Adriana Bisaccia grida: «Non so niente riaprite l'istruttoria, trovate i colpevoli»

Adriana Bisaccia grida: «Non so niente riaprite l'istruttoria, trovate i colpevoli» DRAMMATICI CONFRONTI AL PROCESSO ÌTRO SILVANO MUTO Adriana Bisaccia grida: «Non so niente riaprite l'istruttoria, trovate i colpevoli» I disperati singhiozzi della ragazza e il suo accento di sincerità mettono in imbarazzo il giornalista ■ Reticenze nella deposizione dell'imputato Respinta la perizia Pellegrini che esclude la "morte accidentale,, di Wilma Muntesi - Ansia per le rivelazioni promosse da otto testimoni (Dal nostro inviato speciale) Romn, 13 marzo. « Ma lei adesso comincia a impazzire. Si decida a dire chi sono i suoi ver; informatori, Muto. Facciamola Unita di presentarmi come una donna venduta e malfamata. Io non ne posso più. Me lo scrivono, me lo gridano al telefono, c'è su tutti i giornali il mio nome, me lo dicono in faccia, per la strada, che io sono stata comprata. E' assurdo; io non c'entro in questa storia. Comperata da chi, se da due giorni sono per la strada? Devono saltar fuori i colpevoli; riaprite l'istruttoria, chiedetelo al Montagna chi è responsabile di questa faccenda. Io non c'entro e se c'è qui in aula la madre della Montesi. sappia che io non ho mai parlato male di sua figlia, non l'ho mai conosciuta. Mettetemi a confronto con tutti, con Piccioni, con Montagna, con tutti quelli che in un modo o in un altro sono informati o coinvolti. Cacciate fuori i colpevoli, io non ne posso più, io non ne so niente di tutta questa storia ». Adriana Bisaccia è scattata in piedi d'improvviso rivolta al pubblico, ha lanciato uno sguardo lucido di pianto, le braccia alzate verso la tribuna, dove nel primo giorno di questo processo erano affacciati i genitori di Wilma Montesi. Pianto e rivolta Adriana Bisaccia oggi ha gridato la sua ribellione al destino che la indica testimone del dramma di Tor Vaianica. Dopo lo scatto, la sua voce fremente di emozione si è rotta in un singhiozzo. Adriana è precipitata di colpo sulla sua sedia, ha chinato il capo e ha p.anlo affannosamente. Le sue spalle chiuse nel giubbetto grig.o chiaro sussultavano; lutto il suo corpo era scosso da una crisi violenta. Il volto era rigato di lagrime, ma Adriana non se le asciugava. L'aula fu corsa da un brivido: pietà per Adriana Bisaccia o incredulità, ancora incredulità e scetticismo? Silvano Mulo, che era stato chiamato a confronto con lei, ha mostrato più volle imbarazzo, è caduto in contraddizioni, ha lasciato molte lacune nel suo racconto. Ha perduto terreno. Davanti alla forza impetuosa con cui la ragazza si è difesa, Muto ha fatto alcuni passi indietro. Adriana Bisaccia è passata più volte dal lei al tu, nella foga della sua invettiva. A un certo punto gli ha gridato; « Mettiti una mano sulla coscienza, è possibile che per salvare te stesso, tu debba tagliar•mi la vita? E' possibile che io, in possesso di un segreto così importante e compromettente, sia venuta a rivelarlo a te, al primo venuto, dopo poche ore che ci conoscevamo? E poi' tutti gli altri fatti pubblicati nel tuo articolo, Muto, da chi li hai saputi? Chi sono i tuoi informatori? Io ammetto di avere in un Istante di eccitazione potuto anche parlare a vanvera; ma non è vero, non è vero che io sia stata presente alla morte dj Wilma Montesi. Io sono estranea a questa storia». Il confronto ha avuto momenti di estrema tensione; sembrava in un certo punto che uno dei due, o la Bisaccia o il Muto, fossero per aprirsi a qualche più sincera confessione. Ma tutto è rimasto fermo alle posizioni di partenza. Adriana se ne è uscita dall'aula con il volto disfatto, a grandi passi. Mulo ha raggiunto la sua panca senza che sul suo volto oscurato dalle stesse lenti nere che non toglie mai, si potesse leggere un proposito chiarificatore, diverso dal suo ritornello: c La Bisaccia sa tutto, la Bisaccia mi ha detto tutto... >. Un pubblico numerosissimo era presente anche oggi, sesta udienza de] dibattimento che tiene a flato sospeso tutto il Paese. Oggi sui banchi della stampa sono più numerosi che nei giorni scorsi i giornalisti stranieri. In America i nomi della Caglio, della Bisaccia e del Montagna appaiono sulle prime pagine dei grandissimi quotidiani d'informazione. Una novità stamattina che non man. ca di suscitare commenti: in aula e nei corridoi il servizio d'ordine è disimpegnato quasi soltanto da carabinieri, mentre nei giorni