Le belle orchidee olandesi sbocceranno tra gli scogli liguri di Antonio Antonucci

Le belle orchidee olandesi sbocceranno tra gli scogli liguri NOVITÀ' FLOREALI A BOR»I«HERA Le belle orchidee olandesi sbocceranno tra gli scogli liguri 11 primo ramo con quindici fiori - Splendidi esemplari di garofani ■ La grande rosa "Vulcano,, e la pallida "Principessa,, - Le piante ornamentali - La giornata odierna dedicata a Torino (Dal nostro inviato speciale) Bordighera, 20 gennaio. Scnsse Francesco Pastonchi: < O antica o fiera o pia ligure gente - che senza vanità di vani fasti ■ contenta cri tra l'orto e l'uliveto». Tra questa gente ligure c'era anche quella dì Bordighcra e per torto» si intenda soprattutto la coltivazione dei limoni e della vite. Scnonchà più o meno lentamente siffatta contentezza cominciò ad incrinarsij decadde l'orto, decadde l'uliveto e parve che quest'angolo della riviera chiedesse soltanto all'aria ed al ciclo la sua sorgente di vita sotto forma di industria del forestiero. Ma venne proprio un forestiero che disse: * Amici miei, vi sbagliate, ap passionatevi alla coltura del\suolo, essa non è fallace come può essere la venuta dei forestieri». Costui si chiamava Lodovico Winter e parlava cosi nell'anno 187S. Egli parlava tuttavia dopo aver agito per suo conto, dedicandosi sul posto ad una cosi vasta coltivazione di fiori e di piante da poter procedere ad una mostra personale, la prima antenata delle ulteriori mostre collettive. Oggi si può dire che il suolo di Bordighera sia tutto un giardino e ohe i coltivatori se ne trovino bene, checché brontolino di male. Prova ne sia che in questi giorni, Bordighera ha eretto un monumento a Lodovico Winter (opera dello scultore torinese Audagna) e che di tanto in tanto procede a raccogliere in un'esposizione pubblica il meglio del suo prodotto in fatto di giardinaggio. Quella di quest'anno è la quinta in ordine di tempo, si chiama < fiera» ma è proprio una rassegna estetica delle meraviglie di questo lavoro, qualche cosa che somiglia a indossare un abito di gala: ed è così degna di lode da poterlo anche offrire in omaggio a grandi città conte Genova, Torino, Milano, sia pure per un giorno: domani è il giorno di Torino. I fiori di Bordighcra e Bordighcra sorridono verso Torino. Va aggiunto che non si tratta di una simpatia occasionale, limitata a ventiquattr'orc. Essa è di lunga data, costante c reciproca. Almeno cento famiglie torinesi possiedono ville o appartamenti a Bordighcra e ci vivono: il floricultore Lucangclo Allavena, presidente della Fiera, mi dice: c Noi soffriamo più di ogni altro luogo Per "' mancata ricostruzione della ferrovia Torino-Ventimi glia. Ci sentiamo come muti lati... ». Grazie allora per l'omaggio e andiamo a vedere questo abito di gala. Troviamo prima un vasto cortile con molte viole del pensiero, molte palme, moltissimi ciuffi di azalee. Queste però sono soltanto invitate, vengono da Imperia: il loro carattere è € anticalcico » mentre la terra del borgherese è calcarea. Niente di male. Tutto è saperla utilizzare in tal senso. Difatti il signor Allavena è riuscito a scoprire, per esem pio, che l'orchidea € cynabidium » ha una particolare simpatia per i sassi, pietre o scogli. L'ha presa allora dalle comodità delle serre olandesi e con qualche anno di pazienza l'ha abituata a fiorire all'aperto. Espone adesso il pruno ramo con quindici fiori, ma ce ne sono anche di venti¬ cinque e di trenta (ogni fiore vale in partenza Z50 lire, l'arrivo è nelle mani di Mercurio, dio del commercio). Andiamo avanti. Grappoli d'uva fresca: si colgono in dicembregennaio a poca distanza di qui, puctfinnella zona di Dolceacqua, ed è psquisito: