Oggi la votazione alla Camera sulla fiducia al governo Scelba

Oggi la votazione alla Camera sulla fiducia al governo Scelba Oggi la votazione alla Camera sulla fiducia al governo Scelba Attesa la replica del Presidente del Consiglio - Prevista la maggioranza con uno scarto di 15-20 voti - I deputati chiamati a decidere su due altri ordini del giorno: l'abrogazione della legge elettorale maggioritaria e l'uscita delle aziende dell'I RI dalla Conf industria Roma, 9 marzo. I quattro capigruppo della maggioranza annunciano il « gran completo » per la seduta di domani alla Camera dei deputati al termine della quale verrà votata la fiducia al governo. Si sa che il margine di sicurezza della concentrazione democratica pone il Ministero al sicuro di ogni sorpresa solo condizione che non si verifichino troppe assenze o defezioni. Si è fatto perciò appello al senso di responsabilità di tutti i deputati, sono stati richiamati quelli fuori sede e sollecitato qualcuno che si trovava in convalescenza. Anche un piccolo movimento di fronda che pareva accennato negli ambienti della destra democristiana. è stato prontamente bloccato, a quel che si dice, dall'energico richiamo alla disciplina di partito rivolto da De Gasperi nel suo discorso di domenica. Vi saranno, insomma, tutti i deputati dei quattro gruppi e tutti voteranno a favore dell'ordine del giorno di fiducia che verrà presentato dagli onorevoli Moro, Paolo Rossi, Colitto e Pacciardi a nome dei democristiani, dei socialdemocratici, dei liberali e dei repubblicani. Due ordini del giorno Si calcola che lo scarto tra maggioranza ed opposizione potrà essere di 15-20 voti. Voto più voto meno, non è evidentemente ciò che conta maggiormente. E difatti, considerando già per acquisito il risultato, la curiosità degli osservatori si rivolge piuttosto alla replica del Presidente del Consiglio (ampia, si prevede, ed esauriente su tutti i temi toccati nel corso del dibattito) ed all'apprezzamento che egli farà dei vari ordini del giorno presentati. Proprio per esaminare questi ordini del giorno si sono incontrati stamane Sceiba, Saragat, il ministro liberale Martino ed il presidente del gruppo democristiano Moro. Ne sono stati presentati undici, concernenti diverse materie, ma si può credere che su due, soprattutto, si sia concentrata l'attenzione del governo: su quello del socialista Targetti, che chiede l'abrogazione della legge elettorale maggioritaria, e su quello dei socialdemocratici (riecheggiato anche in un altro firmato da deputati del PSI) ove si auspica l'uscita dalla Conflndustria di tutte le industrie appartenenti all'IRI o comunque direttamente controllate dallo Stato. Per la legge elettorale fu già concordato nelle conversazioni per la formazione della maggioranza che si sarebbe abbinata l'abrogazione della vecchia legge alla presentazione di un nuovo progetto fondato sul principio proporzionale. E tale si ritiene che rimanga l'atteggiamento del Governo. La questione delle aziende I.R.I. è assai più complessa. E' un controsenso, affermano i socialdemocratici, che una organizzazione sindacale di imprenditori privati, come è la Conflndustria, portata a svol gere, come è suo diritto, una politica di difesa di classe, comprenda anche aziende controllate dallo Stato, il quale si pone invece, per sua natura, in una posizione di mediatore nei confronti dei conflitti di classe. Come spesso succede la tesi, ineccepibile in linea di principio, si scontra con resistenze e difficoltà varie in sede di applicazione. Il ministro del Bilancio. Vanoni, ad esempio, avrebbe accolto con molta perplessità l'ordine del giorno socialdemocratico che, per parte sua, non si sentirebbe di approvare. C'è anzi chi assicura di aver colto durante l'odierno intervento di La Malfa alla Camera, un vivace scambio di battute in proposito tra Saragat e Vanoni. Questi avrebbe mostrato l'ordine del giorno a Sceiba, con aria di deplorazione, e il leader del P.S.D.I. avrebbe replicato qualcosa, come a dire che andava invece benissimo. Probabilmente, se dissidio c'è, lo si risolverà accettando l'o. d. g. come semplice raccomandazione, senza porlo in votazione. L'attività del governo Dell'I.R.I., ad ogni modo, si è occupato oggi anche il Comitato interministeriale per la ricostruzione esaminando la possibilità di intensificare la produzione di alcune aziende e lo stato dei lavori della Commissione appositamente nominata per studiare la riorganizzazione dell' Istituto. Si dice che questi lavori saranno completati entro il prossimo mese e concluderanno, come prima proposta, per il passaggio del controllo amministrativo dell'I.R.I. dal Consiglio dei Ministri al Ministero dell'Industria. Il problema è certo uno dei più importanti per la vita economica del Paese. C'è da augurarsi che, attraverso le discussioni parlamentari, gli esami del C.I.R. e della Commissione di studio si possa arrivare presto ad una completa ed efficace riorganizzazione di tutte le partecipazioni azionarie dello Stato. A fine settimana si avrà la prima di una serie di riunioni del Consiglio dei Ministri destinate alla messa a punto dei provvedimenti per la realizzazione del programma governativo. Dopo quanto se n'è detto, è superfluo raccogliere le indiscrezioni che continuano a circolare in merito a ciò che si intende fare in questo o In quel settore. Tanto più che per alcuni vi sono ancora da risolvere problemi di carattere finanziario: come, ad esempio, è il caso dei miglioramenti agli statali o quello del piano edilizio affrontato da Romita. (Il ministro dei Lavori Pubblici chiederebbe, per la sua attuazione, 104 miliardi quello del Bilancio non potrebbs stanziarne che 95). Un cenno va fatto ancora alle discussioni che ha cominciato a suscitare la ratifica della Comunità Difensiva Europea dopo che De Gasperi l'ha posta cosi vivacemente in primo piano, facendone quasi lo spartiacque tra democratici e antidemocratici per il prossi mo futuro. I socialcomunisti ostentano una certa sicurezza sul successo, sia pure meramente propagandistico, della battaglia che imposteranno non appena il progetto verrà presentato in Parlamento (Piccioni lo presenterebbe intanto vsnmcplrtrpcpetlpdszuAsrzbLtzAiiiiiiiiiiiiiiiiiiifiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiM venerdì al Consiglio dei ministri). I democristiani ne faranno uno dei principali argomenti di discussione del loro consiglio nazionale convocato per il venti. Non vi sono, tra loro, oppositori di principio. Le riserve con cui verrebbe accolta l'impostazione di De Gasperi riguardano piuttosto l'interpretazione della lotta contro il comunismo come un problema prevalentemente di politica estera. Non si vorrebbe, in altri termini, che tale interpolazione facesse dimenticare la parte che va data ai motivi di politica interna quando ci si pone il problema dell'avanzata comunista nel corso degli ultimi anni. e. f.

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