passali si notavano centinaia di uniformi di agenti di Pubblica Sicurezza. Nelle tribune la moglie e la madre di Muto, molti magistrati, osservatori < fiduciari > dei vari Ministeri e alcuni uomini politici in stretto Incognito, legali di persone che più o meno hanno avuto la sorpresa di leggersi in \uesti giorni nelle cronache. / primi testi L'udienza è incominciala con la testimonianza di tre giornalisti — Carlo Frattarelli di Parse Sera, Franco Evangelisti dell'agenzia A.P.E. e Giuseppe Mori del Giornale Rudio. Come ricorderete, i tre sono stati chiamati in causa nell'udienza del 4 marzo scorso dal teste Marco Cesarini Sforza, il quale, per spiegare com'era na. to un suo articolo apparso su Vie tìliave il 30 maggio dell'anno scorso, riferì al Tribunale di essere stato inforni o dal Frattarelli, suo collega e Paese Sera, il quale, a sua volta, l'aveva saputo, raccogliendo voci correnti negli ambienti giorna- listici di Montecitorio, voci diffuse soprattutto — a detta del teste — dal Mori e dall'Evan¬ gelisti. Tutti ' e tre — Frattarelli, Mori ed Evangelisti — la sera stessa del 4 marzo smentirono recisamente di avere portato grano al mulino della maldicenza, ma, poiché la circostanza, densa di sottintesi politici, meritava di essere controllata, sono stati convocati tutti e tre i giornalisti indicati dal Cesarini Sforza. La difesa vorrebbe far apparire che proprio a persone vicine alla D. C. si deve la paternità dei primi sospetti su Piero Piccioni. La testimonianza di Carlo Frattarelli è molto breve: c Non ho mai detto nulla di slmile a Marco Cesarini Sforza. Se della vicenda Montesi avessi saputo qualche notizia, anche se non esatta ma per lo meno verosimile, l'avrei comunicata al mio giornale. E' vero che la voce correva; posso avere partecipato a conversazioni in redazione su quest'argomento. Ma le supposizioni che il Cesarini mi attribuisce non le ho formulate nè messe in rilievo io: luì non 'mi interpellò prima di scrivere quell'articolo su Vie Nuove, che poi tra l'altro non ho nemmeno letto. Il teste viene congedato per ora, In attesa di un confronto diretto con Marco Cesarini Sforza. Sale alla pedana Giuseppe Mori, che — come Frattarelli — respinge ogni sua responsabilità nella divulgazione delle voci sul conto di Piccioni. Senatore mancato Ecco infine il terzo testimone, Franco Evangelisti dell'agenzia Ape. Per comprendere quanto pepe ahbia voluto seminare il giornalista Cesarini Sforza in questa chiamata alla ribalta dei suoi due colleghi Mori ed Evangelisti, occorre sottolineare che Sforza è comunista: nel citarli come prò- jpalatori delle voci contro Pie- cioni, egli credeva di poter contare presumibilmente sulla solidarietà di Frattarelli suo collega di redazione Ma anche Evangelisti si scagiona, come Lgià hanno fatto Frattarelli e Mori. Egli con accento di viva sincerità esclama: « Mai hoparlato della vicenda Montesi al collega Frattarelli nel modo che il Cesarini Sforza mi at-tribuisce. Il giorno stesso in cui appresi che il mio nome era stato fatto In quest'aula, provvidi a smentire le affermazioni del signor Cesarini Sforza con una dichiarazione all'Ansa ». P M. — Il teste sa dì eventuali attriti fra la famiglia Muto e la famiglia Piccioni? Teste — Conobbi nel maggio del '53 il padre dell'imputato, comandante Ugo Muto, direttore della Tlrrenia: In quel tempo facevo parte della Commissione che valutava le singole posizioni degli eventuali candidati alle liste della D. C. Presidente della Commissione circoscrizionale del Lazio era l'on. Attilio Piccioni. La candidatura del padre di Silvano Muto non fu accolta. Sotgiu — Vuol chiedere al teste se gli risulta che il padre di Silvano Muto sia Iscritto alla D. C? Teste — E' iscritto. Un particolare rivelato dal teste Evangelisti crea una certa sorpresa nell'aula. Il dramma di Wilma Montesi presentato ora sullo sfondo di una mancata candidatura senatoriale acquista una prospettiva ancor più sorprendente. Arida favilla di tanto incendio sarebbe dunque da ricercarsi in una mediocre vendetta politica? Si tratta del primo piccolo successo del P. M. nel corso di questo dibattimento. Ed ora ecco alla pedana i due colleghi che non si salutano più: Frattarelli, uomo matu- ro, un po' calvo, con una ama- ra piega, quasi un sorriso di disprezzo, all'angolo delle labbra; e Marco Cesarini Sforza, giovane sanguigno, erculeo. Il Presidente li interroga: ognuno rimane ostinatamente nelle sue