Fino al giorno del processola Caglio non svelerà il suo segreto

Fino al giorno del processola Caglio non svelerà il suo segreto Aspetterà il quattro marzo neWistituta di suore a Firenze Fino al giorno del processola Caglio non svelerà il suo segreto «Al magistrato ho detto tutto, sul "caso,, di Wilma Moritesi e su altre cose importanti» L'avvocato della giovane nei prossimi giorni consegnerà alla stampa un comunicato (Dal nostro Inviato speciale) Firenze, 8 febbraio. Un gustoso e significativo episodietto è accaduto ieri sera, alle 20,42, all'arrivo alla stazione di Firenze del direttissimo sul quale aveva viaggiato Anna Maria Moneta-Caglio in compagnia del suo legale avv. Ferrari Bravo. Sullo stesso treno si trovava una coppia e'- divi cinematografici: Humphrey Bogart e la moglie Laurcn Bacali. Essi H affacciarono al finestrino e scorsero la folla di giornalisti e fotografi in attesa. Bogart si gonfiò il petto, la moglie si diede una aggiustatina ai capelli. < Le noie della celebrità — forse pensarono con finto fastidio. — Non si può fare un passo senza doversi incontrare con giornalisti e fotografi*. Percorsero il corridoio, pronti all'assalto, già rimuginando le frasi ad effetto e gli atteggiamenti fotogenici. Scesero dalla vettura, e trovarono vuoto il marciapiede. Giornalisti e fotografi erano più in là, facevano ressa attorno a una ragazza; scattavano t lampi dei fotografi; si udivano domande. Una ragazza carina, indubbiamente, ma così spettinata, così priva — almeno in quel momento — di senso scenico. I due divi rimasero mortificati. < C'è qualcuno più celebre di noi », dovettero pensare allontanandosi mestamente. C'era del patetico nel loro passo svelto, forse involontariamente nervoso. Vn fotografo dovette cogliere la loro delusione; certo per non lasciarli andare amareggiati del tutto, scattò un < lampo > e li rese felici. Eh sì, era arrivato qualcuno più celebre di loro: Anna Maria Moneta-Caglio. Anna Maria la celeberrima, la memorialista nazionale, l'eroina dei rifugi misteriosi e delle rivelazioni segrete (ma non troppo). Era pallida ma ugualmente bella; stanca ma non meno vivace e spigliata del solito. Quelle battagliatissime ore romane, fughe, inseguimenti, interviste, e quelle sei ore e venti di deposizione al Procuratore della Repubblica dottor Sigurani, non l'avevano affatto demolita. Fece fronte all'attacco. Conosce bene ormai la tattica da adottare con i giornalisti dell' obiettivo e della stilografica: sorrisi per gli uni, risposte volanti per gli altri, risposte che praticamente non dicono nulla. Stringendo fra le mani pelliccia, borsa e borsetta, ella si affiancò all'avvocato FerrariBravo, tentò senza troppo impegno, di fendere la ressa. Le domande incalzavano, Anna Maria ne afferrava a volo qualcuna, la meno compromettente. < Chissà dove andrà a nascondersi ora>, disse una voce sfiduciata. Ella fece una espressione cosi eloquentemente stupita e candida nel sorriso che avrebbe meritato di figurare in un primo piano su uno schermo panoramico. Era così sbalordita la sua espressione che non sarebbe stato necessario un chiarimento. Tuttavia ella lo diede: < Perchè dovrei nascondermi t Non c'è nessuna ragione, ormai ho dotto tutto ciò che avevo da dire. Ora aspetterò il processo del 4 marzo. E intanto torno all'Istituto dove mi trovavo già prima di partire per Roma >. E' un pensionato per donne sole, diretto dalle Suore della Redenzione, in via delle Forbici 38; un rifugio tranquillo, una viuzza appartata sulle colline che portano a Fiesole. « Lì troverò la serenità che mi occorre per prepararmi a quell'altra battaglia del 4 marzo. Se mi lascerete tranquilla », aggiunse con un sorriso significativo a coloro che non potevano assumere alcun impegno in quel senso. € Si fermerà a Firenze fino al processo t ». < Nei miei propositi, sì. Non vorrei proprio allontanarmi da Firenze e