Medici mutue e malati di Francesco Argenta

Medici mutue e malati Medici mutue e malati Nuovi spunti e contrapposizioni di tesi nella polemica iti atto Verso il medico "statizzato,,? - Quel che avviene a Torino Nella polemica, in atto, fra medici ed enti mutualistici, non poteva non inserirai, anche, la voce dei « mutuati ». Essi fan blocco _coi medici, colla gran maggioranza dei medici, sono solidali con essi nel richiedere che sia consentita, da parte degli istituti assicurativi, la libera scelta del sanitario: — Ognuno è libero di scegliersi il barbiere, il sarto che vuole: perché dovrebbe essere posta una limitazione alla scelta del medico? tNon chiediamo che questo — scrive un numeroso gruppo di mutuati —- e ci asteniamo, deliberatamente, dall'entrarr in polemica sili mnrln piuttosto aleatorio e facilone con cui è praticata oggi l'assistenza mutualistica,, che si compendia, per la mar/piar parte dei casi in questo assurdo: pagare forti aliquote IN A UT e. poi essere costretti. in caso eli bisogno, a rivolgersi al medico extra mutua, per avere una dee-ente assistenza. Basti elire che ad una mutuata appena uscita dall'ospedale ilopn aver sopportato un intervento 1 c r 111 ' i : 11 r 11 il i ■ 11 ! ì 1 r r ; i ( 1111m i m i < 11 r 11111m ; m 11 r 11 oettabgemttdledldcvddGsnl'sqgsfzpcm 11 il f 11 : , 11111:1 : 1111 r n > u i i i ■ ; i ■ i : I operatorio fu negata lei visita et. elomieilio perchè l'ammalata abitale, al quinto piano: ad un'altra mutuata, fu scambiato t'esita dell'esame elei sangue ed altri fatti potremmo elencare che hanno crealo un malcontento generale... ». Ma se i mutuati sono scontenti, che dire dei medici? Contro i sistemi di organizzazione degli enti mutualistici, la sollevazione è generale e si estende dai medici che esercitano la professione in città ai medici condotti della campagna, che, rispetto ai primi, sono i veri sacrificati, come scrive il dott. Giuseppe Molinaio, medico condotto, da 14 anni, a Guaime d'Alba: '(isolati in s],erelitti paeselli, dove tengono accesa, fra l'indifferenza e l'oblio generale, la fiaccola del sapere, del progresso, nella quotidiana lotta contro il prr- giudizio e nel soccorso ai di- screduti: obliati, davvero, da fi'??;, anche dalle, amministra- zionì comunali dalle quali di- penriono e ehe, spesso, con spe- ciosi pretesti, negano loro quei moelesti adeguamenti che sono elargiti a tutte le categorie professionali ; vincolati, a dispetto della grama situazione economica, eia necessità di servizio che incalzano giorno e notte, senza respiro, senza che esista la possibilità di contare su turni di avvicendamento...». Il prof. Petrilli, che è uno degli esponenti dell'organizzazione mutualistica in Italia, sostiene che non è colpa del! l'INAM e degli altri enti assistenziali se la massa dei medici è distribuita, torritorialmer.te, con rapporti ineguali ed irrazionali: 204 medici per centomila abitanti nei capoluoghi di provincia, fi3 per centomila abitanti negli altri comuni. Del resto, su 4fi mila medici esercenti, più di 35 mila flguiano negli elenchi delle mutue e, fra essi, 3R53 sono le- [gati agl'istituti assicurativi con ■ rapporto di impiego. Il maleon I tento dei medici, secondo il ! prof. Petrilli, è privo di giusti Reazione, Gli enti mutualistici sor.o nella necessità di sodril sfare le esigenze dei lavorato ri, che si sintetizzano nella [migliore assistenza sanitaria. E se, nel perseguimento di questo scopo, essi sono tenuti a non trascurare le istanze della classe medica, la quale, nell'esercizio della professione a. favore degli assicurati, chiede siano mantenute quelle stesse prerogative che stanno alla base di un qualsiasi rapporto professionale fra medici e clienti, agli enti incombe, altresì, l'obbligo di mantenere le spese nei limiti del gettito contributivo e del bilancio preventivo. Secondo il prof. Petrilli la soluzione del conflitto, in atto fra medici e mutue, potrà aversi in base a prineipii deontologici da affidare alla forza della legge e nei quali sia data una nuova interpretazione all'esercizio della professione medica in conformità alle nuove esigenze sociali. Ma è, proprio, contro una soluzione siffatta, contro l'ipotesi, che ne conseguirebbe, del medico statizzato che insorgono, più veementemente, ì medici liberi professionisti, che hanno una clientela, ed i giovani medici che hanno il desiderio, ma, anche, tutte le attitudini per far-' si una clientela fiduciosa e devota. Contro la tesi del medico statizzato, che, con mutati ter- '««'«< -< riduce, poi, a quella del medico fiduciario, che è il medico che