"Bisogna portare l'onestà individuale nell'amministrazione dello Stato,, di Vittorio Gorresio

"Bisogna portare l'onestà individuale nell'amministrazione dello Stato,, Il rapporto di Sceiba ai direttori generali dei Ministeri "Bisogna portare l'onestà individuale nell'amministrazione dello Stato,, "Siamo al servizio dei cittadini e dobbiamo soddisfare le loro richieste nel modo più cordiale,, - "Colpirò decisamente gli abusi,, (Dal nostro corrispondente) Roma, 13 marzo. Il presidente Sceiba ha ricevuto stamane al Viminale i direttori generali dei diversi dicasteri che gli sono stati presentati dai rispettivi ministri. In assenza dell'on. Piccioni, i direttori generali dell'amministrazione degli Affari Esteri sono stati presentati di Presidente dal sottosegretario onorevole Benveìiuti. La convocazione degli alti funzionari — vero stato maggiore delia burocrazia — non trova precedenti nella prassi governativa di Que- sto dopoguerra. Fermezza ammonitrice I ìL'on, Sceiba ha esordito, do- .Sa|"'°,?. °f/"."^a.C?" i alcune precise direttive: c La- prima mi sembra sia questa — | ha dichiarato: — Noi siamo al' servizio dello Stato, e dicendo al servizio dello Stato intendo dire che siamo e dobbiamo restare, nell'esercizio delle nostre funzioni, al di sopra dei partiti. La burocrazia deve sapere resistere alle suggestioni che possono venire dalle forze politiche >. Seconda direttiva, dopo questa riaffermazione di separazione fra burocrazia e partiti, è quella che riguarda la < correttezza amministrativa >. Scclba ha detto al riguardo: « Indubbiamente vi sono elementi negativi nell'Amministrazione: sono le conseguenze della guer- ra, sono le conseguenze del dopoguerra. Ma la guerra è finita da un pezzo, ed è giunto il momento che il Paese ritorni alla normalità, e che tutta la vita dello Stato si svolga nei termini della legge. Bisogna ritornare alle buone tradizioni. La burocrazia italiana deve sapersi riconquistare la correttezza professionale. Ciascuno di noi sa che cosa significhi l'onestà individuale familiare; bisogna portare nell'amministrazione l'onestà individuale, cioè a dire l'amministrazione deve essere come una sana famiglia >. Sceiba ha accennato a questo punto all'eliminazione, per possibile, delia porteci-pazwne rie» funzionari ad enti ,jì carattere economico ed a Co«.st>7n di amministratone di Società. Appunto in queste partecipazioni egli ha detto di identificare uno dei motivi di < quella torbida atmosfera di sfiducia che si è creata attorno alla burocrazia > e perciò, rimwvando l'affermazione della necessità di normalizzare la vita amministrativa, ha dichiarato: < Dobbiamo cercare di soddisfare l'esigenza che vuole che il funzionario dello Stato sia funzionario e non sia controllore e controllato nello stesso tempo. Questa è la frase che ha avuto successo nell'opinione pubblica, questo è il concetto che scaturisce da un senso di onestà,anzi da una esigeyiza di onestà che noi dobbiamo soddisfarò. A compenso di questi provvedimenti, che si risolvono obbiettivamente in sacrifici per talune categorie di funzionari, li Presidente del Consiglio ha tenuto ad ammettere: <.Lo Stato ha il dovere di usare nei vostri confronti un trattamento che dal punto di vista pQgrctadmorale e dal punto di vista\<cconomico sia corrispondente'salla funzione che. voi assolve- ute. Ciò che è stato fatto ini cquesto dopoguerra, questo li- j dvcllamento delle posizioni e,sdelie responsabilità, la consi-\ndcro ormai una politica sbagliata. Nella riforma della burocrazia intendiamo che sia il concetto del aiWantoaio ineitamenzo, manicnenao, in vece' f rispetto delle gerarc'ite >. I rapporti coi cittadini II Presidente è passato quindi a trattare il problema dei rapporti della burocrazia col mondo esterno: «Un difetto nostro, che ci deriva forse dalla lunga tradizione di servitù, è che noi abbiamo dei diritti dei cittadini un senso non adeguato. Noi siamo a! servizio della collettività: ma questo concetto che noi affermiamo ripetutamente, trova scarsa aderenza nella realtà. Quando il cittadino si rivolge a noi, si mette in un atteggiamento quasi di inferiorità di fronte