Ugo Montagna tenta di confutare il rapporto del colonnello Pompei

Ugo Montagna tenta di confutare il rapporto del colonnello Pompei VIOLENTO CONTRATTACCO DEL MARCHESE DI CAPOCOTTA Ugo Montagna tenta di confutare il rapporto del colonnello Pompei Respinge punto per punto le accuse e chiede la testimonianza di personalità del mondo politico e militare c/te partecipavano alle famose battale di caccia - L'elenco dei nomi (Nostro servizio particolare) Roma, 13 marzo. Nello studio del prof. Bella vinta si e lavorato molto in ttnd\tìmtquesti aiorni: chi si è dato da\ofare è stato il magqiorc iute-inrcssato, Ugo Montagna, men-{mtre si attèndeva che rienlras-\ì!se da Messina il titolare. dello\'studio ai quale era stata de- 'mandata la decisione finale. n\>prof. Bellavista ha esaminato \ ?oggi il materiale raccolto dal suo collega Prospero Morra e poi sono state battute a mac-, .1.1» 7„ „„,.(„77«, „..;>echina, le otto cartelle m cui è raccolta l'citrema ditesa del<Mrhel 1 ac'\rliDenuncia per falso ;"_ , , . ., i MQuale è in sostanza il conte- \Z ■ „ , , j J ■ ismito di quello che viene definito come un < controrapporto » mn non e altro, in fondo, che una. denuncia, alla Procura della Repubblica contro il co- tonnetto Umberto Pompei P^ [dfalso? Il documento si divide in due parti. La prima riguarda una elencazione di quelle spqsvche, secondo Ugo Montagna sarebbero state le violazioni tfi legge commesse dal Tribunale: «a) dando lettura di informazioni "desunte dalle voci correnti nel pubblico " con riferimento alla "mendace e calunniosa afferma sione, della somministratone di stupefacenti"; b) dando lettura di "informazioni sulla moralità in genere delle parti e dei testimoni, fatta eccezione per i certificati del casellario giudiziario, per le sentenze irrevocabili, per le informazioni delle pubbliche autorità che espongono fatti specifici atti a stabilire la personalità dell'imputato in relazione al reato". < Occorre appena rilevare — prosegue il documento — che nel procedimento in corso Ugo Montagna non è ne imputato, nè parte lesa, nè testimone td è completamente estraneo al problema penale dibattuto nella causa. E' avvenuto così jhe un cittadino da un rapporto della pubblica autorità nel quale non si identificano i confini tra il dolo e la colpa si è visto imputare le cose più immonde e repugnanti, senza alcuna possibilità di difesa, negando a chi è estraneo al processo persino quelle presunzioni di innocenza che si accordano a chi è imputato, per subire impotente gli oltraggi più gravi alla sua dignità umana y. Ma questa parte si limita, diciamo così, a semplici lamentele. La reazione di Ugo Montagna si concreta nella seconda parte, quella cioè in cui si annuncia < formalmente » che viene impugnato di falso il rapporto a firma del col. Pompei. Quali i motivi che hanno determinato questa denunciat In parte sono noti sin dall'altro giorno. Essi sono otto: ti) il col. Pompei — ha spiegato Ugo Montagna — ha riferito il falso e taciuto il vero ncll'affcrmare che la diffida della Questura di Roma dell'S maggio 1941 sia stata detcrminata dal fatto che "Montagna era uso dar oonvegno a donne di dubbia moralità a scojio di soddisfare i piaceri e la libidine di tante personalità del inondo politico del tempo ". Ugo Montagna — ai è aggiunto nella denuncia — non fu diffidato ai sensi della legg\ di pubblica sicurezza, come un ufficiale di polizia giudiziaria non può ignorare, ma soltanto invitato dal commissariato competente a non ballare nella sua casa oltre un determinato orario a seguito dell'esposto di un inquilino del piano di sotto,esposto nel quale non v'era alcun riferimento nè a donne di dubbia moralità nè alle altre notizie diffamatorie affermate dal col. Pompei con inventate specifiche accuse di lenocinio a favore dei gerarchi fascisti*. <t) Il col. Pompei ha affermato il falso nel riferire che in quelle riunioni partecipavano " durante la occupazione nazifascista anche ufficiali germanici e civili nazisti"; 3) U col. Pompei ha affermato il falso riferendo che Montagna si sia dedicato al mercato nero; 4) II col. Pompei ha affermato il falso e taciuto il vero, riferendo che presso gli atti della locale Questura si