posizioni. Cesarini Sforza — Debbo confermare che la versione del caso Montesi mi fu riferita personalmente dal collega Frattarelli. Frattarelli — Escludo di aver riferito al collega Cesarini Sforza, la versione suddetta; ripeto che se avessi avuto notizie sulla vicenda le avrei riservate senz'altro al mio giornale cioè al Paese Sera. Ora l'ufficiale giudiziario si infila nella stanzuccia dei testi per chiamare alla pedana Adriana Bisaccia. Qualche attimo di attesa. L'avv. Sotgiu propone di non perdere tempo: « Potremmo leggere signor Presidente il rapporto della Guardia di finanza su Ugo Montagna». Ma in fatto di simili documenti il tribunale è diventato estremamente cauto dopo la bomba del rapporto Pompei e la richiesta viene lasciata cadere. Allora Sotgiu si alza per una nuova richiesta. — Chiedo signor Presidente che sia inserito agli atti il parere scientifico, espresso dal prof. Rinaldo Pellegrini, ordinario di medicina legale all'Università di Padova. Il professor Pellegrini è un luminare della scienza medico legale. Il parere scientifico che la difesa porge al tribunale riguarda la critica alle relazioni medico-legali circa la morte di Wilma Montesi, presentate dai professori Frache e Carella. i quali ebbero l'incarico dall'autorità giudiziaria il 14 aprile 1953. Chiedo pure sia disposta la citazione del prof. Pellegrini e dei dottori Frache e Cardia; questi dovrebbero confermare le loro relazioni e dare eventuali chiarimenti. P. M. — Sono dolente di dovermi opporre. Il parere scientifico del prof. Pellegrini è in j sostanza una consulenza tecni Ca; la difesa potrà tenerne con ,o; potra tenerne conro anche il tribunale ma debbo oppormi sia alla allegazione agli alti de, documcnt0 peUegr,„, sia L,ralnmlssione dei ,Mt, |t t, . „. ... _ „ !. , . !dalla ji/fcsa; Perche in. , Procedimento non esiste una I Perizia. Non può quindi esiste i re nemmeno una consulenza imed e l a a a a i i - Decisione delicata Sotgiu — La difesa rileva che alla base dell'imputazione che è stata elevata contro Muto c'è l'affermazione che egli avrebbe, con il giornale, diffuso notizie false; in particolare è accusato di aver scritto che la povera Montesi non è stata vittima di un fatto disgraziato, ma delittuoso. Questo è il punto fondamentale delle indagini. Sono stati compiuti atti di polizia giudiziaria e indagini da parte della Procura; siccome eravamo in fase di indagine preliminare e non di indagine istruttoria non è applicabile nessuna delle norme che disciplinano gli accertamenti della generica attraverso le regolali perizie. Non essendovi perizia regolare non era possibile valersi nemmeno di una consulenza tecnica. Perciò abbiamo parlato di « parere scientifico ». Accertare se fu delitto o disgrazia è essenziale ai fini della causa Muto, anzi rimanendo nell'ambito ristretto dell'imputazione formulata contro di lui. Bisogna decidersi. Diamo valore alle indagini generiche disposte dalla Procura, secondo i suol poteri? In questo caso bisogna dare valore di perizia sia pure attribuendo un carattere generico medico legnle alla reìazio ne di Frache e Carella. Però il diritto dell'imputato di avere un consulente tecnico non può essere trascurato. In questo caso chiediamo di trasformare -jla relazione del prof. Pellegrl- ! | 'i j tgijj!|j •.i da parere scientifico in consulenza tecnica. Chiediamo sia allegata agli atti con valore di deposizione. Il tribunale si ritira In camera di consiglio per deliberare sull'incidente, mentre nell'aula si formulano le ipotesi più diverse. Rinvierà il tribunfile gli atti al giudice istruttore o accetterà la precaria ;ndagine di polizia che affermò Wilma Montesi essere morta in conseguenza del pediluvio mila spiaggia di Ostia? La decisione che il tribunale si ac"inge a prendere è importantissima e non solo per fini strettamente giudiziari: è sulla bilancia tutto il peso dello scandalo rovesciatosi In questi giorni dalle pagine del processo Muto. Ammettendo l'opportunità di una perizia il tribunale mostrerebbe di avere forti dubbi -ullc circostanze della morte di Wilma; respingendola i giudici darebbero un deciso colpo di timone alla causa verso la sentenza. Ormai pare che il tribunale sia preoccupato della piega degli avvenimenti e cerchi una rapida soluzione della vicenda processuale. Riaprire l'istruttoria vorrebbe dire ordinare nuovi accertamenti sul cadavere della sventurata, assumersi inoltre la responsabilità di riaprire