Convegno di architetti amanti della montagna

Convegno di architetti amanti della montagna Convegno di architetti amanti della montagna Alla salvaguardia delle bellezze alpine si deve dare la medesima importanza che a quella delle nostre città storiche (Dal vostro inviato speciale) Bardonecchia, 2 marzo. Non è senza un suo significato, che questi convegni di architettura montana si vengano annualmente svolgendo a Bardonecchia: la località alpina italiana in cui di gran lunga è più intensa, da alcuni anni, l'attività costruttiva. Favorita dalla particolare situazione geografica — allacciata direttamente com'è ai grandi centri da una comoda linea ferroviaria — e al tempo stesso dall'ampiezza della sua conca pianeggiante, l'edilizia ha preso qui di questi anni un ritmo veloce, e a ogni stagione uno trova buon numero di nuove costruzioni, spesso Armate dai più noti specialisti: parecchi dei quali sono ora convenuti qui, e hanno avuto campo di illustrare sul vivo ai colleghi le concezioni che li hanno guidati, e i risultati. Se per la maggior parte si tratta di ville e chalets di maggiori o minori ambizioni e dimensioni, ora si è passati anche ad architetture di mole assai più vasta: e dopo la casa costruita per conto della Lancia, ecco il nuovo edificio curato dall'architetto Pellegrini di Torino — il < Palazzo Solarium » — che non mancherà di venire discusso, per la mole e l'altezza davvero inconsuete. Esso, concepito a Y, consta infatti di tre ali, delle quali una già costruita a sei piani: mentre quella centrale ne avrà addirittura dodici: per un complesso, nell'insieme, di cento e venti alloggi, dalle tre alle sei camere ciascuno. Come si vede, un alveare umano, come non se ne incontra di frequente, nemmeno in pianura. Occorre dire che queste grandi costruzioni offrono notevoli vantaggi — oltre a quelli della insolazione — dal lato economico, permettendo una notevole concentrazione dei mezzi e dei servizi, con sensibile economia di costi, sia di costruzione che di esercizio. Vengono così a scontrarsi, in nleinacsntistazlainfadlevGfeplasrdulonrcèsavtsnnsmlIquesta conca assolata, le due tconcezioni che si battono oggi; nel mondo: quella estensiva, orizzontale, e quella intensiva verticale. E il fatto che ciò sia avvenuto alquanto a caso, e che se le conseguenze estetiche non sono state peggiori è solo dovuto alla fortunata circostanza che parecchie delle nuove costruzioni sorgono al riparo dei propizi boschetti di larici, dimostra l'urgenza di provvedere. Per questo, il terzo convegno Begli architetti montani — costituitisi la volta passata in un organismo-, JM.A.M., Istituto Architettura Montana, — ha dacpvNamnuaqducmfavuto per tema < L'architettura montana in relazione alla tutela del paesaggio!: tema che è stato abbondantemente esaminato e discusso un po' da tutti i lati. Sotto la presidenza del prof. Pugno, preside della Facoltà di architettura di Torino, eran presenti più di sessanta architetti, e tra essi i più noti specialisti, venuti da varie parti d'Italia: e dalla Francia pure, in quattro, capeggiati dal notissimo Le Meme, che si può dire il creatore di Mégève, i quali presero vivo interesse alle discussioni. Il problema, invero, non è semplice: e come tutti i grandi problemi umani, presenta lati contraddittori, che furono successivamente illustrati. Si tratta infatti di contemperare le esigenze della libertà e della originalità costruttive con una necessaria serie di vincoli e di provvidenze che pongano argine alla crescente marea di incompetenza e di affarismo spudorato, che stanno rovinando i luoghi più belli. E se qualcuno, come Sotsas junior, patrocinò caldamente l'opportunità di diffondere una buona coltura architettonica, per smuovere e rischiarare l'opinione; altri — Mollino —i replicò che sta bene, ma in- ' tanto occorre provvedere d'urgenza a impedire gli scempi, e invocò la presenza di un potere esecutivo che abbia veramente potere di imporsi agli evasori e sopraffattori. Tristi e famosi casi hanno messo a rumore il nostro mondo culturale, come lo scempio della via Appia Antica: ebbene, si è insistito qui sulla necessità che anche ai problemi dell'architettura montana e al- „gsrPltecnmzla salvaguardia delle bellezze I alpine si dia la medesima im-!„„-*.,.,..., -v,„ o „,,„ni -i„n„ .portanza che a quelli delle no-1 stre citta storiche. Questo veniva consacrato in 1 un ordine del giorno, nel quale, insieme ad una impostazione moderna e lungimirante dei metodi costruttivi e delle soluzioni urbanistiche, si auspica che là dove l'opera dell'uomo e le condizioni ambientali abbiano creato complessi caratteristici, essi debbano essere non solo protetti ma valorizzati dalle nuove sistemazioni. Infine, si chiede come urgente una legislazione che sia sentita e osservata: e quando necessario, imposta da organismi efficienti. ,E si e preso fermo impegno di far di tutto, perchè questi i non rimangano voti platonici, Alberto Rossi |. ... ! Le Strane peregrinazioni jdi un ladro di automobili Vercelli, 2 marzo. E' stato arrestato Luciano Cornelia, di anni 22, da Biella, autore del furto d'una automo- bile ai danni del rappresentan- ! te di commercio Francesco LojManto, residente nella nostra!città. Il Cornelia, qualche gior-jno dopo essere stato assunto'dal Lo Manto, s'impadroniva il 13 gennaio scorso della macchina del principale e cominciava una strana peregrinazio ne, sulle varie tappe della quale la polizia ha iniziato ora le indagini. A quanto si è finora potuto apprendere il Cornelia da Vercelli si dirigeva a Biella dove s'incontrava con certi Grandinetti e Negro, non meglio identificati e con una donna, trascorrendo con loro la giornata in allegria. Verso sera il terzetto, lasciata la donna a Biella, partiva per Graglia con la intenzione, a quanto sembra, di fare un colpo nella villa di un dottore. Ma, non si sa per quale ragione, l'impresa non veniva portata a termine e i tre da Graglia andavano a Torino, si fermavano qualche ora e ripartivano per una località della provincia dove erano costretti a cedere una gomma di riserva per fare rifornimento di benzina. Sempre insieme poi si diri¬ uiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiuiiiiiiiiiiiiiim gevano a Genova, quindi a Sampierdarena e a Sestri Levante dove s'incontravano con un quarto individuo a nome Andorno, anch'egli non meglio identificato. Che cosa i quattro abbiano poi combinato non si è ancora saputo. La polizia comunque ritiene che il Cornelia e i suoi amici abbiano qualcosa da nascondere alla giustizia e if. sta quindi ora interrogando per ricostruire l'avventurosa fuga e le conseguenti peripezie.

Persone citate: Alberto Rossi, Andorno, Grandinetti, Luciano Cornelia, Negro, Pugno