ntqpcscdllrrileva: "Fu notoriamente ii»ia«pia dei tedeschi, cow/ìde>!fedell'ufficio politico della Que- stura e agente sovvenzionato dell'OVRA"; 5) Il col. Pompeiha taciuto il vero riferendo."Fu anche sospettato di averdenunciato a scopo di ricattoPindustrtole Giovanni Perruc-chef ti e suo figlio, arrcstandolila polizia repubblicana il 9maggio 19U- Ha omesso, prò-babilmente, ricordandosi diquanto vieta il. Codice di prò-cedura penale di rendere notoche il sospetto veniva da ""«lettera anonima e che lo stes-so Perrucchetti non deposecontro Montagna ». lte lettere anonime < 6) // col. Pompet ha faciu-to nelle sue accurate e riser-vate indagini non spiegando /cragioni per le quali il Monta-gna, proposto per l'interna-mento in base a delle lettcreanonime, fu dal Questore dRoma prosciolto da ogni addebito. Si tace dell'anonimoma si parla dell'interventosotto un profilo diffamatoriodel Procuratore Generale dCassazione, S. E. Cipolla, ra-cendo le ragioni patriotticheed umane dell'intervento stesso (rìschio della propria vitada parte di Ugo Montagna persalvare il Cipolla dalla perseelisione nazista lenendolo na-scosto per alcuni mesi in casa sua). E si tace pure di al tri insospettabili del pari intervenuti contro l'anonimo denunciantc: quello del generale dei carabinieri, Ariemolìo. e tervenuto presso alcun commissariato. Furono i proprie tari dello stabile a firmare un our"° drì coL A"iH «"ch'essi ntervenuti in posizione e per motivi analoghi a quello dclì!Bccéllenza Cipolla; 7) il co'onncìl° Pompei ha affermato ' fal?? per l'episodio del vii>'"o di via Gennargentu perii ?uale Montagna non è ma, in esposto al commissariato di . <- . , Monte S"crn per far sìoaata~ re i loro domestici che vole- i'nno arbitrariamente perma"rrr "r"rt cnsa affittata a Montanna malqrado la cessa- . ■'' , " ; sione del loro rapporto di predandosi "solo la pena li'accènstazioni: di opera. Il col. Pompei tace questo rapporto di qualificazione giuridica e conscguentemente prospetta come vittime gli arbitrari occupanti nare alla, liberalità che Montagna usò nei confronti di chi quasi ricattava i legittimi proprietaria Questi % motivi della denuncia. Poi l'ottavo punto conclusivo: « Ugo Montagna pensa che non sia nemmeno il caso di rilevare, per l'ambiguità che la stessa forma anonima calunniosa definisce, quella parte del rapporto relativa "alle riservate ed accurate indagini" compiute circa il traffico degli stupefacenti. Bastava che si fosse rivolto al tenente Cortese, già comandante della tenenza det carabinieri di Ostia, al maresciallo dei carabinieri di Castelporziano Bandini, assidui frequentatori della tenuta di caccia di Capocotta per motivi venatari e per ragioni di servizio, o ai seguenti signori: gen. Giovanili Gatta, capo ufficio del segretario generale della Difesa; gen. Fallaci, dello Stato Maggiore dell'Esercito; gen. Pinna, consigliere di Stato; gen. Giacceddu; duca Gutierrez di Spadafora; gen. Casiero dell'Aeronautica; col. Licci dei Carabinieri, i tenenti Licci e Capone dei Carabinieri; col. Tarasca. dello Stato Maggiore di collegamento con il comando generale dei CC; principe Luigi Ruspoli; comm. Ernesto Stacchini; comm. Manca; comm. Grilli; dr. Brandelli; avv. Flaminio Cortina: comm. Enzo Scuncia; dott. Antonello Galeazzi; avv. Panetti; avv. Pistoiesi: col. Zammarano: dott. Federico Valli; ing. Aldo Intrieri; dott. Mario Manca; dott. Giuseppe De Filippi; Francesco e Giovanni Hass; col, Nando Negri: col. Lamia; ing. Ettore Verducci, direttore generale dell' Acea; ing. Guszaroni: duca Grazioli Pio Laute della Rovere: ing. De Silva, direttore generale della Conici: avv. Francesco Poscetti: ing. Mi- sciaroni e avv. Ignazio Pediconi, Ugo Montagna inoltre fa riserva di indicare testimoni ed esibire documenti per confrontare quanto afferma ». Non vi è solo la reazione di Uqo Montagna, ma anche quel- ' dei suo avv. Bellavista al 'li rapporto del eoi. Pompei. « La notizia contenuta nella Inchiesta dei Carabinieri -- ha spiegato il legale — che si riferisce al mio possesso dì azioni della società Gruppo immobiliare romano abitazioni non ri sponde alla verità, come falsa quella che sì riferisce al fatto che io ancora oggi sarei