lei lo sa benissimo\Psicché è capace di arrivare a Torino a cento lire l'etto (Torino centro, s'intende). Accanto all'uva piante di banana. Bordighcra può produrre questo frutto sino a maturazione, tutt'è occuparsene con intelligenza, come si può vedere alla Spianata del Capo sia pure n un brevissimo appczzamento. Entriamo nel padiglione vero proprio. Re della festa è il garofano. Sasso Nino, il più giovane degli ibridatori perchè fa questo mestiere da solo otto anni, presenta un neonato: < Bordighera > è il nome di battesimo. Esso è nato dal garofano < Inter y, di un colore viola rosa scuro con petali a polvere d'argento e calice intero: dal padre ha preso soltanto il calice, come colore gli piace di più il rosa carico e senza fantasie. Non fidiamoci di tutti i neonati. Spessissimo essi non insistono nella novità e ritornano in seno alla famiglia d'origine, riprendendone le caratteristiche. In ogni caso, nessuno di loro fonda una dinastia eterna: dopo un massimo di circa vent'anni ogni ibrido si spegne: e per essere fasmtagcppzzscumi prqddncssscdurdsicuri che un tipo si comporti 1abbastanza bene, bisogna stu diario durante tre anni. Tra i garofani bravi c'è il < Bianco paco di Alborno Sigifrcdo, l'ibrìdatore più vecchio della zona (lavora da circa quarant'anni), e c'è il < Begum» di Sestilio D'Andrea color rosso carico, che quando ce la mette tutta si apre senza spampanarsi per un diametro di circa dieci centimetri, e c'è « Spartaco > di Aicardi e « Arco > di Moro ricULa Svezia adora < Jolly» di «»'rosa casalingo e riposante, che si apre lentamente a circoli di petali uno per uno appassendo così lentissimamente. Ma non si finirebbe più a nominurc sol tanto 1 più celebri o in attesa i^' celebrità; ce ne sono diverse (migliaia, j Passionilo alle rose. Poche, Non è la stagione. Risplcnde, tuttavia con la prepotenza di I"" carbone acceso i Vulcano», </rosso come due pugni; palli- ; da ma altrettanto imponente ci la < principessa ». Risplcnde.\ beninteso come sempre la « Glorio d'i Roma», nome ma-i gìco~: Tutte 'quesle'sono\uasi\senso profumo: in un angolo.' cenerentole, stanno tre piccole rose rosse splendide per il velluto, soavissime coinè profumo. Esse non hanno nome, e cioè, per dirla con i tecnici, sono < inedite >. Bisogna aspettare. per catalogarle, hanno appena un anno di età: manterranno ciò che promettono? Bello allo sguardo è il reparto piante ornamentali. Più difficile è il descriverlo. Vi sono nomi cosi strani: per esempio: pyracantha Lalandi o Ydesya Polycarpa che fatino i loro frutti piccolissimi strettamente attaccati al ramo e così addossati come uova di aringa. Non mancano anche qui le novità, per esempio la Sansevieria appiattita nelle sue luujuc foglie, o la Rhodea Japonica, t'Iceversa allungata. Tutto un lungo discorso a parte meriterebbero poi le piante grasse, dove l'intelligenza dell'uomo messa a disposizione del sole, o l'inverso che sia, crea piccoli prodigi, o anche grandi, come la Lothofora, una specie di pomodoro piatto ma verdissimo dal cui succo i messicani traggono uno stupefacente che uccide t coitivi ricordi per lasciare soltanto quelli buoni, magari inventali dall'immaginazione. E anche da nominare il Cereus Erika, novità di Giacomo Pollanca, chiamato così perchè imita il serpente Erika allungandosi sulla terra, od anche l'immenso Echynocachus Grosonii, più comunemente chiamato < sedia di suoceray perchè si tratta di una grossa palla perfettamente rotonda e coperta per l'intero da aculei pungentissimi. A ringraziare Bordighera per 1>omaggio gnltìUo Torino invie. rà domani il dott. Bortolotti ed il comm. Ratti, entrambi specialisti in fiori. Antonio Antonucci