La sparatrice orgogliosa e fanatica esalta ai giornalisti il suo attentato

La sparatrice orgogliosa e fanatica esalta ai giornalisti il suo attentato JTojrse ai salverà Mino tutti i deputati feriti st WasHixigtoxx La sparatrice orgogliosa e fanatica esalta ai giornalisti il suo attentato Lolita Lebron fu l'animatrice del delitto, soggiogando i compagni con la sua esaltazione - Aspira all'aureola del martirio : Desidero che la legge mi colpisca (grida) - Ho sparato per guadagnare la libertà del mio Paese - E' necessario che qualcuno muoia!,, - Negli ultimi mesi i rivoluzionari di Portorico avevano deciso un'azione violenta contro il governo americano (Dal nostro corrispondente) Washington, 2 marzo. Lolita Lebron aspira all'aureola del martirio, ad immolarsi sulla sedia elettrica per l'indipendenza di Portorico, la sua patria. E' una piccola, fragile donna palesemente consumata da una passione incandescente, orgogliosa e soddisfatta di quel che ha fatto. Lo rifarebbe oggi stesso, se non le fosse riuscito ieri. E' irritata solo dalla possibilità di esser sottratta all'olocausto: se l'on. Bentley,.il quale lotta ancora fra la vita e la morte, vivrà, la pena massima alla quale potrà essere condannata è di quindici anni di carcere. Ma se morrà, nessuna legge umana potrà evitarle l'esecuzione: e allora il suo nome, ci ha detto, vivrà in eterno fra quelli degli eroi. La notte scorsa, quando la polizia e il F.B.I. concessero ai giornalisti di intervistarla, Lolita ci venne incontro altezzosa, col capo eretto, i begli occhi di creola fiammeggianti, le labbra un po' grosse e tinte di fresco serrate orgogliosamente, irrequiete le lunghe belle mani pallide. Nelle poche ore trascorse fra la colluttazione, l'arresto, gli interrogatori e l'intervista, si era rassettata: ora ci appariva quasi elegante, nel suo modesto tailleur grigio, un fazzoletto di seta artificiale verde al collo, gli orecchini d'argento, le scarpette di pelle beige; teneva in mano un piccolo cappello nero e, fra i capelli, un pettine di foggia andalusa. Le stavano attorno i tre uomini che ella scelse il SS febbraio, quando derise di compiere l'attentato il 1" marzo, in coincidenza con l'inaugurazione a Caracas della decima conferenza panamericana, per « smascherare di fronte al mondo la politica colonialista degli Stati Uniti », che « opprime » il suo Paese. Appena ci fu dinanzi disse, con voce calda e ferma: t Desidero che la legge mi colpisca. Ho sparato per guadagnare la libertà per il mio Paese. Ho sparato per attirare l'attenzione del mondo, vostra, di tutti, sull'orrendo destino del popolo di Portorico. Non sono affatto spiacente di quel che ho fatto ». E poiché qualcuno le disse che il terrorismo non paga e che lei ed i suoi complici avevano tentato di uccidere indiscriminatamente i rappresentanti del popolo, Lolita cambiò fulmineamente tono. Divenne aggressiva e con una venatura di disprezzo nella voce rispose: « Non ho sparato per uccidere. Non siamo venuti per uccidere e nemmeno per spaventare. E' stato solo per at tirare l'attenzione della Casa Bianca su Portorico. Eppoi nessun Paese è mai divenuto libero, senza che qualcuno muoia per esso, dovreste ben saperlo ». Parole di odio Gli Stati Uniti sono colpevoli di tradire i loro slessi principi di indipendenza e di autodeterminazione dei popoli — disse anche la donna con voce più grave e cattedratica, — Non è possibile opporsi fuori di casa al colonialismo, e macchiarsi in casa propria della stessa colpa. « E non si può nemmeno — aggiunse — condannare impunemente l'oppressione dei veri naturali capi del popolo