Perchè venne archiviata la pratica sulla Montesi
Perchè venne archiviata la pratica sulla Montesi Perchè venne archiviata la pratica sulla Montesi La requisitoria del Procuratore della Repubblica dott. Sigurani Roma, 4 marzo. Soltanto oggi si sono appresi i motivi per cui il procuratore della Repubblica dott. Sigurani ha deciso di archiviare la pratica riguardante la morte di Wilma Montesi, dopo il supplemento d'inchiesta provocato dalle dichiarazioni del giornalista Silvano Muto, di Annamaria Caglio e di Adriana Bisaccia. Com'è noto, 11 direttore di < Attualità > (la rivista su cui si pubblicava che la giovane annegata ad Ostia, era morta a Capocotta in im'orgia) aveva chiamato come testimoni le due ragazze romane, affermando che esse erano state le sue informatrici o conildenti. Il dott. Sigurani in sei pagine dattiloscritte, ha rilevato lo svolgersi cronologico dei fatti, e ha concluso sostenendo la non colpevolezza delle persone chiamate in causa dal Muto e della Caglio, dichiarando soprattutto che Wilma Montesi non frequentava ambienti equivoci. Il magistrato ha ritenuto infondate e fantasiose le versioni dei fatti che sono nate da equivoci e scambi di persona. Dal memoriale di Annamaria Caglio e dal suo interrogatorio risulta evidente che la ragazza collegò la morte della Montesi con le feste del Montagna e di Piero Piccioni, dopo aver letto l'articolo di Silvano Muto. Il giornalista quindi dice una menzogna quando afferma di iiii11<111111111!111 illumini mi un n essere stato informato sui tra-1 gici fatti da Annamaria Ca-|glio. Costei ha creduto, leggen- do l'articolo di attualità di!ravvisare nel misterioso perso-jnaggio « signor X » il suo amante Ugo Montagna. E questo per due motivi: per il carattere del personaggio descritto nell'articolo e per la tenue traccia di due frasi da lui pronunciate: «Non bere troppo, che ti fa male », < Non fumare troppo, che ti fa male », La Bisaccia ha rivelato nel suo interrogatorio impressionanti particolari circa l'ossessiva opera di suggestione su di lei esercitata dal Muto, sui tentativi per ottenere dichiarazioni scritte contrarie al vero nei confronti di Gianpiero Piccioni e sulle cause che la spinsero al tentativo di suicidio il 10 gennaio scorso. Il teste ■ Giorgio Positano, autore delie fotografie che corredano l'articolo incriminato ha inoltre dichiarato — rileva Sigurani — che, in occasione di quella gita a Castelporziano, la Bisaccia non fece accenni di sorta circa il caso Montesi; ed il dott. Mario Angioy, che sarebbe stato testimone delle sensazionali rivelazioni della Bisaccia, ha invece parlato di < ipotesi > da costei fatte e di «frasi generiche da lei pronunciate >. Pertanto la Bisaccia, osserva Sigurani, è teste attendibile perchè le sue dichiarazioni hanno trovato riscontro in elementi obiettivi di prova. Senza. indugiare nell'esame della personalità di Anna Maria Caglio, il procuratore della Repubblica osserva che tutto il castello delle fantasiose costruzioni venne costruito dalla esaltata Anna Maria, dopo che essa ebbe letto le parole di Silvano Muto. In tal modo ella collocò la « illibata Wilma Montesi » nel tristo ambiente degli stupefacenti che ella aveva frequentato. « La Caglio ha ritenuto di dovere, nella vicenda Montesi, inserire anche Giampiero Piccioni, amico del suo amante, e che ella riteneva suo immancabile compagno nelle avventure amorose. I^i gelosia, dalla quale la giovane donna era dominata, traspare dalla sua doposiz.one e dalle sue lettere in atti, e ciò l'ha influenzata sfavorevolmente nei confronti del Piccioni. Ma gli elementi dai quali ella trae il convincimento che il Piccioni una qualche parte abbia avuto nella vicenda delia morte della Montesi, sono cosi manifesti mente .inconsistenti ed equivoci che non possono assumere carattere e valore di qualsiasi elemento ai fini penali indizianti. Non c'è chi non veda — pro- segue la requisitoria di Sigurani — la fragilità e la vacui tà degli elementi addotti dalla Caglio. Essi, anche in linea logica, non meritano considera- zione (ancora meno sul piano giuridico può tenersene conto) sono assolutamente Inidonei per l'inizio dell'azione penale nei confronti di chicchessia. < Acquisita — afferma il Procuratore — agli atti la prova tranquillante che nella riserva di Capocotta ed in genere nel la tenuta di Castelporzlano traffico di stupefacenti, festini ed orge con uso di stupefacenti non vi sono stati, e che a ciò non può essere ricollegata la morte della Montesi, deve concludersi che le nuove inda gini hanno confermato ed avvalorato i risultati della pre cedente istruttoria definita con il decreto del 4 gennaio >. In tal modo per la magistratura e la polizia italiana la vicenda di Wilma Montcsi rimane ben determinata in un quadro dai contorni sufficientemente precisi e la sua fine è ufficialmente dovuta a « morte accidentale ».
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