alla burocrazia, deve togliersi il cappello, quasi che venga a chiedere qualcosa che sta soltanto alla buona volontà della burocrazia di concedere o non concedere. Noi siamo al servizio del cittadino e dobbiamo soddisfare nel modo più cordiale e più largo i bisogni del cittadino. < Perchè dobbiamo ricorrere alle raccomandazioni? Perchè questo traffico di persone in tutti t ministeri per ottenere giustizia? Perchè il cittadino deve aver bisogno di ricorrere ad intermediari di qualsiasi genere t Vi sono difficoltà di organizzazione che occorre rimuovere, ma è soprattutto un costume che bisogna creare, ed è veramente un problema di un'importanza notcvolissi ma. perchè molta parte della ostilità che esiste nei confronti della burocrazia italiana nasce appunto da questo. Occorrerà stampare qualche cartello e metterlo nei corridoi e nelle anticamere dei nostri ministeri con su scritto: Ricordati che sei al servizio ael pubblico ». Il Presidente ha proseguito sul tema della fedeltà allo Stato e del lealismo nei confronti delle istituzioni: « Voi avete anche la possibilità di pensare diversamente da come la peti- sdmmdshpbmrincdmfpbellasministro, ma questo av-i divisa, ma la fedeltà allo StatoI democratico deve diventare un \ dovere inderogabile. Fedeltà allo Stato non significa fedeltà ad un partito o ad un governo, che sono cose che pas¬ sa il mene solo nel regime demo- erotico. Nessuno vi rhiede di indossare una camicia o uno \ sano, mo fedeltà alla Costituzione italiana. C'è un giuramento che avete prestato. Nella vostra vita potete averne prestati parecchi, ma in altri tempi essi potevano non corrispondere alla vostra coscienza ed erano giuramenti che |prestavate per assicurare il pane alle vostre famiglie. Quando vt si chiede oggi di giurare, vi si chiede invece di restare uomini liberi*. Il Presidente ha tenuto, concludendo, a sottolineare il contributo che la burocrazia può apportare al consolidamento delle istituzioni democratiche: <Noi vogliamo che l'Amministrazione dello Stato riivenfi una casa di vetro, perchè solo così possiamo consolidare la democrazia. Se l'ombra del sospetto e della diffidenza continua a ■ gravare sull'Ammini- strazione, il pubblico non perde la fiducia nella burocrazia, ma perde la fiducia nella democrazia: di qui l'importanza della vostra posizione nello stato, ed è per questo che ho desiderato, attraverso voi. prendere contatto con tutta la burocrazia italiana per testimoniare a voi, direttori generali, ed a tutta la burocrazia italiana la fiducia che il governo ripone in voi, la simpatia con la quale il governo guarda, alla vostra opera. Riaffermo che da parte nostra sarà fatto quanto è nostro dovere per difendere la vostra onorabilità, tutte le volte che può essere messa in gioco, ma nello stesso tempo esprimo la volontà di colpire decisamente abusi, se ci fossero >. Il discorso dell'on. Sceiba, del quale non può sfuggire il tono generale di asprezza, non significa ovviamente che il Presidente del Consiglio abbia inteso mettere tutta la burocrazia sotto stato di accusa, ma piuttosto che egli esige dagli alti esponenti dell'Amministrazione la più, attiva e volenterosa collaborazione ai fini del risanamento del costume. In un certo senso, pertanto, il discorso può venire interpreta, to come il prologo a quell'azione d'inchiesta e di controllo che, come è stato comunicato l'altra sera, è stata affidata al ministro senza portafoglio on. De Caro. Questi si è trattenuto ancora a Benevento, e se ne attende l'arrivo per la giornata di lunedi. Da un colloquio che egli dovrà avere con il Presidente, si attende la conferma della definitiva accettazione dell'incarico, giacchè sono state fatte circolare voci su una pretesa sua incertezza ad impegnarsi nell'impresa. Le sue esitazioni sarebbero in dipendenza del carattere ancora vago dell'incarico, ed è per questo che un colloquio chiarificatore tra De Caro e Sceiba viene ritenuto indispensabile. Vittorio Gorresio La folla a Roma circonda la macchina dei difensori del giornalista Silvano Muto (Tel.)

Persone citate: De Caro, Piccioni, Silvano Muto

Luoghi citati: Benevento, Roma