Barriera d'omertà e terrore attorno ai fuorilegge di Orgosoio

Barriera d'omertà e terrore attorno ai fuorilegge di Orgosoio L'industriale Basearino e la settima vittima in cento giorni Barriera d'omertà e terrore attorno ai fuorilegge di Orgosolo Gli abitanti del paese sono del parere che il silenzio affranca dai guai: chi parla finisce per essere ucciso, o per uccidersi, o per "diventare,, pazzo - Estrema difficoltà delle indagini, tra una ridda di ipotesi (Nostro servizio particolare) Cagliari, 3 marzo. In cento giorni, sette vittime: sette pacifici cittadini, eliminati dai fuorilegge di Orgosoio, nel breve giro di tempo che va dal 86 novembre, giorno in cui cadde l'ingegnere Davide Capra, a ieri: l'ultimo ucciso è un industriale, aveva cinquant'anni, il suo nome è Domenico Buscarino. Morì il SS dicembre Nicola Moro, guardia campestre ; e sul volto erano evidenti le causali del delitto: la bocca squarciata sino agli zigomi, un orecchio reciso: segno che l'uomo aveva udito e parlato su circostanze non favorevoli ai banditi. Si disse, allora, che il Nicola Moro avesse rivelato ai carabinieri il covo in cui Emiliano Succu teneva prigioniero l'ing. Capra. Una ipotesi valida come tutte le altre, dove nulla è dato sapere con certezza. Due giorni dopo, nella notte della vigilia di Natale, ancora un morto: il carabiniere Davide Budroni, assassinato nel corso di un conflitto con un fuorilegge. lì servo pastore Ad un mese di distanza, il Si gennaio, l'eccidio che costava la vita al capo-cantoniere Erminio Laconi e alla sua domestica Lucia Flore. Il 19 febbraio venne il turno di Andrea Grissantu, un modesto < servo pastore > carico di debiti e di afflizioni. E ieri è stata la voi ta di Domenico Buscarino. L'industriale che gestiva ad Orgosoio una segheria e aveva in sub-concessione l'azienda erogatrice di energia elettrica per il paese, era stato in mattinata a Nuoro: doveva ritirare il libretto di circolazione dall'Automobile Club. Andò a1, pomeriggio nella sua vigna e alle 17,30 era già sulla via del ritorno. La vigna, cui si accede per un viottolo campestre, dopo quattro chilometri di strada provinciale, è posta ap a ai piedi di una fertile vallata, prevalentemente destinata ai vigneti, ma con fitti ciuffi boscosi sull'altura. Mimetizzati tra i cespugli, i fuorilegge avevano teso l'agguato. Con il Buscarino era un dipendente: nessuno dei due presentiva la sciagura. D'un tratto da una macchia di lentischio venne una raffica di mitra. Il cavallo sul quale viaggiava l'industriale s'impennò disarcionando il Buscarino. L'operaio fuggì. Solo allora i fuorilegge balzarono sul viottolo; la vittima giaceva esanime, ma non le furono risparmiate ancora alcune raffiche di mitra. Un occhio schizzò dall'orbita, il cranio venne scoperchiato. Fin qui i fatti. Dopo 4 fatti vengono le illazioni. Perchè Domenico Buscarino è stato ucciso t Vendetta, si dice. Ma la vendetta implica un motivo di rancore; e non pare che l'ucciso, universalmente stimato, ne abbia mai offerto. Era uno dei promotori del « Comitato civile per il progresso di Orgosoio », di cui suo fratello Bisto, un ex-maresciallo dei carabinieri, era addirittura il segretario del comitato. Può esserci un nesso tra tale circostanza e il delitto di.ierif Non sembra. All'art. 4° dello statuto sociale, datosi dal comitato di pacificazione, si legge: « Il co mitato non si propone di sostituirsi agli organi della for- za pubblica, nè di surrogaregli organi della Pubblica Sicu-rezza»: ciò che aveva il sensodi un impegno alla piena de- sistenza da parte degli orgo-solesi nella lotta contro il ori.qantaggio: quasi una ratificadell'omertà imperante, e que-sto non poteva spiacere ai la-Manti. Altra ipotesi: che il Buscarino, taglieggiato dai fuorilegge, avesse opposto di recente un rifiuto a qualche richiesta eccessiva. Lo si può pensare per i precedenti di cui è ricca la storia di Orgosoio; tuttavia è improbabile che qualcuno ne dia conferma. Le indagini, come altre volte, brancoleranno forse nel buio. Un detto dialettale riflette ampiamente la situazione: « In bucca scrrada mai b'intrat muxca»: in bocca chiusa non entra mai mosca; come dire che il Silenzio affranca dai guai. E gli orgosolesi badano oggi a non correre rischi. Per questo i carabinieri urtano contro una barriera di reticenze, non incrinata neppure dalle taglie, poiché ad Orgosoio chi parla finisce per essere ucciso, o per uccidersi, o per fuggire, o per immergersi nei vapori della follìa: autentica o simulata. Suicidio in cella Dopo l'eccidio di Villagrande, dove il H agosto 19^9 tre dei dieci carabinieri di scorta ad una macchina furono uccisi in conflitto ed un quarto rimase accecato, Luigi Crodebbu fece il nome del bandito Severino Congiu. L'indomani, ossessionato dalla gravità dell'indicazione,, si impiccò in carcere. A sua volta Severino CongiUj catturato in una sartoria di Villagrande, fece i nomi dei compii . Poi se ne pentì, trincerandosi da quel momento nel più rigoroso mutismo. Finse di essere pazzo andò in manicomio, tentò a più riprese di uccidersi, quindi di evadere^ finché una perizia psichiatrica ne denunciava la simulazione. Sempre nel corso di quelle !, . .r . * ,, , , \ind^i Angelo Murru si la \^à andare a qualche confiden *°' fasqualc Tandeddu ° co"; \voco *e' supramonte: fu una \conversazione concitata. Il con, fidente d£* carabinieri profittò \del momento buono per darse\ìa a gambe, e la sua fuga si arrestò solo nel Belgio, dove gli fu trovato un posto in miniera; anche Ananio Arzu accettò di recarsi nel supramonte per un appuntamento fissatogli dai fuorilegge, ed il suo viaggio non ebbe mai ritorno: da allora più nulla si è saputo di lui: persino le. sue ossa sem brano essersi svaporate. Né è da credersi che più fluida corra fra i banditi la confidenza rivelatrice. Per fare luce sull'eccidio di Villagrande il maresciallo dei carabinieri De Arca vesti panni da pastore, prese il nome di Francesco Basoccu, e fece vita comune con i briganti di Orgosoio qualificandosi come latitante colpito da mandato di cattura per omicidio. Ne ricavò poco o nulla. In questo clima, neppure le misure di confino recentemente adottate sono riuscite a portare un contributo valido nella lotta contro il banditismo. Gli orgosolesi accettano il confino, ma non parlano; se qualcuno chiede loro la ragione del sacrificio hanno una risposta pronta che nella sua tragicità rivela i connotati di un mondo ancora da riformare : « Dal confino un giorno si torna; dalla delazione mai >. Cosi l'ombra inghiottirà forse anche gli uccisori di Domenico Buscarino. P- f-

Luoghi citati: Belgio, Cagliari, Nuoro, Orgosoio, Orgosolo