Gli scrupoli di Toscanini

Gli scrupoli di Toscanini Gli scrupoli di Toscanini (Nostro servizio particolare) Milano, 16 marzo. II primo violino della grande orchestra della N.B.C., la potente compagnia della radio degli Stati Uniti, ha già lasciato Nuova York; gli altri professori se ne andranno anch'essi ognuno per proprio conto di qui a qualche mese; perchè la grande orchestra, costituita soprattutto per 1 concerti dì Arturo Toscanini, sta per sciogliersi; e Toscanini, quest'anno, una volta rientrato in Italia, non tornerà più in America. Ha ormai ottantasette anni. D'altronde la N.B.C., nonostante la sua forza finanziaria, non può continuar a mantenere un complesso come quello, se non sarà più diretto da Toscanini e chnecou1 teunmYdidetenolelacofrmrentu Il gesto del Maestro in una delle sue ultime interpretazioni i iiiiimiiiiiiiiiM e si accontenterà delle sue orchestre minori o normali. Annette Vito, l'unica donna del complesso A, la seconda arpa, una bella ragazza tra paren1 tesi, sarà costretta a cercarsi un'altra buona scrittura. I Toscanini in questo momento sono tutti a Nuova York, anche Wally, che vive di solito a Milano, nella casa del padre. La moglie di Walter si è ammalata; e Wally, non trattandosi di un disturbo leggero, è andata ad assisterla. Tornerà tra breve in Italia col padre; e probabilmente col fratello e con la cognata. Rimarrà in America solo la sorella Wanda. Prima di ritirarsi nell'isolino del Lago Maggiore come tutti gli anni, Toscanini farà urovaplpmcdalrut Pare che il Maestro voglia deporre la bacchetta - Egli reme di non accorgersi di un'eventuale sua diminuzione arrisrica, e che gli altri non osino avvertirlo - L'orchestra americana N.B.C, sta per sciogliersi - Uno straordinario ascoltatore e il panico degli esecutori un viaggio musicale per l'Europa, dirigendo in più città la orchestra della N.B.C. Tale viaggio si concluderà, a Milano, con un solenne concerto alla Scala. Questo almeno il programma. Solo dopo il saluto del pubblico milanese, i professori si congederanno dal maestro e l'uno dall'altro; e il maestro deporrà la bacchetta con l'intenzione di non riprenderla più: 3i dice, intenzione. Nello scorso gennaio, dopo avere concertato e diretto per la N.B.C, un Ballo in maschera, egli disse: « E' stata la mia ultima direzione d'opera. Cominciai, a quattro anni, sentendo un Ballo in maschera aù in loggione; ed ho finito a ottantasette anni dirigendolo. Da ora innanzi farò quello che potrò: brevi concerti sinfonici; e, delle opere, tutt'al più le ouverturcs ». In realtà non solo seguita a concertare e dirigere musiche che conosce da molti anni, ma anche musiche nuove per lui e per tutti. Per esempio, ha tirato fuori dal cassetto la sinfonia dell'Aida, ripudiata da Verdi, inedita per oltre settantanni; e l'ha fatta conoscere al pubblico di Nuova York. La dirigerà anche in Italia nella prossima primavera? E' probabile. Da noi tutti hanno in mente il preludio dell'Aida; ma pochi sanno che esiste anche una sinfonia dell'opera, che tale sinfonia fu scritta proprio per la prima rappresentazione a Milano e che all'ultimo momento Verdi rinunciò a farla eseguire. Toscanini sta bene. I medici gli raccomandano genericamente di non affaticarsi. Il problema che egli si pone è un problema di scrupolo artistico: la sua salute è invidiabile, la sua memoria è quella di prima; ma tutte le sue facoltà sono rimaste tali da garantire alle sue interpretazioni l'alto pregio che lo ha reso celebre? Si, a giudicare dal Ballo in maschera dello scorso gennaio, cioè dal nastro di registrazione giunto a Milano. Se non che Toscanini teme di non accorgersi di una eventuale diminuzione delle sue straordinarie qualità; e che nessuno abbia il coraggio di avvertirlo. Non vorrebbe assolutamente fare come certi vecchi pianisti e violinisti che il pubblico continua ad applaudire, se non per pietà, per il buon ricordo del loro passato. Smettere ora, dopo il giro europeo della grande orchestra della N.B.C., per non ricominciare In autunno, o prendersi semplicemente il solito periodo di riposo? Mettiamo che egli resista in ogni caso alla tentazione di dirigere un concerto, sia pure breve in Italia: peccato; ma sarà sempre un uditore e uno spettatore, un orecchio teso da un palco e quale orecchio! Tutti ricordano le sue ultime serate di spettatore alla Scala. Sembravano ispezioni. Succedeva un po' quello che succede nella commedia di Gogol all'arrivo del revisore. Arrivava un ometto qualunque, poco dopo l'inizio dello spettacolo o del concerto per non farsi notare, per non distrarre il pubblico; posava il suo cappelluccio a cencio, si raddrizzava il cravattino, e dentro nell'ombra del palco, non al parapetto, non in poltrona, ma su uno di quei graziosi e scomodi sgabelli. Riaccesesi le luci, sebbene egli si guardasse dal farsi scorgere, cominciava invariabilmente a correre la voce: «C'è Toscanini». La voce correva nei corridoi, di palco in palco, in ridotto, per la platea; giungeva presto in palcoscenico e nei camerini dove i signori artisti stavano asciugandosi la faccia. Sul dorso del direttore, appena spogliato della camicia bagnata, la voce diventava brivido. Toscanini! Ho dunque diretto alla presenza di Toscanini? Quando i professori dell'orchestra della N.B.C, seppero che il contratto non sarebbt stato rinnovato nel '54, presero altri impegni, non avevano che l'imbarazzo della scelta, essendo tutti elementi di grande valore. Il primo violino, firmato subito ur. nuovo contratto, ottenne il permesso di andarsene alla fine della scorsa stagione. Poi qualcuno, e forse lo stesso Toscanini, si penti della decisione; ma ormai era troppo tardi, il processo di scioglimento era molto avanti, bì respirava già un'aria di addii che non piaceva a nessuno. Per Toscanini però, dall'altra parte dell'Oceano, c'era la patria, c'era Parma, l'isolino, la Scala. « Tornerà in America, maestro? », gli domandavano. Lui non diceva nè si nè no, preferiva non rispondere; e anche questa è saggezza. Emilio Radius