l'INAM vorrebbe imporre alla totalità dei suoi Jassistibilj (si blatera che solo dal medico fiduciario potrebbe attendersi una compressione nelle spese per medicinali, esa mi speciali, ecc. ecc.) insorge, j fra i tanti, il dott. Francesco jDurar.rio di Alessandria: « Il l/trfiicir/rio trasformerebbe la {professione del medico in un ! mestiere, ucciderebbe qnaiuti]r/i/e iniziativa individuale del medico, qualunque entusiasmo. qualunque stimolo a perfezlo 1 ip ii M ii 11 ii 11111111 <■ i ii 111 ii 11111111M111111 i 111111111111 nare le proprie cognizioni tecniche, ad. affinare le naturali doti cliniche, a conquistarsi la fiducia, la, confidenze!,, l'amicizia, del merlato... ». Dello stesso parere è il dott. Cosimo Fulgido, di Torino: < Non siamo contro le mutue, nè avversiamo la medicina socializzata. Vorremmo soltanto che le cose andassero diversamente da come vanno oggi. Ci sono, a Torino, cinquecento medici disoccupati, e taluni di questi, per sbarcare il lunario, si adattano a fare i propagandisti di medicinali (ma si è dato anche il caso che medici, con due-quattro anni di laurea, abbiano supplicato di essere assunti quali infermieri presso organizzazioni mutualistiche operanti fuori del raggio dell'INAM. n. d. r.). La soluzione veramente, giusta di questo angosciente problema è quella di dar corso, a Torino, come in tutta. Italia, alla liberei, scelta del medico. Si dia, valore e potenza alle eapeteità, individuali e salga in alto il più meritevole... >. E' quello che, col dott.. Fulgido e tanti altri, sostiene anche {'Associazione giovani medici. Segnalando la clamorosa frattura intervenuta, in occasione dell'annuale assemblea dell'Ordine, fra giovani medici e. liberi professionisti da un. lato, e i medici mutualisti (o monopolizzai ori di incarichi mutualisticil dall'altro, l'Associazione, che raccoglie 1 medici delle giovani e giovanissime leve, ha formulato una protesta che è stata inviata anche al Presidente della Repubblica. Nell'assemblea dell'Ordine, la Associazione aveva presentato un o.d g. volto ari ottenere l'impegno, da parte dell'Ordine, « a realizzare al più presto, in armonia col rispetto della dignità e del diritto al lavoro del medico abilitato alla professione, la litiera scrltet. per l'esercizio professionale nel campo assistenziale, assicurativo, mutualistico ». L'o.d.g., con una. fievole maggioranza, resa possibile dal coalizzarsi delle forze avverse, è stato respinto. Cosi, la polemica continua. Continua per parte dei medici, ma continua anche per parte dei mutuati, i quali, deprecando il burocraticismo, gli sciupìi e le incongruenze che finiscono per isterilire o ridurre i vantaggi offerti dalle organizzazioni mutualistiche a carattere nazionale, parastatale, non esitano a rifarsi all'esempio della Mutua Fiat, il cui consiglio d'amministrazione è composto di autentici lavoratori ed alle cui iniziative, nel campo assistenziale, la Fiat viene incontro con Illuminata liberalità, come attesta il prof. Ugo Rondelli, accollandosi le spese di amministrazione, ecc. (circa quattrocento milioni all'anno), cosi da consentire lo sviluppo dell'assistenza, sulla base del gettito dei contributi, che ascendono ad un paio di miliardi annui, secondo i criteri più larghi. Libeia, per parte dei medici, che sono uno per seicento assistitoli, mentre l'INAM e gli istituti similari ne hanno uno per milleduecento, la prescrizione dei medicinali: attiva diuturna e sollecita l'assistenza di fabbrica; abolita la franchigia consuetudinaria dei tre giorni, se la malattia ha una durata che trascenda questo brevissimo termine, ecc. ecc. « Alcune impiegate del ramo industriale » che fruiscono dell'assistenza dell' 1 N A M , lamentano la diversità del loro trattamento ed il calvario cui devono sottostare per le prestazioni: * I!n'impiegata, che, pur non essendo costretta a. lasciare il lavoro, nevi ssita di iniezioni, deve al termine dell'orario d'ufficio, recarsi all'ambulatorio, situato spesso lontano, attendere il suo turno e farsi praticare alla fine, l'iniezione da un'infermiera, che, stanca'per la gravosa giornata, è assai spesso priva di garbo... ». Per non sottostare a questo calvario, l'impiegata assistita dall'lNAM «si decide, a comprarsi le frale ed a farsi fare le iniezioni da un'infermiera privata... Ed, ecco, come i compiti e le finalità del1 assistenza finiscono, a volte, per snebbiarsi ed immiserirsi, per essere elusi e frustrati. Francesco Argenta

Persone citate: Cosimo Fulgido, Francesco Jdurar, Giuseppe Molinaio, Petrilli, Ugo Rondelli

Luoghi citati: Alessandria, Italia, Torino