Coraggio, guardiamo

Coraggio, guardiamo IL LIBRO DEL GIORNO Coraggio, guardiamo « Ricordo perfettamente la mia morte, benché essa non sia ancora avvenuta ». E' una delle tante scappate di Giuseppe Marotta, e insieme la sua poetica di fantasioso memorialista cui « tutti li tempi son presenti >, quale appare nelle trecento e cinquanta pagine di questo suo nuovo, piacevolissimo libro, Coraggio, guardiamo (Bompiani), echeggiante nel titolo l'ultimo verso d'una lirica di Vincenzo Cardarelli. Esso comprende cinquantun componimenti che tengono a volta a volta del ricordo, della novella, del ritratto, della satira, della parabola, della moralità; ma che in tanto scompiglio di « generi », rendono compiuta immagine dell'ingegno dello scrittore. Molti di essi sono già noti ai lettori di questo giornale, che peraltro ne piglieranno nuovo e maggior diletto, trovandoli così organicamente collocati entro un disegno generale. A questo suo viaggio « nel mondo favoloso e inamovibile dei ricordi », il Marotta muove con quel senso realistico che fa di lui uno degli autori Mspiti letti di questi anni; con quella scrittura accesa e colo- rita (napoletana, anche quan- do, come qui, non respiri aria di casa), continuamente rial-Ijzata di estri e di trovate, che'ilo pone tra i non molti scrit- I tori ch'è difficile, per non dire! ! impossibile, imitare. E dove 1 altri si fanno della memoria 1 un pretesto per analizzare e contemplare loro stessi (con molto fastidio di chi legge), il' Nostro cerca in essa la propria vita; * una vita vissuta insieme nel passato e nel presente, che conserva ancora Itutta la sua immediatezza, il|suo peso, il suo sapore, il suo'dolore ». Cosi è che accanto ai|vecchi maestri di scuola, un;tema caro a tutti gli scrittori gdi ricordi, ma qui rinnovato dalun feroce tratto caricaturale,! troviamo il moderno carattere della < segnorina », che tante volte tentato dalla letteratura e dal cinematografo, è qui deflnitivamente sistemato in quattro furiose paginette, e.certi ritratti di uomini e don- ne rivelatori del costume congtemporaneo, di cui il moralista I11111 ii 1111111111111 min 11 l ti lllllllll Marotta si piglia sanguinoso spasso. Altrove è una città che ferma lo scrittore: per esempio, Genova, che ha ispirato alcune tra le più felici pagine del libro. Un impressionista è già oravo se riesce a rappresentare il vento in generale. Ma Marotta ci dà il vento particolare di Genova, anzi i suoi parecchi venti, c C'è il vento a raggiera, che esplode in un punto e si apre come un ventaglio... c'è il vento che invece si assottiglia e si acumina, tutto un giuoco di fioretto, di precisione, deve colpire una sola tendina del caffè, un solo garofano del fioraio, un solo pendaglio di un solo lampadario nella bottega dell'elettricista. C'è il vento che saltella come un piattino lanciato orizzontalmente sull'acqua: ogni urto al suolo gli accresce slancio e allegrezza... C'è il vento riccio spinoso, e c'è quello che sembra levigato dagli orefici di via Lucchesi. C'è il vento-sospiro, una lanugine di vento, così ouono a tenersi fra le dita socchiuse. C'è il vento a brandelli, a zone: qui calma asso¬ iuta e cento metri più oltre calzoni e gonne sembrano di segnati da un pittore malato di delirium tremens. Ci sono tanti venti a Genova quanti aro-ni e profumi rintraccia in un ottimo vino chi se ne in Lende... ». Al Marotta surrealista ri manda Ufficio contabilità, do-l ve due impiegati, due 1 mezze ! maniche » della contabilità ce-! leste, moralizzano accoratamente sulla frequenza dei suicidi in terra; al satirico, L'occhio sbarrato, gustosa satira nei ' Ideila televisione nei pianeti |ursus, Auer e Zim, sull ultimo 'dei quali la vita di tutti è mes|Sa televisamente in comune e ;ognuno vede gli altri che lo guardano; al novelliere, Temlpo di farse, nuova variazione ! del vecchio tema dell'adulterio, e cielo e mare, storia d'un gio vanotto e d'una ragazza che scampati su una zattera a un naufragio, per pudicizia si vol tano le spalle come figurine da .saliera. Ma tutto sarebbe da citare, per brio, rapidità, irognia, invenzione. E ancora una I volta sorprende come il Mai rotta, a maneggiare tante metafore, non si bruci mai le di- ta; come sappia sempre con chiudere (levate pochissime volte che l'immagine resta fine a se stessa e non rimbalza) le più imprevedibili analogie, in quest'ordine di bravure senza sforzo niente può competere con L'atleta, «rozza nenia» in lode di Andrea Z., famoso calciatore morto in una stupida sciagura aviatoria. Non giureremmo che Marotta sia un « tifoso » del gioco del calcio: a cogliere certe cose ci vuole !occnio vergine. Ma questo suo i0 » Piu. bel ritratto di portiere in movimento, che si conosca. Regge per sei pagine, e ad |ogni capoverso par di sentire il rullo dei tamburi annunciante ^ jj Vischio supremo. «...Scende va sulla palla ora come un velo I di sposa, ora come una franai di rocce; l'accoppava, la fred-! j dava istantaneamente, oppure 'lasciava che essa continuasse la palpitare nel cerchio delle sue braccia. Dio, i suoi balzi di : misura, calcolati al millimetro, esattissimi, contro le palle ai ,e- ESH le sfiorava con le un-; «hle c le abbassava; le coglie-1 jva 1 ferarmbj' . come frutti 'dall albero. In lui scoprimmo |,a destrezza „ ,e risorJdì tut_, ti gli animali, aveva una borsai idi canguro in grembo, le dita ,artiglianti dei felini, il guizzo dej lucci, la gobba del drome darlo, il brulichio d'arti e la ! contrattilità del ragno, le venìtose del polipo; nell'irrompere degli attaccanti si arrotolava come un'istrice sulla sfera: " autopsia, levategliela con l'au. topsia! ". noi urlavamo dagli [spalti...». 1_ p.

Persone citate: Andrea Z., Auer, Del Giorno, Giuseppe Marotta, Marotta, Vincenzo Cardarelli

Luoghi citati: Genova