fra qualche mese questo processo su basi nuovr e probabilmente diverse. Che cosa dice infatti il prof. Pellegrini ncl'e sue pagine di critica all'opera dei due relatori medico legali Frache e Cardia? Consulenza medica e ò e ò o e Dopo avere analizzato punio ! per punto la descrizione del | cadavere e lo stato delle indagini agli atti, il valoroso 'scienziato conclude con un oecco colpo di spugna sugli esami compiuti fin qui dai medici legali in lase di indagini: €l i risultati di quelle relazioni j vanno accolti nel senso che essi si prestano ad essere interpretati, non solo come negativi, ma come nulli». Le ìagioni di questo giudizio del prof. Pellegrini sono spiegate, oltre che da motivi scientifici, anche dalle seguenti considerazioni che egli enumera: 1) la Montesi non ha avvertito nessuno che si recava ad Ostia; 2) manca ogni constatazione della lesione cutanea che avrebbe suggerito alla disgraziata ragazza il pediluvio; 3) il mare era burrascoso e quindi non idoneo a questo strano tratta■ìenLo empirico. Le donne del popolo hanno un sacro e tradizionale rispetto per i loro pei riodi critici, sicché evitano di j proposito i lavacri, che non siano di consuetudine quotidiajna in quei giorni; l'acqua doveva essere ancora fredda; ! inadatta l'ora perchè tarda e cioè sull'imbrunire; mancava |nel cadavere il reggicalze che j l'acqua non può avere asportato e che non può essere sta'to tolto per bagnarsi i talloni; [poiché infine sarebbe bastato I alla Montesi avanzare nell'ac;qua per una diecina di centii metri, ciò che rendeva impossibile l'annegamento, anche nel caso di malore. Pertanto l'ipotesi del fortuito non ha atteni dibilità. Anche per accettare l'altra ipotesi — prosegue la consulenza — quella del malessere repentino, occorre un substrato costituzionale che nella specie mancava, come stato timii co, ipoplasia cardiovasale e I surrenale, lesioni coronariche 'eccetera. Escluso il suicidio, per spiegare la morte di Wilma Montesi il prof. Pellegiini ; porta tutta la sua attenzione lad alcune piccole ecchimosi al , braccio sinistro, alla coscia si■ nistra e alla gamba destra, al1 le quali i medici legali del i tempo non credettero di attribuire alcuna importanza. Tali 'ecchimosi indicherebbero, e giudizio del prof. Pellegrini, « un'az.one confusiva o compressiva esercitata mentre la disgraziata era ancora in vita », e avrebbero pertanto « va'Iore dimostrativo molto notevole ». Entrerà il Tribunale nell'or;dine d'idee di una revisione radicale di tutte le Indagini fin jqui compiute? E' questa la st|de, è questo il momento per capovolgere il corso del processo, e fare di un processo a Muto, un processo all'opera della polizia? Non c'è dubbio che nell'animo dei giudici che per quasi un'ora hanno discusso in camera di consiglio sull'istanza dei difensori, queste ragioni di «salute pubblica», diciamo cosi, sono state seriamente valutate. Ed alla fine hanno prevalso. Infatti il Tribunale ha pronunziato un'ordinanza con cui la perizia su Wilma Montesi è stata rifiutata. E il Presidente dott. Surdo ha ordinato la prosecuzione del dibattimento. Dopo i brillanti successi del giorni scorsi è questa la giornata di rovesci per la difesa del giornalista Muto. Adriana Bisaccia entra nell'emiciclo dominando, dentro una glaciale maschera di sufficienza, la sua apprensione, che fra poco esploderà nella crisi che abbiamo descritto in principio. Il Presidente chiama il Muto alla pedana e lo invita a sedersi a fianco di colei che egli, nel suo interrogatorio, ha indicato come l'Ispiratrice dello scritto apparso su Attualità. Presidente (rivolto a Muto) — Ci spieghi che cosa le dis¬ saspltsicBc se la Bisaccia relativamente alla vicenda Montesi. Mulo — La Bisaccia mi disse che era a conoscenza delle persone che sarebbero colpevoli della morte di Wilma Montesi e che, Inoltre, era a conoscenza di come si erano svolt! i fatti. Presidente - Ma di preciso che cosa le disse la signorina Bisaccia? Mulo — Che la morte della Montesi non era dovuta a suicidio u a disgrazia, ma che in un convegno che si era tenuto fra Ostia e Tor Vaianica, convegno cui avevano partecipato persone di condizione sociale molto elevata, la ragazza si era sentita poco bene. Adesso non ricordo le parole precise, ma sono certo che. in sostanza, la Bisaccia tbbe a dirmi che in quell'incontro la Montesi si era sentita male, e qtind, era morta e che infine «ra stata abbandonata sulla spiaggia