socio della società $ T7berto e della Società immobiliare Bellavista. Questo — aggiunge l'avvocato — io denuncio alla opinione pubblica italiana stigmatizzando la nessuna serietà con la quale in un jiarse libero vengono raccolte e trasmesse al magistrato informazioni su di un privato cittadino e proprio da quelle autorità che dovrebbero tutelare il buon nome di ciascuno di noi dalle aggressioni altrui ». Insomma: guerra aperta senza badare ai colpi. Una situazione del genere non ha precedenti. Prevederne gli sviluppi è assolutamente impossibile Non rimane che da attendere e con pazienza: non v'è altro da fare. Guido Guidi He i ia ni ndi d'accordo con le sue idee. Gli iconcedeva fin da piccolo che'studiasse musica pretendendo j d'altra paite che seralmente continuasse gli studi: dopo il ginnasio ed il liceo, la facoltà l- di leSSe- *> ragazzo si laureò|al p,oco piu,che ventenne alla spie- 'eia quasi per evitare paternali .E del pan diede gli esami di a eeini ii procuratore, si iscrisse all'albo degli avvocati iniziando faticosamente la professione di civilista. Di pari passo quindi Gian al ei o re nio a ese aaao il i ,.,HPiero si occupo in giovinezza di e i pandette e di musica, ed anche oggi alterna le ore di studio con quelle che la radio gli occupa. Su di lui i pareri sono discordi. Vi è chi lo dice sensibile, dotatissimo per la pianistica; chi per contro ve lo descrive come un «americanizzato » ad oltranza, sedotto solo dalle stravaganze, uno snob della tastiera, avido di letture di riviste, di specialità sullo hot e sulla vita notturna dei clubs musicali di New York e di Chicago. Esecutore, direttore di un complesso, consulente di musica leggera alla RAI, il trentaduenne Piero Piccioni appare, soprattutto a cagione della sua vita sdoppiata, un insoddisfatto. Anche l'amore non gli ha dato molte gioie. Ebbe giovanissimo (a 16 anni quando esor 1 diva come pianista) un flirt con Alida Valli. Riaccostò la < diva > uscita da un recente divorzio e si riaccese fra loro la antica simpatia. Si parlò perfino di un matrimonio e quando iil giovanotto, nel '42, lasciò la i 11 Kiuvttliunu, litri i*., i.im:iu in famiglia a Firenze per venirseine a Roma a farsi strada e riu- lscire, si disse che lo faceva per 1realizzarle irsuo"sogno""sposa-1 i r(? )a'Valli Un fatto è certo' i, pjero Morgan > .senza chiede- . re nuna a] padre, vive dei prò- ì 'venti del suo iavoro: ia radio| l(trcnta mila ljre a concerto) e! ||a sonorizzazione musicale di' fj]ms | Qualche anno fa Piero Pielcioni conobbe il Montagna. L'eiqujVoco affarista in cerca di relazioni altolocate (dopo i fa|scjati, i tedeschi; dopo gli allea jti, le personalità del partito do- j lai giovane e nuovo amico. Qua li furono veramente i loro rap- , porti. I loro «affari» ed i loro I - sveghi » in comune non è d->iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiih I minante) si legò tenacemente] to sapere. Un fatto è positivo: fin dal nascere dell'c affare Montesi >, il nome di Piero Pic cioni cominciò a circolare pri ma sottovoce, poi apertamente e finalmente apparve stampato. La Caglio ha detto circa i rap porti fra lui e il Montagna: si telefonavano spesso Apostrofa to dalla ragazza gelosa, Piccio¬ ni si ribellò dicendo che il marchese di S. Bartolomeo gli eprocurava le donne >. Davanti alla casa del musicista la stessa Caglio vide la < misteriosa Alfa Romeo> (tutti sanno a RomH che egli possiede invece una egli po: Fiat 1400 grigia). Una certa sera della fine di aprile '53 la Caglio accompagnò il Montagna al Viminale. Quivi s'incontrarono col Piccioni. I due entrarono nel palazzo < per avere un colloquio con il capo della polizia > — riferisce la teste del processo Muto — e ne uscirono poco dopo. Il Montagna sorrideva dicendo: < Ora la faccenda è sistemata >. Ampiamente note sono le recise smentite di Piero Piccioni e l'azione giudiziaria a tutela della sua integrità morale. Il giorno in cui mori Wilma Montesi egli — ha potuto provarlo — si trovava ad Amalfi in compagnia di amici, fra i quali la Valli. Il seguito del clamoroso processo in corso ci dirà anche una parola definitiva sulla figura di Gian Piero Piccioni? E' lecito sperarlo. a. n. c Gianpiero Piccioni