Sospettato di rapina si getta sotto un treno

Sospettato di rapina si getta sotto un treno Sospettato di rapina si getta sotto un treno Lo strano caso del suicida: aveva subilo l'aggressione con un collega di lavoro, poi era stato incriminato come organizzatore del colpo Trento, 2 marzo. La sanguinosa aggressione di Carzano, in Val Sugana, ha portato uno dei protagonisti della vicenda al suicidio. Il poveretto, nel pomeriggio di oggi, si è gettato sotto un treno. Come si ricorda, la mattina del 9 gennaio scorso un autofurgoncino della Società Industriale, di Trento — guidato dall'autista Luigi Bertella, di 44 anni, con a bordo il fattorino Mario Segatta, di 47 anni, che aveva in consegna le buste-paga degli operai per un importo di cinque milioni — era stato costretto a fermarsi perchè due grossi macigni ingombravano la strada, poco dopo Carzano. Arrestata la macchina, il Segatta si era appena chinato verso terra per rimuovere l'ostacolo quando sentiva una voce d'uomo intimargli alle spalle mani in alto. Voltandosi scorgeva un individuo con una benda sul viso, sbucato di corsa da una cavernetta scavata nella roc- eia. Il bandito si avventava fulmineamente contro il povero fattorino colpendolo con violenza al capo e facendolo ruzzolare a terra. Riavutosi dallo stordimento, il Segatta afferrava lo zaino contenente la somma affidatagli e lo gettava in un ripido pendìo; quindi, benché dolorante per le percosse, aiutato dall'autista Bertella, impegnava una violenta colluttazione con l'aggressore. Questi, però, riuscito a liberarsi dalla stretta, estraeva di tasca una rivoltella e sparava quattro colpi contro il Segatta che rimaneva immobile sulla neve arrossata dal sangue uscito dalle ferite. Subito dopa gli spari il bandito fuggiva senza neppure curarsi di raccogliere il prezioso zaino e si univa a un complice che lo attendeva poco distante. Raccolto in gravi condizioni, il Segatta veniva ricoverato all'ospedale dove, dopo quattro giorni di lotta tra la vita e la morte, poteva essere salvato con numerose trasfusioni di sangue. Le lunghe indagini, protrattesi per qualche settimana, portavano al fermo e al successivo arresto di Mario Sturzen, di 45 anni, un operaio già alle dipendenze della Società Industriale di Trento, dalla quale era stato poche settimane prima licenziato. Successive indagini potevano accertare che lo Sturzen era il cognato dell'autista della Società Industriale, Luigi Bertella, colui che guidava l'autofurgoncino diretto alla centrale. Il Bertella veniva quindi fermato e sottoposto a lungo interrogatorio da parte del giudice istruttore. Questi, però, non avendo probabilmente riscontrato alcun elemento a carico dell'autista, gli concedeva la libertà provvisoria. Stamane l'autista veniva nuovamente interrogato dal giudice del nostro Tribunale. Naturalmente non si conoscono i particolari del colloquio. Si sa soltanto che, uscito dal Tribunale, l'autista si è recato lungo la linea ferroviaria a poca distanza dalla nostra stazione. Egli ha atteso pazientemente l'arrivo del diretto di Bolzano e quando il locomotore gli è apparso a poche decine di metri si è buttato a capofitto fra le rotaie. Il convoglio è passato sul suo povero corpo maciullandolo orribilmente.

Persone citate: Bertella, Luigi Bertella, Mario Segatta, Mario Sturzen

Luoghi citati: Bolzano, Carzano, Trento