da parte di altre nazioni, e al tempo stesso sottoporre a tortura il nostro amato, il nostro venerato capo del movimento dell'indipendenza, il presidente Fedro Albizu Campos. Voi lo avete torturato con medicine e strumenti atomici, e le vostre smentite non le crediamo, almeno finché non ci proverete il contrario ». Altre domande di natura più terrena la obbligarono a risposte meno programmatiche: « Ho sparato sette od otto colpi, credo, ma che importanza può avere saperlo? Del resto so per certo che nessuno dei colpi che ho sparato, ha ucciso o ferito nessuno ». E subito tornò a parlare della sua ossessione: € Finché Portorico non sarà libera ed indipendente, potete star certi che cose che posso no parere disgustose, continue ranno ad accadere. Vi par giusto — continuò proseguen do nel soliloquio, che da anni certamente la donna ripeteva — vi par giusto che gli Stati Uniti possano mandare i portoricani in guerra, ma che i portoricani non abbiano alcun diritto ad avere il governo di loro scelta? ». / giornalisti americani le fecero osservare che ancora un paio di mesi fa le due Camere di Portorico rifiutarono a grande maggioranza di proclamare l'indipendenza, sebbene gli Stati Uniti le lasciassero libere di decidere solo che lo avessero voluto. « Ma se la legislatura — ribattè la donna con voce stridula ■— è composta di «omini legati a filo doppio agli Stati Uniti, uomini che hanno paura di perdere i 'loro privilegi ed i loro stipen¬ drqmcvbdcf1gcppasz di, come volete che { portoricani possano sperare di acquistare l'indipendenza con mezzi legali? La legislatura è composta di uomini che' non vogliono sentir parlare di libertà, perchè temono di perdere i sussidi americani. Le condizioni non cnmbieranno finché anche la legislatura non 10 sarà. L'unico modo per raggiungere questo scopo, è di compiere atti come il nostro, per attirare l'attenzione del pubblico ». I suoi tre compagni, i due attentatori ed il portoricano sospetto, arrestato carico di pi-" stole e di munizioni alla stazione degli autobìis per New York, tacevano. La guardavano affascinati, evidentemente del tutto soggiogati dal suo fanatica fervore. Solo il Miranda parlò alla fine. < Noi siamo del tutto d'accordo con quello che ha detto lei » disse accennando con la testa a Lolita, che fiammeggiava intorno sguardi di sfida. < Noi non vogliamo parlare di cose da poco — aggiunse con zelo e compunzione, Un mondo di ombre II dinoccolato ed agile attentatore roteava gli occhi e si torceva le mani quando fu obbligato a rispondere alle precise e fredde domande dei cronisti: a chi aveva mirato, quanti colpi aveva sparato, perchè avevano scelto la Camera e non 11 Senato o la Casa Bianca, chi gli aveva fornito le pistole. € Non ho mirato a nessuno — ha risposto. — JVon me ne importava allora e non me ne importa adesso. Noi siamo votati, vita e morte, anima e corpo al- \ dvdLainCttWnpgvrlsCtrrlfnmclcmiqi la liberazione del nostro Paese. |Ho sparato tutti i colpi che avevo e ne avrei sparati di più, se avessi potuto. Saranno stati otto colpi, preciso ». Nè Lolita nè i suoi compagni vollero rispondere a domande personali. Nessuno ammise o negò di aver altri complici. Ma i loro visi si illuminarono di 1 a n . e i o e i l l a a uno sinistra luce, quando li sijinterrogò sulla dichiarazione 'trovata nella borsetta, di Loli-\ta: <E' il nostro testamento politico », disse Lolita con voce ' densa di rapimento. E quando ■ gli si chiese perchè, partendo] ieri mattina da New York, non j avessero acquistato un bigliet-\to di andata e ritorno: < La no-\stra (disse Lolita) è una mis-\sione