Nove persone uccise dal gas dopo una festa in famiglia

Nove persone uccise dal gas dopo una festa in famiglia Nove persone uccise dal gas dopo una festa in famiglia I morti, tutti parenti, abitavano nello stesso alloggio a Frascati: quattro bimbi e cinque adulti - La figlia di una delle vittime per la disperazione tenta di suicidarsi - Un tubo di gomma distaccatosi dal fornello ha provocato la tragedia (Dal nostro inviato spedalo) Frascati, 23 gennaio. Una spaventosa tragedia si è verificata la notte scorsa a Frascati, in un modesto alloggio del villaggetto dell'UNRRA-Casas: nove persone, di cui quattro bambini e cinque adulti, sono stati uccisi da esalazioni di gas sprigionate nella piccola cucina. Nove persone morte e tre famiglie distrutte: la famiglia di Ettore Grazioli, di 34 anni, facchino presso uno stabilimento, con la moglie Arduina, di SB anni, e i figlioli Lia, di 11 anni, Tullio di 9, Antonio di 8 e Pierino di B; la famiglia composta della madre di Arduina, la Bienne Margherita Maestrella e del figlio di lei, Umberto, di B0 anni; la famiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiniii muiiiiiiit glia di Luigi XooHu, j/onero di Margherita: questi era giunto ieri dalla Sardegna dove aveva lasciato la giovane moglie Lina, figlia anch'essa della vecchia Maestrella (Lina ha un figlio di un anno e ne aspetta un secondo). Della famiglia Maestrella resta a Frascati un'altra figlia, Ersilia; e questa povera donna ha tentato stamane di buttarsi sotto il treno per la disperazione, e l'hanno salvata a stento: Ersilia ha un figlio giovanotto, Roberto, che dinanzi al cadavere della nonna è stato colpito da choc. La casa della tragedia sorge sul Viale dei Pini, un'arteria ai piedi della vecchia Frascati. Lungo la strada sono otto case, quattro a destra e quattro a sinistra, circondate da un giardinetto; in ogni casa abitano quattro famiglie, due al pianterreno, due al primo piano. Sono costruzioni che risentono di quell'aura di beneficenza che ne incoraggiò la costruì zione: hanno piccoli graziosi portici d'ingresso coperti di tegole, il tetto spiovente, flnestrucce che s'aprono su vialetti inghiaiati. Sono case tuttavia che ospitano persone povere ohe «'aiutano l'uria con l'altra, ohe dividono il tetto con i vecchi parenti, con i congiunti disoccupati. Per questo in casa di Ettore Grazioli, capo-famiglia, c'era tanta gente: la suocera, i cognati. Luigi Robbiu, di B9 anni, era giunto dalla Sardegna per trovare lavoro. Aveva lasciato Frascati due anni fa, dopo il matrimonio con Lina, sperando di trovarsi meglio nell'isola. Ma le alluvioni avevano distrutto raccolti e speranze. Aveva allora deciso di tornare, per lavorare a Frascati o a Roma. Del resto a Frascati il giovane Luigi s'era sempre trovato bene, essendo suo padre cuoco di una villa patrizia del luogo. I cognati Ettore e Umberto, la cognata Arduina, la suocera Margherita, i ragazzi, lo avevano ac- colto con gioia, avevano festeg-1giato proprio ieri sera il suo arrivo (che preludeva a quellodella Lina e d<l figlioletto) con un buon piatto di spaghetti innaffialo da vino frascatano. I vie-ini li hanno sentiti in animazione e in allegria fin verso la mezzanotte. I tre bambini, per evitare loro disturbo, erano stati messi nella più piccola delle tre stanze dell'alloggio e i grandi — e fra essi la Lia — s'era ho poi coricati negli altri vani: Ettore e la moglie nella camera matrimoniale; la suocera, il figlio e il genero su tre lettini in un'altra cameretta e la barn, bina in un giaciglio allestito nel corridoio di fianco alla cucina. Fattosi silenzio e spenta la luce nell'appartamento, la morte si è messa in cammino partendo dalla cucina. Il tubo di gomma che allaccia la bocchetta del muro e qucHa del fornello era distaccato. Chi (oaveva distaccato? Forse i ra- gazzi che alzatisi per il fra-stuono dei grandi si erano re- cati a trafficare in cucina? Op- pur» la pressione del gas sul vecchio tubo di gomma, dai bordi slabbrati, appena infilato