o gettata in mare. Non precisò se fosse già morta o se mori dopo l'abbandono. Presidente — Ha precisato qualche luogo? Muto — Mi fece un nome: Capocotta. Presidente — Pensò, Muto, a chiedere alla Bisaccia, come mai fosse venuta a. conoscenza di tante cose? Muto — Si, mi disse: « I fatti sono a mia conoscenza diretta: io ho vissuto quelle ore». P. M. -- Chiedo che questa dichiarazione sia inserita a verbale. E' tutto qui, Muto, quello che le ha detto la Bisaccia? Muto — Mi disse pure che temeva rappresaglie da parte dei responsabili. Presidente. — Che cosa altro aggiungeva la Bisaccia? Muto — Che ella conosceva il traffico di stupefacenti che si praticava nell? zonu Presidente. — E poi? « Non ricordo » UI'Muto — Non ricordo. Bisaccia (di scatto) — Quello che dice è assolutamente falso. Presidente (a Muto) — Dove si trovava la Bisaccia quando le ha fatto queste rivelazioni? Muto — Ci siamo conosciuti ad Ostia una sera d'estate. Quella sera stessa, sul tardi, non andammo, come ella ha dichiarato, a Lavinio. Eravamo nella macchina insieme a Silvana Isola e a mio cognato, il quale rimase nella macchina. Noi invece scendemmo a fare due passi sul Lungomare di Ostia. Presidente — In quale giorno, con precisione? Muto — Non ricordo con precisione. Presidente — In quale circostanza la Bisaccia le disse di avere assistito alla morte della Montesi? Muto — Non ricordo in quale circostanza. Presidente — Che cosa altro le disse? Muto — Altre circostanze non ricordo. Presidente (alla Bisaccia) — E' vero quello che afferma il giornalista Muto? A questa domanda del Presidente, la scintilla della ribel- lione pare accendersi d'improv<viso nello sguardo e nel gesto di Adriana Bisaccia. Si volta inviperita alla sua sinistra, dal lato ove siede il giornalista e la sua protesta è veemente e ricca di forza aggressiva. Bisaccia — Ma dica la verità. Muto. E' possibile tutto ciò? E' possibile che io le abbia potuto dire una cosa di questo genere, se non è assolutamente vera? Tutto quello che lei ha scritto nel suo articolo, parlandone come di un fatto che io le avrei riferito, come ha potuto dirlo? Si metta una mano sulla coscienza e dica finalmente la verità... E poi, si, posso anche ammettere che in un istante di sovreccitazione io abbia potuto parlare a vanvera, ma ciò non toglie che quanto ha detto il Muto non corrisponda n ve-rità. Avv. Bucciante — Desiderosia messo a verbale che la Bi-saccia ammette di avere anche potuto parlare a vanvera e di avere riferito in quellostato d'animo tutte quelle circostanze al giornalista Muto.| Bisaccia — Si, è vero, posso averlo detto a vanvera, ma si trattava di cose apprese dai giornali. Io non potevo convincermi che si fosse trattato di disgrazia Presidente (alla Bisaccia) — Un sostanza lei esclude di avere detto di essere stata presente alla morte di Wilma Montesi. Bisaccia — Assolutamente lo escludo. Sotyiu — Neanche a vanvera l'ha detto? Bisaccia — Neanche a vanvera. Presidente — Lei ha ammesso però di avere potuto faIre delle affermazioni in preda 'ad uno stato di agitazione. Bisaccia — Si, va bene, ma non in ogni modo per quanto si riferisce alla mia presenza alla morte della Montesi Ciò lo escludo ne! modo più assoluto. Io non sono stata presente alla morte della Montesi. Non ricordo quello che ho potuto dire al Muto in seguito all'agitazione che determinava in me la sua pressione; ma mi pare assolutamente impossibile che si possa giungerà a dirgli di essere stata presente al fatto. E' testimone di questo Gastone Pettenati, che, quando mi venne incontro, al-,la stazione di Caserta, mi videiscoppiare in lacrime. Lui mi Iportava la nutizia che Piccio- ni e due suoi amici erano ve-'nuti al mio paese a cercarmi!per uccidermi. Così gli aveva detto di riferirmi il Muto. E mi ricordo benissimo che in quell' occasione il Pettenati stesso si adoperò per rassere- narmi e mi diceva: « sta' tranquilla. Non conosci nulla tu di questa storia. Tutto quello che tu hai potuto dire :è frutto di nervosismo ». Ma poi — prosegue la Bisaccia — lo stesso Pettenati, in quella occasione, poiché mi dimostra- vo arrabbiatissima, mi disse che il Muto non aveva avuto tutti i torti a rivolgersi a me, perchè egli era stato manda- to a me da qualcuno. Egli sa- peva che io ero persona che frequentavo locali come l'Ara- gno, il Baretto, la Tazza d'oro, dove si dice che si svolgesse- ro traffici di stupefacenti. Mu- to sapeva che io avrei potuto parlare