dalle suore della Redenzione, presso le quali mi trovo tanto bene. Divenderà da voi» (altro sorriso pieno di significato). Intanto il gruppo procedeva lentamente verso l'uscita. La domanda attesa finalmente giunse, e fece allontanare il sorriso sul volto di Anna Maria. « In che cosa è consistito il suo colloquio col Procuratore della Repubblica di Roma t », disse qualcuno. € Ciò che posso dirvi è questo — ella rispose dopo una rapida occhiata all'avv. Ferrari-Bravo. — Che ho parlato di tutto. Ho riferito ciò che saj>evo e ho ritenuto giusto di dire ». < Anche della Montesit ». « Naturalmente. Ma non soltanto di lei. In sei ore e venti di colloquio ne ho avuto di che parlare. La fine della Montesi non è che una piccola parte di ciò che sapevo e che ho ritenuto mio dovere far sapere alla Oiustizia ». c Ha consegnato il memoriale t », le fu chiesto. *Ce l'avete ancora col memoriale. Quello che voi chiamate memoriale non era che una traccia di ciò che avevo da dire. Se volete proprio saperlo, non l'ho consegnato. Esisteva forse memo a naie più esatto e completo di me stessat ». Tacque un attimo; riprese: « Una cosa vorrei aggiungere. Non vorrei che questa vicenda venisse presa troppo alla leggera. E' tutt'altro che una farsa, come a qualcuno può sembrare. Si tratta di cosa estremamente seria. Bisogna che chiunque se ne renda conto. Del resto, fra meno di quattro settimane, al processo, tutti pubblicamente se ne convinceranno ». Si era giunti sulla pensilina esterna della stazione, l'avvocato Ferrari-Bravo l'aveva preceduta di qualche passo per andare alla ricerca della macchina che era in attesa. Anna Maria disse: < Desidero aggiungere soltanto questo. Nessuno è autorizzato a fare dichiarazioni a mio nome. La sola persona alla quale ho affidato questo mandato è il mio avvocato Ferrari-Bravo. Bravo davvero, ve lo assicuro. Ho la massima fiducia in lui». Si è infilata in macchina. Erano quasi le 21. Un quarto d'ora dopo l'auto si è fermata davanti al n. 38 di via delle Forbici, l'avvocato ha suonato il campanello; poco dopo si è presentata una suora. Un'ultima domanda prima che Anna Maria varcasse la soglia: « Non ci dirà qualcosa di più esplicito 1 ». « Non certo stasera — ha risposto la signorina MonetaCaglio. — E nemmeno domani. Forse pregherò il mio avvocato di farvi alcune dichiarazioni. E non adoperate il termine di conferenza-stampa, che non %t addice affatto al caso. Dopo il troppo chiasso ho bisogno di molta tranquillità. Se deciderò di fare delle comunicazioni, vi saranno fatte dall'avv. Ferrari-Bravo ». Ieri sera è andata a letto presto Stamattina si è alzata tardi, è scesa nella chiesetta dell'istituto, dove ha assistito a una funzione religiosa. A Firenze oggi pioveva e Anna Maria non è uscita. Al pomeriggio ha letto un mucchio di giornali, e anche questa sera è andata a riposare presto. L'annunciata comunicazione dcll'avv. Ferrari-Bravo oggi non si è avuta. Come anticipo a quanto probabilmente verrà dpMvpcpncstibrcssvevtztPvprcstsHFLccnnbtvSs—mPdgpntstdetto, egli questa sera mi ho I miMiiiiiiiiiniiiiiiiniiiiiiiiiiiiiniiiiiiMiiiiiiiiiiiiiii dichiarato : « Tutto ciò che posso dire è che la signorina Moneta-Caglio non desidera vedere nessuno, non desidera parlare della vicenda. Posso confermare che domani ò dopodomani farò una piccola riunione net corso della quale co>iscgncrò un comunicato scritto contenente alcune notizie, quelle cioè che è possibile dare. Non vi sarà naturalmente alcuna rivelazione sul contenuto del colloquio che la signorina ha avuto col magi strato romano. Oltre ad esser vincolata al segreto istruttorio, ella non desidera parlare della vicenda prima che venga interrogata come teste all'udienza del 4 marzo ». Giuseppe Faraci Di ritorno da Roma, Anna Maria Caglio ha trovato talita presso le suore fiorentine della Redenzione. ospi-(Tel.

Luoghi citati: Fiesole, Firenze, Roma