Iniziata la discussione alla Camera

Iniziata la discussione alla Camera IL, NUOVO GOVERNO A MONTECITORIO Iniziata la discussione alla Camera Roma, 2 marzo. E' incominciata oggi alla Camera la discussione politica sulle dichiarazioni programmatiche dell'on. Sceiba, il cui esito, dopo il voto di fiducia concesso dal Senato, è ormai scontato. In un'aula poco popolata ed in un'atmosfera di scarso interesse, quindi, hanno parlato i primi oratori iscritti. Il monarchico on. CARAMIA ha criticato il nuovo governo, rimproverando all'on. Scelba di aver, rispetto a Pella e Fanfani, mutato rotta. I monarchici non hanno tuttavia alcun preconcetto per la persona del nuovo presidente del Consiglio, ma non intendono dividerne la politica, convinti come sono che per salvare la Patria occorre riunire in un unico blocco tutte le forze anticomuniste. Caramia ha concluso annunciando il voto di sfiducia del suo gruppo. Come secondo oratore ha preso la parola il socialista nenniano on. SANTI, segretario per la corrente del p.s.i. nella c.g.i.l. Egli ha esordito ribadendo la < piena sfiducia » del suo partito nell'attuale mi nistero, c il quale, ha detto, presenta gli stessi difetti di immobilismo ed incapacità sociale dei precedenti governi democristiani con gli stessi uomini ». Secondo Santi la mancata apertura a sinistra della d. c. denota una subdola intenzione di inasprire la situazione per poter perpetrare la politica illiberale ed anti-operaia che risponde agli interessi dei gruppi monopolistici. La verità è — egli ha detto — che tutti 1 mezzi sono buoni da parte della maggioranza per tentare di allontanare il p.s.i. dalla classe lavoratrice. Ci si rimprovera il patto di unità d'azione, ma quel patto fu sottoscritto anche da Saragat ed Ivan Matteo Lombardo. Per molti anni essi militarono nel p.s.i. e non fecero obiezioni per l'unità di marcia con 1 comunisti; e tanto socialista era Saragat che, al momento in cui fu deciso di abbandonare al suo destino la moribonda repubblica spagnola, egli scrisse una lunga lettera a Nenni nella quale affermava che, se avesse dovuto seguire il suo impulso, si sarebbe iscritto ad una sezione comunista. SARAGAT — Perchè non leggi piuttosto gli articoli di Nenni nel '19? SANTI — Bada che la lettera cui ho accennato non ti disonora affatto. SARAGAT (ironicamente) — N immeno quegli articoli disonorano affatto Nenni. (Rumori, proteste a sinistra). SANTI — Conclude affermando che la storia stessa prova come « la classe operaia è veramente forte soltanto quando è unita » e prova anche che < l'unità delle forze popolari assicura la difesa della democrazia ed il progresso sociale ». Il comunista on. Concetto MARCHESI ha preso poi la parola per annunciare il voto contrario del suo gruppo ed affermare di non credere affatto all'antifascismo di Sceiba, bensì al suo « granitico anticomunismo ». Parlando del programma del nuovo governo lo ha poi definito « strutturalmente infelice, fondamentalmente nemico del due grandi partiti operai ». Anche Marchesi ha tacciato il governo di immobilismo ed ha concluso dicendo: «Il carrozzone ScelbaSaragat non tenti di sbarrare la via alle forze popolari perchè sarebbe una vana fatica. Immensa è infatti la rete stradale del socialismo ». Ultimo oratore della giornate, l'on. PRETI del P.S.D.I. riesce, polemizzando con l'estrema sinistra, a riscaldare politicamente l'ambiente. L'oratore nega che questo sia U governo degli sconfitti del sette giugno. Noi — dice Preti — ci siamo preoccupati anzi, dopo il sette giugno, di salvaguardare il regime democratico in Italia. Se Nenni non è con noi è perchè il P.S.I., che condusse la campagna elettorale del 1948 sotto la etichetta dell'unità e quella del 1953 sotto l'etichetta dell'autonomia, avrebbe dovuto svolgere dopo il 7 giugno una politica diversa da quella che in realtà ha svolto. La cosidette « alternativa socialista » non si è dimostrata che un mero slogan elettorale. «Lei, on. Nenni, questa sua alternativa socialista la risolse 11 giorno della presentazione del governo in quest'aula quando rimase a lungo indeciso se uscire dall'aula secondo gli ordini di Togliatti in seguito alla manifestazione per Mussomeli, oppure rimanere; e finì per obbedire uscendo... ». NENNI — Dovevo forse essere solidale con la polizia di Sceiba? PRETI — Le sarebbe bastato essere solidale con la tradizione di libertà e di democrazia del suo partito. NENNI (agitato e rosso in volto) — Fra chi spara e chi è assassinato, non esito a scegliere. SCELBA (alzandosi in piedi, pallido, col braccio teso) — Lei è un mentitore! A Mussomeli nessuno ha sparato. La parte finale del discorso di Preti ha avuto una fiammate polemica anche nei riguardi dei monarchici e, poiché dai banchi della destra lo si rintuzzava, egli ha gridato: « Sia ben chiaro che fra noi e 11 P.N.M. c'è una piena incompatibilità. C AFIERO (P.N.M.) — E' più che chiaro. E' chiarissimo. PRETI — Constato con piacere che siamo d'accordo. GRONCHI (presidente) — Se 3Ìete d'accordo, smettetela d'interrompervi. PRETI ha concluso ribadendo i motivi per cui il suo partito ha accettato di far parte del governo nell'interesse delle classi lavoratrici. La discussione riprenderà domani.

Luoghi citati: Italia, Mussomeli, Pella, Roma