di qualche cosa In or- dine a questi traffici. Ma non altro, Muto (alla Bisaccia) Ma lei non mi ha mai dclto di essere arrabbiata con me. Bisaccia tal Muto) — Certa- mente, perchè da quel momen- to non ci siamo più visti. Ma voglio ammettere anche, per essere sincera fino allo scrupo^lo, che io abbia avuto degli sfo- ghi con te, sfoghi che hai pie- so per oro colato. Però se tu fossi in buona fede, quando iosono uscita dall'ospedale* e ho j ; j ' | telefonato al tuo giornale perchiederti il lavoro delle bozze, la cosa più logica e naturale era quella di rispondermi: < Mi dispiace, non è possibile. Pro- prio adesso mi è capitato que-sto pasticcio della Montesi e ti ho citata al mio processo ». Perchè non hai fatto questo? Perchè mi hai risposto: « Ri-volgiti alla mia segretaria?». Giudice Bernardi — Lei, Mu to. dichiarò in un verbale di de- posizione che dopo la gita aCastelporziano la Bisaccia la mise in contatto con Anna Maria Caglio. La Caglio invece ha dichiarato di averle telefonatodopo avere letto ,1 suo articolo. Come ha lei conosciuto 'a C-aglio" Mulo — Non posso rispon-<jcl-e, « fYon rispondo» _ Pubblico Ministero — Evidentemente non vuole rispon-dee a una domanda del Tri-bunale. E' suo diritto. Muto - Questi contatti che io ho avuto si possono riferire ad una persona. Insomma, nonvoglio rispondere a questa do- manda. Bisaccia — Basta che non ci sia di mezzo io. II Presidente a questo punto fa mettere a verbale che il Mu-to, alla domanda chi sia quel qualcuno che l'ha messo in con-tatto con la Caglio, s'è rifiuta-to di rispondere. Quindi Adriana Bisaccia vuol sapere da Silvano Muto perchè! egli volle rompere i contatti, ' mquando, uscita dall'ospedale, j rcercò lavoro presso di lui. Muto — Io decisi di non avere dalcun contatto con te appunto | perchè ti avevo indicata come i steste. Bisaonia — Non è giusto. Noi | feravamo amici anche se non ci ! ssi vedeva da due mesi. Tanto | mpiù che io avevo continuato a Mlavorare per te alla correzione ' delle bozze e che successiva- mente al mio tentativo di sul- fcidio tu mi facesti avere due-ICmila lire a mezzo di Adriana jTenerini. Tale somma io l'acIcettai come anticipo delle mie i spettanze successive. ! A questo punto Adriana Bisaccia, al colmo della collera si alza in piedi, rossa in volto e tormentandosi le mani per quell'invettiva che abbiamo riferito in apertura di questo resoconto. La Bisaccia appare ora I indubbiamente con le caratte-' Iristiche di una ragazza che ha 'perduto i controlli e difficilmente potrebbe ammettersi una capacità di menzogna in questa sua drammatica rivolta con- cgtro il Muto, in quell'appello che ha urlato in aula e ha ripetutoj più volte: «Riaprite una buo-j ,na volta quell'istruttoria. Cac-[i date fuori i colpevoli. Io non Ine so nulla. Domandatelo al Montagna, domandatelo a tut- 'ti gli alt"' j! „ ... . . Lontraddizioni, Per meuere in magg.or ìm barazzo il Muto, ecco, dopo tan t& irruenza e tanto clamore, una gelida domanda del giudi ce a latere dott. Bernardi: Giudice Bernardi —- Nell'in: terrogatorio reso all'udienza del 2» gennaio lei, Muto, disse che la Bisaccia era stala presente alla morte della Montesi. Ma alla fine, su domanda del Pub blico Ministero, dichiarò che i fatti le furono comunicati dal la Bisaccia, la quale le disse di avere appreso tutto da due o tre persone. Chi erano queste persone? Lei chiese alla Bisac eia quale versione fosse vera? A questo punto l'avv. Sotgiu crea un diversivo tumultuoso, mentre il Presidente si accin ge a dettare a verbale. Il Pub blico Ministero protesta, Pubblico Ministero — Ma questa è una fiera. Non deve essere consentito alla difesa di interrompere il Presidente! j Sotgiu (di rimando) — Lei non ha ^ diritto di offendere, Questa non è una Mera. Qui ciascuno compie il suo dovere. Muto (spiegando) — Insisto ^che la Bisaccia mi disse che le constava personalmente co- me era morta Wilma Montesi. Disse che conosceva i respon- ^abili. Le informazioni della Bisaccia mi furono fatte in ,tempi diversi, ma non sono in grado di precisare quando, ; Debbo insistere nel dichiarare i che in effetti la Bisaccia mi disse che conosceva soltanto jeome si erano esattamente svolti i fatti riguardanti la j Montesi. In sostanza, mi dis ;se di avere appreso da altri 1le modalità precise della vi I , cenda Presidente — Ma lei non chiese alla Bisaccia chi fossero questi altri? Muto — Sì, glielo chiesi, ma non mi fece dei nomi. Mi