila dsPccfibsbVdstsAcn quando un sottufficiale disse n e , o o , a « Dietro front », alzò un braccio e gridò: «Segnatevi, pentitevi». Seguì un attimo di silenzio durante il quale s'udì il fragore delle case che bruciavano, poi seguì la scarica della mitragliatrice, poi di nuovo il silenzio e lo sfrigolio delle fiamme. Un lieve vento piegava il fumo nero verso la vallata del monte Cusna. Le donne indietreggiarono compatte fino alla selva, portando con sè il ragazzo di tredici anni che ne dimostrava almeno sedici, l'unico maschio che so pravvisse quel giorno, insieme ad jun uomo che, arrivato in paese, a < 11111111 r ; 11111 j 11 [ 11 b 1111:11111 [ i j 1111111 l i r i 111 r 111 ^ 11 capì cosa stava accadendo e si immerse nel torrente, che in quei giorni era neve sciolta, re standovi fino a sera, Le case, le capanne bruciava- no, le mucche, i buoi, le pecore correvano nei prati inseguite da un bambino di sci anni, il figlio di Ennio C. bruciato col suo maggiore. 1 tedeschi gli avevano dato l'incarico di portare le oc stic fino alla strada provinciale. Passavano capre impazzite, mucche con la coda fiammeggiante; correvano verso il Cervarolo, il fiumiciattolo che dà nome al borgo I guastatori seguitavano a sparare nel fumo, spesso scambiavano un mulo per un uomo. Verso sera cominciarono ad andarsene, molti avevano al collo sveglie, collane d'oro e d'argento; qualche altro s'era messo sulle spalle i parati della chiesa. Andavano verso altri incendi cantando canzoni militari solenni e tristi. Arrigo Benedetti ■ ri«iiiiiiriiiiiiiiiifiiiiiriiiiriir<iiitiiiiifiriiiiiiiiirii

Luoghi citati: Cassino, Emilia, Modena, Polonia, Reggio, Toscana