nella bocchetta sporgente dal muro, il cui rubinetto non veniva mai chiuso? Probabilmente è valida quest'ultima ipotesi, poiché in un alloggio piccolo come quello del Grazioli, una fuga di gas che fosse avvenuta prima di coricarsi non sarebbe passata inavvertita. Prima ad essere colpita dalle esalazioni mortifere è stata la piccola Lia, una triste bambina dagli occhi cupi che il giorno innanzi, a scuola, era stata elogiata per un tema « La mia famiglia » in cui scriveva: « Nella mia famiglia siamo sei persone. La più grande sono io, ed io capisco se il mio babbo non lavora noi non potremo mangiare e insieme moriremo dì fame. Ringrazio tanto il Signore che gli dà salute e forza... >. Poi sono stati colpiti i fratellini; poi la vecchia Margherita che, svegliatasi (qualcuno dei vicini ha udito la sua voce lamentosa verso l'alba), ha chiamato presso di sè la figliola Arduina. Questa ha svegliato il marito e si è trascinata presso la madre, cadendo sul suo letto ed abbracciandola; e il marito si è anch'egli alzato ed è caduto nel corridoio, vicino alla rete metallica dove giaceva già cadavere la figlia Lia. Il giovane Umberto e il disoccupato Robbiu erano nella camera di Margherita, come abbiamo detto prima, e li sono morti. lllllllllllllllllllllllllllllllllillllllllllllllllllllffllll Fattosi giorno e non udendo muoversi nessuno nella casa amica, Pietro e Aldo Carbonari, padre e figlio, che abitano nell'alloggio contiguo, allarmati anche dalle esalazioni di gas che uscivano da porte e da finestre, penetravano nell'appartamento e urlavano: <Sono tutti morti... Sono tutti morti!». Poco dopo altri uomini e donne accorrevano ed altre grida di strazio si levavano. Qualche donna, per l'orrore, si è chiusa nella propria casa; altre, fatti pochi passi verso la casa dei Grazioli, sono svenute. Intanto si levava la voce di Alfredo Catoni, un vigile del fuoco che abita nel Viale dei Pini: « Chi ha coraggio venga qua. Due ragazzi respirano ancora*. Erano Tullio e Antonio. Qualcuno ha preso in braccio i corpicinl: in quel momento passava un'automobile e le creature sono state portate subito all'ospedale della cittadina. Il medico di guardia ha scosso la testa: una lieve bava era sulle bocche semiaperte dei piccoli e forse quel segno aveva tratto in inganno i soccorritori, ma era un segno di morte: Tullio e Antonio erano freddi. Poi da ogni parte sono giunti gli abitanti in lacrime e primo fra tutti il sindaco. Ancora ne sopraggiungevano stasera, anche da Roma. Sul letto matrimoniale dei Grazioli sono stesi Ettore e Arduina e in mezzo sono Lia e Tullio, con un lieve sorriso nel volto bianco. Nella camera accanto giacciono la vecchia Margherita, U figlio ventenne Umberto, il genero Luigi. Sono tutti vestiti con gli abiti migliori e sono poveri abiti di operai e di figli di operai. Gli uomini hanno le mani nodose incrociate, una espressione stupefatta nel volto cereo. Più dolorosi i volti delle donne, della vecchia e della giovane, quasi avessero l>iù a lungo vissuto la tragedia. Ai lati dei letti ardono ceri. Intorno una folla bisbigliante, che sempre si rinnova, depone garofani e tralci di mimose, già, fiorite sui poggi frascatani: I funerali, a spese del Comune, saranno lunedì. Domani l'inchiesta dirà come la tragedia e avvenuta e l'autopsia accerterà perché « quando giunta la morte per i nove infelici. La gente che passa depone fiori anche su un tabernacolo dedicato alla « Madonna della Rinascita », posto qua. si dinanzi alla casa della ino te. Una scritta ai piedi della sacra immagine della Vergine col Bambino, dice: « Signora, benedici queste case risorte*. Delio Mariotti lllllllllllllllliliiliiiiiiiiiillllllllllllllllllllllllllll Roberto Bossi, nipote di una dello vittimo, trattenuto mentre tenta (li entrare nella «casa della morte» (Telefoto) La «ignora BrsHla Rossi (a destra) ha tentato <g gettassi sotto un treno quando le 6 giunta notizia della morte della madre pérl'ta per avwfenSfihento da gas. (Telefoto)