dalla quale non si deve fare ritorno ». II < testamento* venite ri- trovato qualche ora dopo l'nr-\resto in fondo alla borsetta;della donna. E' un documento' sgrammaticato, probabilmente | scritto in treno sulla via versoi« ti martirio », perchè la calligrafìa è tremolante e Lolita ha\mostrato di non essere donna accessibile alle paure. « Davanti a Dio — dice il documento— ed al mondo, il mio sangue domanda l'indipendenza di Portorico. La mia vita io do per la libertà del mio Paese. Questo è un grido di vittoria nella nostra lotta per l'indipendenza. 10 dichiaro che gli Stati Uniti degli americani tradiscono i sacri principi dell'umanità con 11 loro continuo soggiogamento del mio Paese, violando i loro diritti di essere una libera nazione ed un libero popolo, e con la. loro barbara tortura del nostro apostolo dell'indipendenza, don Fedro Albizu Campos. Che Dio mi aiuti! ». Sul verso del foglio, consapevole delle sue responsabilità e del suo onore, la donna aveva scritto, forse all'ultimo momento: « Prendo intera responsabiI Htà per tutti ». VO(at0 \ Questo linguaggio e In lue dichiarazioni nell'intervista rivelano in quale mondo pieno di ombre, lontano dalla- realtà, Lolita ed i suoi devoti seguaci abbiano vissuto. « Essi vivono in un mondo di loro immaginazione » ha telegrafato ai Congresso il governatore eletto di Portorico, Munoz Martin, prima di venire oggi a Washington. « Sono dei pazzi, non sanno che cosa il nostro popolo vuole veramente — aggiunse nell'intervista, all'arrivo —. Sono un'infima, minoranza, senza vero seguito nell'isola; forse cinquecento, forse mille. E il loro capo, Albizu Campos, è un pazzo e perchè tale fu liberato dal penitenziario di Atlanta, dove era stato rinchiuso, per aver ispirato l'attentato contro Trumany. Campos, a Portorico, ha rifiutato di parlare con i giornalisti. E' chiuso in casa, immobilizzato su una poltrona con una gamba fasciata: per le ferite, dicono i suoi seguaci, inflittegli dalle torture atomiche nel penitenziario. Sono invece piaghe tropicali, per le quali molte cure sono state tentate, sebbene con poco successo. Più efficaci sembrano le cure che probabilmente strapperanno l'on. Bentley alla morte, e Lolita ed i suoi compagni alla sedia elettrica. Il parlamentare è sempre in gravi condizioni, ma sembra fuori pericolo. E anche gli altri feriti non sembrano correre rischio di morte. Il Congresso si i sente minacciato, invece, ed ha affrettatamente nuove disposizioni per l'ammissione |dej p„bb(t<-o alle tribune, ali interrogatori degli attentatori hanno confermalo, infatti, che parecchi gruppi di terroristi si sono votati alla morte pur di compiere attentati sia- al Congresso che alla Casa Bianca* Le autorità pensano che negli ultimi mesi il partito nazio1 notista rivoluzionario di Porto- jrt'co abbia deciso un attacco a 'fondo contro gli Stati Uniti ed \n governo di Portorico fedele all'Unione. Sebbene nelle ulti ' me elezioni del '51 il partito ■ (|e;;a collaborazione e della li] mitafa autonomia abbia otte j ,ulio VB2 pcr cento dei voti, si \ pensa Che i riuo/uzionnri ab\binno reciutato parecchi nuovi \nderenti> specie fra i portori cani di New York, che vivono jn condizioni di estrema mise- fia e di discriminazione razzia\le nei quartieri più ; della città, ' | imalsani Gino Tomajuoli I portoricani che hanno compiuto l'attentato: Rafael Concel Miranda, Andres FigueTa Corderò e Irving Flores Intorno a Lolita Lebron, la donna che guidò l'azione. (Radiof.) Il deputato democratico George Fallon, del Maryland, visitato all'ospedale dalla moglie e dalla figlia (Radiofoto)