Arte religiosa e arte sacra di Lionello Venturi

Arte religiosa e arte sacra Arte religiosa e arte sacra Il pubblico si è appassionato al problema Hei preti-operai dibattuto tra la prudenza conservatrice delle autorità del Vaticano e un'azione sociale difesa dal fervore religioso dei domenicani francesi. Altrettanto avviene a proposito di un'arte sacra rispondente al gusto moderno, contro si garevippanesopeil quale il cardinale Celso Co- E stantini ha scritto un lungo articolo segnalato da La Stampa del 23 febbraio scorso, mentre il domenicano Padre Regamcy ha pubblicato nel 1952 un intero libro con tanto di imprimatur per sostenere la necessità di rinnovare la concezione stessa di arte sacra. Forse essi parlano senza volerlo di due realtà diverse e qualche distinzione può chiarire il problema che sta a cuore di molta gente, mortificata quando vede il gusto deturpatore di tante chiese gloriose per antichi capolavori. Vi è sempre stata un'arte che deve all'afflato religioso del proprio autore la capacità di trascendere i limiti della conoscenza umana, di aprire le porte del finito verso l'infinito. E' quella l'arte religiosa che anche prima del cristianesimo è stata compresa e ammirata. Diceva Dione Crisostomo (I secolo dopo Cristo) che «a Dio noi asscgnamo una forma umana come vaso di saggezza e di ragione per mancanza di modello; con una materia visibile e sensibile noi cerchiamo di esprimere l'essere invisibile e irraggiungibile per mezzo di un simbolo ». E l'ilostrato (III secolo d. C): «Chi ha guidato Fidia nel rappresentare il dio che non ha veduto?... E' la fantasia che creò quelle forme, la fantasia che è un artista più sottile che l'imitazione. L'imitazione rappresenta le cose vedute, ma la fantasia rappresenta le cose non vedute ». Il misticismo cristiano è poi andato oltre, per le nuove idee di emanazione, intuizione ed estasi di origine plotiniana, e al corpo come simbolo ha sostituito la luce, cioè l'elemento visivo meno materiale A Santa Agnese fuori le mura a Roma leggiamo sotto il mosaico del secolo VII: « Ecco la pittura d'oro e di tessere musive; sembra che racchiuda tutta la luce del giorno... Dio che ha potuto segnar la fine sia della notte sia del giorno, è lui stesso che ha cacciato le tenebre di qui ». Se il carattere dell'arte religiosa è di far sentire la presenza dello spirito nella materia, di adoperare la fantasia per andare oltre il mondo conosciuto, o di sentire la presenza di Dio nella luce delle tessere musive, si può dire che ogni grande arte è arte religiosa. Ma in questo caso l'arte religiosa può non essere arte sacra. Una delle figure più religiose di Raffaello è il Platone della « Scuola di Atene ». Raffaello si è ispirato all'autoritratto di Leonardo da Vinci per trarne un valore eccelso di spiritualità e quello ha impresso nell'apparizione di uno dei maggiori eroi del pensiero umano. E' uno dei più puri valori religiosi dell'arte di Raffaello, assai meglio che la « Madonna della Seggiola » per esempio, eppure il Platone non è arte sacra. Che cosa questa sia, il Cardinale Costantini lo dice chiaramente: «Il linguaggio dell'oratoria è la parola, il linguaggio dell'arte è la parola visiva. La parola oratoria si dirige agli orecchi; la parola visiva si dirige agli occhi; e la sua efficacia è più rapida e comprensiva ». Come udite ii Cardinale Costantini non suppone neppure che ci sia una differenza tra arte e oratoria, tra la fantasia creatrice e la pratica della persuasione e della propaganda. Appena una sfumatura, eppure dal non aver sentito quella sfumatura sono derivate tutte le deturpazioni delle nostre chiese. Un pittore che fa la sua immagine per promuovere la fede negli altri, anzi che liberamente esprimere la propria fede per se stessa, non è sincero come artista, anche se egli sia un sincerissimo credente. Nel Rinascimento anche chi si tormentava sinceramente per la fede come Michelangelo, faceva dell'arte religiosa ma non della propaganda, onde poi si dovette ricorrere al Brachettone. Invece quel poverello di spirito di Giovanni Antonio Sogliani faceva delle « arie pietose e devote secondo l'uso degli Ipocriti », per dirla con Giorgio Vasari. Le regole fissate dal Gilio e dal Cardinale Paleotti per legare l'arte alla Controriforma misero un termine proprio alla libertà creatrice di cui avevano goduto gli artisti del Rinascimento. S'intende che nel passato come nel presente l'oratoria può assorgere a livello d'arte, e che l'arte sacra può illuminarsi della creatività artistica. Ma bisogna aver coscienza che i livelli sono due, e che occorre elevare l'arte sacra al livello di arte religiosa, non obbligare l'artista autentico a discendere al piano del propagandista. Tutto il dramma del padre paESeststdil'acotamumniptaesesdmec'ggiinLtnlrclsllmassmRegamey è proprio questo. Egll' si ribella al concetto di art erigane. «Lane del nazismo e il realismo socialista del regime sovietico sono i più lamentevoli prodotti di questo secolo, alla pari di ciucilo clic regna comunemente nella Chiesa ». Jean Cassou trova che ciò sia naturale perche ogni Chiesa è totalitaria. E il domenicano risponde: «I parole di Cassou ci rivoltano Ebbene tocca a noi di smentirle.' Se siamo fedeli davvero, in questo dominio della creazione artistica, allo Spirito di cui pretendiamo vivere, non offriamo all'artista l'esperienza della Chiesa come di un mondo chiuso e to- talitario. ma veramente come dijmi ambiente in cui ogni nobiltà |umana debba trovare la sua ma-|nifestazionc... La liturgia compresa profondamente e la orientazione conta» piativa per cui essa si rivolge all'arte, dovrebbe escludere le intenzioni del pcdantismo dottrinario, del sentimentalismo e della propaganda » 1 Dall arte sacra alParte religiosa jecco il cammino indicato dal Pa 're Rcgamey per rigenerare i gusto nella Chiesa. Chi può dargli torto? iiniiiiiiiiiiiiiiniiiiHiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiii Se vive oggi un pittore profondamente credente, che ha saputo dare una grandiosa impronta religiosa ad ogni sua immagine, qualunque ne sia ii soggetto, 'quegli è Giorgio Rouault. Milano gli prepara un'ampia esposizione, ove il pubblico potrà comprendere il suo valore di artista e la natura essenzialmente cristiana della sua arte. Il pubilico, ma. almeno sinora, non la Chiesa. Alla prossima Biennale Veneziana il pubblico vedrà nel padiglione spagnolo una esposizione di Salvador Dali. che sembra la Chiesa voglia lanciare come pittorc «sacro». Egli è un paranoico bestemmiatore che dopo avere acquistato fama in Amcrica con il suo surrealismo erotico, si è presentato al Vaticano non si sa se come pentito o come conquistatore. Sarebbe possibile che la Chiesa preferisse una magia da quattro soldi alla espressione pura di una |c(|e siiu.cr;, professatil contro tutto e tutti per ottanta anni da Cìiorgio Rouault? Lionello Venturi iiiiiiiiiiniiiiiiiiiiniiiiiiiii 1111111111 [ 111111111111

Luoghi citati: Atene, Milano, Roma, Vaticano