Nascosta per 22 giorni in un convento a Firenze
Nascosta per 22 giorni in un convento a Firenze Nascosta per 22 giorni in un convento a Firenze II viaggio in treno per la capitale con la scorta di due funzionari - Un'intervista prima della partenza (Dal nostro corrispóndente) Firenze, 5 febbraio. Il mistero che in quest'ultima settimana ha circondato la presenza a Firenze di Anna Maria Moneta Caglio è terminato. Anna Maria ha lasciato stasera la nostra città col direttissimo n. SS in partenza dalla staziono di S. Maria Novella alle ore 19J1. Arriverà a Roma alle 23,SO, salvo ritardi e a meno che, seguendo l'esempio dell'avv. De Marchis, non preferisca scendere a qualche stazione intermedia per giungere alla capitale in automobile. Anna Maria Moneta è arrivata in stazione poco prima della partenza del direttissimo in compagnia dell'avvocato Ferrari-Bravo. Sorridente e cordiale, anche se in certo modo riservata, ha fatto buon viso a cattivo gioco quando ha scorto fotografi e giornalisti farlesi incontro. Alta, slanciata, col capelli neri che le scendono sulle spalle, senza rossetto nè cipria, Anna Maria ha posato cortese per i fotografi senza proteste, mentre due sottufficiali di P. 8. in distanza osservavano la scena. Una misura, questa, che non va fraintesa. Anna Maria non è in stato di fermo nè sorvegliata, ma soltanto € scortata». I due funzionari hanno il compito di assicurarle un viaggio tranquillo, privo di qualsiasi incidente. Terminate le fotografie, Anita Maria concede anche una breve intervista. — Ci dica qualcosa dal famoso memoriale. — Mi dispiace, ma proprio non posso dir niente. — E allora ci dica almeno questo: secondo lei il suo memoriale ha una reale importanza in ordine al retroscena del caso Montesi t — Certamente — risponde senza esitazione. — Sempre che, naturalmente, se ne voglia tener conto. Dice anche che dei memoriali non ne esiste uno solo, ma ne esistono due e che il secondo l'ha scritto a Firenze più di una settimana fa. — E da quanto tempo è a Firenzel — Da quasi ventidue giorni.— E dove è statai — Nell'Istituto delle Suore della Santissima Assunta iti via delle Forbici, sulle colline di Fiesole. — Mai uscita f — Chi l'ha detto t Sono uscita, e come, tre o quattro volte in automobile. Ho girato tranquilla per la città e nessuno mi ha riconosciuta. E ho co¬ nosciuto anche diversa gente, molto ma molto simpatica. — La polizia sapeva che lei era quit '— Certamente. E così l'intervista finisce. E di lì a poco il treno parte e si porta via Anna Maria Moneta, comodamente seduta in uno scompartimento di seconda classe A questo putito è necessario dire che Anna Maria Moneta Caglio venne a Firenze verso la metà di gennaio e prese alloggio nell'Istituto delle suore. La polizia ne venne a conoscenza dopo qualche giorno e un funzionario della Questura si pose in contatto con lei e col suo legale, avv. Ferrari Bravo. Tanto alla Moneta che al legale venne fatta presente la opportunità, per non dire la necessità, che la ragazza uscisse dallo stretto riserbo del quale si era circondata e si recasse a Roma per rendere noto al giudice inquirente quello che sapeva sul caso Montesi. Dopo quel colloquio, durante il quale fu deciso che Anna Maria si sarebbe recata alla capitale, fino al pomeriggio di oggi la Questura fiorentina ha adottato, per difendere la ragazza se non altro dagli assalti dei giornalisti, misure quanto mai accorte e sottili, rivelatesi efficacissime. Stasera alle 18,15 il dott. Di Stasio si era recato in automobile in via delle Forbici per prendere Anna Maria e condurla alla stazione. Dietro la macchina del funzionario c'era una <.U00> di un giornalista romano che non voleva desistere a nessun costo dall'inseguimento. E la macchina della Questura è stata costretta ad entrare in una caserma della Celere, in via del Fratello Orsini. L'automobile del funzionario, con Anna Maria Moneta si è fermata ed ha fatto aprire il cancello, poi è scomparsa nel cortile. La < 1400 > ha atteso, ma l'auto del funzionario di polizia è uscita da un'altra porta e così la <liO0» l'ha perduta di visla. Il dott. Dì Stasio ha quindi proseguito con la sua macchina verso la stazione e qui Anna Maria Moneta veniva bloccata dagli altri giornalisti che vendicavano così senza volerlo il collega romano che era sulla < 1400 >. Prima che il treno si muovesse, Anna Maria si è affacciata al finestrino e ha scambiato ancora qualche parola. — Che ne pensa suo padre di tutta questa pubblicitàf — Non gli ha fatto certo molto piacere, ma non ne ho colpa io. — Che cosa pensa di faret — Come posso dirlo f — Il cinema non l'attira t — Ho già fatto del cinema a Roma, due o tre anni fa; niente di impegnativo, si capisce. E termina dicendo: €Non crediate che la pubblicità di oggi mi faccia piacere pensando al domani. La cosa è molto seria. Non è una trovata pubblicitaria: di questo potete starne certi >. 8- c. llllllllllllllllllllllllllllllllllllUllllllllllllllllllllll Alle 19 di Ieri Anna Maria Moneta-Cuglio, uscita dall'Istituto di suore, a Firenze, In cui s'era rifugiata 23 giorni fa, è partita per Roma, dove sarà Interrogata dal magistrato (Tel.)
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