II memoriale non sarà consegnato ai giudici

II memoriale non sarà consegnato ai giudici II memoriale non sarà consegnato ai giudici (Dal nostro inviato speciale) Milano, 4 febbraio. Alle 14,35 di oggi l'avv. Serafino De Marchia è partito per Roma. Nessuna precauzione era stata presa per nascondere la pnrte-nza. I giornalisti nlcvMihanno potuto assistervi corno-1 èdemente, ed alcuni anzi hanno preso posto sullo stesso treno per seguirne fedelmente le mosse. Preoccupazione che forse non frutterà molto. In una riunione tenuta questa mattina, alla quale hanno preso parte il notaio Attilio Moneta Caglio e il fratello don Ernesto, è stata stabilita la linea di condotta da seguire nell'interesse di Anna Maria. E' stato anche predisposto un piano che consentirà all'avv. De Marchis di sfuggire non soltanto al pedinamento dei giornalisti che lo seguono sul treno, ma anche a quelli appostati alle fermate del convoglio, e all'agguerrita pattuglia in agguato alla stazione di Roma. Non sarà in treno però che l'avv. De Marchis arriverà questa sera alla capitale. Alla stazione di Firenze egli si incontrerà con l'avv. Agradi, il legale romano dei Moneta al quale era stato affidato ciò che fino a ieri veniva definito il « memoriale > di Anna Maria e che ora, dopo la sconfessione fattane dalla famiglia, converrà chiamare un semplice promemoria. Da Firenze in avanti la presenza dell'avv. De Marchis in treno diverrà aleatoria. In una delle fermate intermedie egli proflttprà di una qualsiasi circostanza favorevole per eclissarsi. Proseguirà in macchina per Roma, e — almeno lo spera — arriverà inosservato. < Se non mi lasceranno tranquillo — ha detto alla partenza da Milano — non potrò fare ciò che è necessario che avvenga con un certo riserbo >. Il suo compito è noto: avere un colloquio preliminare con Anna Maria, e preparare il suo incontro col Procuratore della Repubblica dott. Sigurani. Mentre cosi apertamente è avvenuta la partenza dell'avv. De Marchis, circondata del più essoluto segreto si è svolta invece quella del notaio Moneta. Anch'egli è partito per Roma, e ha preferito precedere 11 suo consulente, col quale si incontrerà questa notte o domattina nell'abitazione di un parente presso il' quale prenderà alloggio. Al dott. Sigurani non verrà presentato il promemoria di Anna Maria. Ad esso ormai la famiglia Moneta ha rinunciato del tutto. Quel che di vero o di non vero, di grave o di non grave, i sospetti o le deduzioni o le congetture, che Anna Maria conosce e crederà di far conoscere al magistrato, li esporrà a voce. Questa la linea di condotta stabilita dalla famiglia Moneta. Essa è apparsa meno compromettente di una esposizione scritta, anche se le dichiarazioni fatte in sede d'interrogatorio verranno ovviamente verbalizzate. Che cosa dunque avrà da dire Anna Maria? Le sue rivelazioni daranno o no indizi sulla fine della Montesì? Condurranno o no alla scoperta di un certo mondo equivoco, e nll'identiflcazione dei suoi componenti? Insomma, dirà tutto quello che sa? E quelle .-.he asserisce di sapere sono cose concrete o esagerazioni? Sono state fatte tante ipotesi, in buona fede o volutamente artificiose per sviare le deduzioni dei giornalisti, che è lecito chiedersi oggi quale è la reale consistenza delle rivelazioni di Anna Maria. < Sa cose terribili >, è stato detto in un primo tempo. «Non sa niente di concreto, il cosiddetto memoriale è una sciocchezza >, ha affermato ieri sera il padre. Possiede una bizzarra vitalità questo pallone, un po' si gonfia, un po' si sgonfia. Dopo lo sgonfiamento di ieri, ecco oggi che il pallone riprende consistenza e quota. Pilota di questo rinvigorimento è stato don Moneta-Caglio, «Non esageriamo ora — egli ha detto. — Se prima al memoriale, o al pro-memoria, lo al chiami come si vuole, è sta to dato troppo credito, ora si rischia di annullarlo del tutto Era inesatta la precedente valutazione drammatica, com'è inesatta l'attuale valutazione ottimistica. Qualcosa di vero c'è. Molti episodi a conoscenza di mia nipote, molte sue congetture saranno inesatti o interpretati in modo pessimistico; ma un fondo di fatti autentici e d'indubbia gravità esiste incontestabilmente >. E ha continuato: «Mia nipote, nonostante i Buoi 83 anni, nonostante lo spirito moderno e dinamico di cui è dotata, è una bambina. Le cose le appaiono in una prospettiva non sempre reale. Una bambi- te«sdndroccetsctAnh—rlsdnacanpPpnpgssccspdSsrènddcgv na, le assicuro. Bisogna vederla, quando viene qui, giocare come una monella >. Pia aggiunto: c La sua disavventura amorosa col marchese Montagna l'ha prostrata oltre il prevedibile. Anna Maria ne è ancora innamorata. E altret tanto, del resto, lo è lui >. In termini più teneri si esrrime il fratello Enrico. «Noi siamo stati privati presto della mamma — egli ha detto. — Nel '32 ella, una Monneret de Villard, non si trovò d'accordo con papà, e si separò da lui. Tornata in Francia, ottenne il divorzio e si sposò con un francese. Durante l'occupazione tedesca fu arrestata e chiusa in campo di concentramento, dove mori in circostanze che ignoriamo. In un certo senso siamo stati allevati dallo zio Ernesto, al quale Anna Maria è molto affezionata. « Quando andò a Roma — ha continuato Enrico Moneta — mia sorella era proprio una ragazza Inesperta, sebbene volesse fare molte cose. Non posso credere però a quanto ha dichiarato l'avv. Bellavista a nome del marchese Montagna a proposito del suol rapporti con mia sorella. Se egli ha autorizzato quelle dichiarazioni, non mi.pare che si sia comportato nel modo più cavalle- resco. Quando lo conobbe, Anna Maria era fidanzata con un giovanotto di San Gallo. Si innamorarono, e Montagna chiese che ella rompesse il fidanzamento. Mia sorella accettò. Egli annunciò che 11 matrimonio sarebbe avvenuto dopo un paio d'anni >. Enrico Moneta non aveva Ietto sul giornali che il Mon¬ tagna risulterebbe già sposato. La notizia gli ha dato un profondo turbamento. « Ma allora — ha detto — egli si sarebbe doppiamente comportato in modo sleale: l'ha Incannata tacendole il proprio matrimonio, e ha profittato dell'inesperienza di una ragazza fuori di casa e sola. Giuseppe Paraci

Luoghi citati: Firenze, Francia, Milano, Roma