disse che alla riunione avevano partecipato tre uomini, oltre la , Montes, un>altra don Non :mi djs,e oh, fogse wegt.altra donna. Io ne dedussi che fosse lei i'ei dice cne qualcuno * si reca ja Bagnoli e a Castellammare Giudice Bernardi — Nellar iticolo pubblicato su Attualità Idi Stabia, dove è una Casina [rossa con un ritrovo e un se- l. \»° ™» «e?» ^ ques i ?un0S _„„',„ _ No„ , do Non desidero di(,hiarare 'nuMa a lo proposito. Ma io pfn sono un giornalista... ; presidente - Che cosa in- tende dire? I Muto _ Voglio dire che scri- vendo l'articolo ho faUo opera |di giornalista, il quale riceve [delle informazioni-, ma non ha ; possibilità di vagliare fatti e ! situazioni con la competenza e i mezzi di cui dispone l'au- itorità. Giudice Bernardi — Chi la mise in contatto con Anna Ma ria Caglio? Mulo - Desidero non rispon- dere. Presidente — E' stata la Bi saccia'.' Muto — Dichiaro di non con- fermai e nè di smentire se sia s,ata o meno la Bisaccia a mettermi in contatto con la Moneta Caglio A'',. ult"'°n , domand? dpl Pubb lco, Ministero e del Pre fidente 1 Muto precisa che la Cae"° rlfe" « esspre sta,a I putato) — ' con Ugc Montagna a Castelporziano a Inoltre il dott. Angioy mi fece il nome di Adriana Bisaccia come di persona che si voleva mettere in contatto con me, in quanto giornalista, perchè voleva liberarsi di importanti notizie che la opprimevano ». Bisaccia (con uno scatto, sbarrando gli occhi, verso l'imMa lei è diventato pazzo? O non ha un minimo di coscienza? Il dott. Angioy lo conobbi molto tempo dopo, più di un mese dopo avere conosciuto lei. A domanda del Presidente, Silvano Muto risponde: «Mi j pare che la Bisaccia mi disse jche un mese prima della mor- te della Montesi, lei stessa, Adriana Bisaccia, aveva par tecipato a una riunione a Ca stelporziano e che si era sentita male», Pubblico Ministero — Desi- aero che sia chiarito l'episo- dio della gita a Castelpocziano. Il Muto disse che le cosiddette rivelazioni della Bisaccia sul caso Montesi erano state fatte il giorno prima. Con esattezza, come si svolse la gita e quando la Bisaccia cominciò a parlare della vicenda. Muto (con imbarazzo evidente) — L'ho già detto. La sera stessa che ci siamo conosciuti siamo andati ad Ostia. La signorina Bisaccia, lo ricordo molto bene, cominciò a dire che aveva qualche cosa da riferirmi, che aveva come un peso che le opprimeva l'anima. Ad un certo momento mi disse che sapeva come erano andate le cose a Tor Vaianica, e quello fu l'inizio delle rivelazioni. Presidente — Ma quando precisamente? A questo punto Adriana Bisaccia scoppia in una nuova protesta contro Silvano Muto. Bisaccia — Ma mi spieghi allora, Silvano Muto, come io facevo a parlare della Montesi, stando seduta nel sedile posteriore della macchina mentre lei guidava, Mulo — Non è vero, lei sta va seduta al mio fianco, j Bisaccia — Lei è in mala' fede. j Muto — Lei stava avanti I con me e io portavo la mac- china. Dietro, invece, sedevano la signorina Tenerini e il signor Positano. Non lo ricorda? £>'isu<-oia — No, io ricordo tutto. Dimentico solo quando lei mi scassa i nervi. E' pazzesco che io abbia detto quelite cose a una ragazza che avevo appena conosciuto. In piedi, con le braccia protese verso il Presidente, la Bisaccia esclama nuovamente: * Ma si riapra questa benedetta istruttoria. Usciranno pure i colpevoli! ». Sott/iu — Questo spiega tutto. iiiòm'cia — Io non posso inventarmi dei nomi e acconten- tare U Nazione che li aspetta Pubblico Ministero — Desij dero sapere quando e dove si j svolse la gita durante la qua Ile la Bisaccia avrebbe fatto le |rivelazioni. Muto — Ripeto e confermo che uurante la gita a Castelporziano la Bisaccia parlò del caso Montesi. Non era la prima volta che ne parlavamo. Bisaccia — Ma se siamo sempre stati col guardacaccia. Non posso aver parlato. Muto — Lei parlò quando il guardacaccia se ne fu andato. Ciò avvenne vicino al padiglione. Non ricorda? Bisaccia — Ma quale padiglione? Quello del Presidente della Repubblica? Ma lei è pazzo. Muto — Non era il padiglione del Presidente della Repubblica. (ji Pubblico Ministero — Ma come si era presentato a lei, Adriana Bisaccia, il giornalista Muto? Bisaccia (rivolto al Muto) — Tu mi avevi detto che eri un parente di Wilma Montesi. Tu mi hai trascinato a forza a Castelporziano. Mi avevi detto che se ritornavi a Roma ! senza avere saputo nulla, tu | perdevi il tuo lavoro, la tua vita, il tuo denaro. Mi