la cassaforte resiste all'assalto dei ladri che per vendicarsi devastano gli uffici
la cassaforte resiste all'assalto dei ladri che per vendicarsi devastano gli uffici la cassaforte resiste all'assalto dei ladri che per vendicarsi devastano gli uffici Il tentativo di jfurto avvenuto in via Mazzini 40 - In questi giorni l'agenzia aveva raccolto ingenti somme - Numerose impronte digitali raccolte dalla polizia scientifica I furti e i tentativi di furto si susseguono con un ritmo, con un crescendo veramente impressionante. La questura ha disposto perche tutti i commissariati cittadini svolgano un'intensificata opera di vigilanza, di notte e ài giorno. Ed effettivamente questa vigilanza c'è e numerosi « colpi » sono stati sventati e parecchi individui sospetti o addirittura colti con le mani nel sacco sono stati arrestati. Ma i furti non accennano a diminuire. Il fatto è che le imprese ladresche vengono organizzate e portate a termine non 60lo da pregiudicati, da gente del « mestiere » che la polizia conosce, controlla o comunque sa dove, prima o poi, trovare: i furti sono anche perpetrati da malfattori occasionali, Ieri notte i lestofanti hanno preso di mira la sede dell'agenzia per 11 Piemonte della società « Singer », in via Mazzini 40. E' stato un vero caso che M « colpo » non abbia fruttato ai ladri un in- lllllllllllllllllllllllllllllllllllllltlllllllllllllllllllll gente bottino: fortunatamente la cassaforte ha resistito all'assalto furibondo e i ladri sono stati costretti a ripiegare a mani vuote. Dunque, ieri notte, presumibilmente tra le 2 e 2,30 i malfattori — erano certo in tre o quattro — entravano nel cortile dello stabile, dalla parte di via San Massimo.' Nessuno li udiva, nessuno li notava. Erano evidentemente muniti di chiavi imitate alla perfezione: penetravano infatti nel magazzino dell'agenzia con la massima facilità e senza forzare l'uscio e far rumore. Dal| magazzino i ladri passavano nel negozio e dal negozio negli uffici. Avevano un obbiettivo preciso, individuato e scelto in precedenza: la cassaforte dell'agenzia, una robusta cassaforte in ghisa e in ferro, incastrata nel muro. Ed era chiaro che i lestofanti si erano informati accuratamente delle abitudini interne dell'agenzia: sferravano il « colpo » proprio negli ultimi giorni del mese, quando cioè, di regola, la cassaforte contiene una somma ragguardevolissima. L'attacco veniva condotto con un grosso trapano a mano e una leva. Chi « lavorava » era senza dubbio uno « specialista », e i segni lasciati sulla lamiera indicano che lo scassinamento era condotto ad arte, da persona esperta. Ma ad un certo momento — dopo almeno un'ora o un'ora e mezzo di lavoro — i lestofanti si convincevano dell'inutilità dei loro sforzi e desistevano. Rabbiosamente, allora, si sfogarono mettendo a soqquadro gli ,"^"ìl<• ,uffici, nella speranza di trovar dei soldi o, comunque, qualcosa diutile o di prezioso. Ogni cassettoveniva forzato, aperto e frugato, ogni armadio spalancato ed esplo-rato, ogni scansia buttata all'aria. Ma tutta questa ricerca febbrile — nell'ansia di essere scoperti — non dava alcun risultato: i ladri non trovavano un centesimo. Alla fine abbandonavano i locali e si allontanavano, forse alle prime luci dell'alba. Alla mattina si scopriva l'effrazione e si dava l'allarme. La Squadra Mobile si recava sul posto e il maresciallo Veneziano, con alcuni agenti, eseguiva un minuzioso sopraluogo, cercando di rintracciare una pista. Dal reparto scientifico sono state rilevate numerose impronte digitali, che saranno inviate all'Istituto Centrale segnaletico di Roma.
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