hai conj vinta ad andare a Castelpor|ziano con un inganno. Non mi avevi detto che eri un giornai lista. E' vergognoso a ripen|sarci Muto — Vergognoso? Sono diventato cattivo soltanto questa mattina. Prima non lo ero. - - Ultimo scontro o . e a a . a a e o e o a . i o e a i - l o o e : e a - a i e o l a. l o. oe è oBisaccia — Anch'io lo sono diventata questa mattina, perchè prima avrei potuto anche querelarti per false affermazioni e non l'ho fatto. Pubblico Ministero — Vorrei sapere se le cosiddette rivelazioni avvennero in automobile e se esse furono udite dai compagni di gita, dal Positano e dalla Tenerini. Muto — Io credo, essi hanno certamente udito queste dichiarazioni. Bisaccia — Quindi io avrei fatto queste rivelazioni anche a una donna, la Tenerini, che conpscevo soltanto da quella mattina? Sotgiu — Vorrei sapere se al Muto la teste parlò di traffico di stupefacenti. Bisaccia — Tutt'al più mi limitai ad accennare a qualche intossicato che frequentava la Tazza d'Oro e altri locali. Sotgiu — Potrebbe dirci la teste i motivi che l'indussero a tentare il suicidio? Pubblico Ministero — Mi oppongo. La teste ha il diritto di non riferire nulla su tale circostanza. Bisaccia — Si tratta di un motivo talmente intimo che non mi sento di manifestare le ragioni che mi determinarono a tentare il suicidio. Pubblico Ministero — Io credo che sarebbe molto opportuno un confronto tra Positano e Muto. Il Presidente accoglie la richiesta avanzata dal Pubblico Ministero e chiama subito alla pedana il dott. Giorgio Positano, il giovane fotografo della rivista Attualità, Egli dichiara: — Non posso escludere che la Bisaccia abbia rivelato qualche cosa circa l'affare Montesi. ma non posso neanche affermarlo, perchè i due parlavano a bassa voce. Si arano appartati. Mi parve un (colloquio mopo importante, il jloro. Durante la gita a Casteii porziano io stavo seduto nella parte posteriore della macchina, mentre la Bisaeria era seduta davanti, accanto al Muto, e vidi che confabulavano. Sentii semplicemente che essi accennavano alla conoscenza o meno di quei luoghi. Non udii parlare del caso Montesi. Querela al Mulo Avv. Sotgiu — Chiedo che sia controllato nel verbale che la Bisaccia prima ha detto di essere stata seduta nel sedile posteriore. Un'altra domanda al dottor Positano che precisa: «Nel tratto Roma - Castelporziano eravamo seduti sul seggiolino posteriore la Tenerini e io. Nel tratto percorso all'interno di Castelporziano erano invece sedute dietro la Tenerini e la Bisaccia. Infine nel tratto tra Ca- '■ stelporziano e Ostia la Bisaccia tornò a sedersi a fianco del I Muto. Con quest'ultima risposta il Positano viene congedato. Probabilmente verrà riconvocato ' per l'udienza di lunedì. I difensori intanto hanno chiesto la : citazione dei seguenti testi: | Gastone Pettenati, Silvana Isola, Ennio Pcdretti, Vittorio Fe! roldi, Duilio Francimei, AureMio Marcomeni, dott. Franco j Angioy, dott. Benedetto Capizzi. Del pittore Francimei conoscete già la vicenda, e quanto [si propone di dire in merito : alle rivelazioni ch'egli avrebibe avuto dalla sua ex-amante Bisaccia; del signor Franco Marcomeni si dice che intende riferire anche lui sulle con• fldenze avute dalla ragazza, soprattutto nell'ambiente deljl'Aragno e del Baretto; il dottor Angioy, che è biblioteca-io della Camera dei DeputaIti e il dottor Capizzi, diranno che furono presenti a una ce|na nella quale la Bisaccia avrebbe manifestato il desiderio d'incontrarsi con il Muto per comunicargli certi segreti. Giova sottolineare alla fine dell'oscuro confronto di oggi che una battuta è sfuggita al Muto, importantissima: «I fatti che ho narrato li ho saputi anche da altre persone». Chi c'è dietro questo enigmatico giornalista che vuole 'riversare tutto sulla Bisaccia i il peso delle gravi.-sime rive' lazioni? Questo è l'interrogativo cui cercano di eludere ogei anche gli stessi difensori. Alla fine dell'udienza l'avv. Bucciante ha presentato una lettera a lui giunta a firma Mariella Merini, in cui la scrivente si dice disposta a fornire spiegazioni sul comportamento della Bisaccia nei mesi del dramma di Tor Vaianica. Secondo altre notizie Adriana Bisaccia questa sera avrebbe querelato il Muto per false attestazioni. I Gigi Ghirotti Adriana Bisaccia avrebbe presentato querela contro il Muto II giornalista Silvano Muto L'avv. Morra, Ugo Montagna e l'on. Bellavista ieri in un ristorante di Roma (Telefoto)