L'Italia ha rispettato gli impegni con l'Austria

L'Italia ha rispettato gli impegni con l'Austria Si vuole riaprire la questione alto-atesina L'Italia ha rispettato gli impegni con l'Austria Lo strano atteggiamento di capi politici e le proposte viennesi di plebiscito - larghezza e generosità verso la reintegrazione degli ex-optanti • Postulati che meritano più attenta considerazione i t ■ (Dal nostro inviato speciale) Bolzano, 13 gennaio. Le recriminazioni della Sud-Tiroler-Volkspartei contro il governo di Roma e contro gli italiani in genere sono parse sorprendenti e anacronistiche, soprattutto sulla bocca dell'avv. Silvio Magnago, quando si ricordino le non remote manifestazioni di alcuni fra i principali esponenti di questo partito democristiano di lingua tedesca che si dicevano appieno soddisfatti delle disposizioni emanate dai governanti italiani per dar esecuzione all'accordo De Gasperi-Gruber del 5 settembre 1946. Prima ancora di questo accordo (20 aprile '46) il governo di Roma disponeva che quegli altoatesini i quali, nel 1926 e anni seguenti, erano stati costretti dal governo fascista a modificare in forma italiana il loro cognome potessero, a loro richiesta, ristabilirlo nella forma tedesca tradizionale. Successivamente, la provincia di Bolzano, di popolazione in grandissima maggioranza tedesca, fu accresciuta di alquanto, con la aggregazione ad essa dei comuni di Proves, Senale, Termeno, Ora, Bronzolo, Valdagno, Lauregno, San Felice, Corteccia, Egna, Montagna, Tro.dena, Magre, Salorno, Anterivo e della frazione di Sinablana del comune di Rumo; provvedimento codesto che non mancò di suscitare qualche critica da parte italiana, perchè parve inevitabile che le popolazioni di questa zona misti-lingue, dopo unite a Bolzano, sarebbero in breve definitivamente e interamente guadagnate dalla parlata tedesca e dal costume tedesco. La bilinguità fu poi prontamente e lealmente introdotta in tutta la provincia di Bolzano: e prima ancora dell' accordo De GasperiGruber un decreto luogotenenziale stabiliva che l'insegnamento delle scuole elementari di questa provincia fosse impartito nella lingua materna degli alunni, da maestri per i quali la lingua di insegnamento fosse pure la lingua materna; e l'appartenenza degli alunni o all'uno o all'altro gruppo lin- fuistico era lasciata alla liera decisione del padre o di chi ne faceva le veci. Anche negli uffici pubblici fu ammesso l'uso della lingua tedesca, benché fosse affermato il principio che la lingua ufficiale nell'intera regione Trentino-Alto Adige è la italiana e per dare piena esecuzione al concetto della bilinguità, si provvide a introdurre negli uffici pubblici della provincia di Bolzano personale che fosse conoscitore delle due lingue. Ma il provvedimento che dice con quale spirito di equità il Governo della Repubblica si sia proposto di procedere all' applicazione dell'accordo De Gasperi Gruber è quello della revisione delle opzioni degli altoatesini, di quegli elementi di questa popolazione che al tempo del nazifascismo s'erano dichiarati per il Reich hitleriano, e una parte di essi avevano anche abbandonato l'Alto Adige, si erano senz'altro trasferiti al di là del Brennero, in Austria p altrove, in quei luoghi nei quali il Governo tedesco aveva deciso di mandarli, allo scopo di germanizzare qualche altra regione non ancora interamente assoggettata ai voleri teutonici. Il decreto, firmato da Enrico De Nicola il 2 febbraio 1948, che disciplinava questa delicatissima materia, era ispirato a propositi eminentemente conciliativi, mirava in realtà a facilitare agli optanti per la Germa nia la pratica amministrati vo-giudiziaria della loro reintegrazione nella società italiana, del loro ritorno in quei comuni dell'Alto Adi ge che con tanta baldanza e imprudenza essi avevano dichiarato di voler abban donare o avevano effettiva mente abbandonato. ■ Solo ai più gravemente compromessi per atti di fanatismo, di violenza, di odiosità anti-italiana era ri fiutato di poter fare ritorno nel seno della comunità nazionale. E ciò è tanto vero, che una delegazione austriaca, convenuta a Roma il 22 novembre 1947, alla quale il progetto di tale de creto fu comunicato e illustrato da una delegazione italiana prima che fos se promulgato, riconosceva apertamente, che il testo del provvedimento italiano nei termini in cui era stato redatto, « costituiva una soddisfacente ed equa soluzione del problema ». E se il testo del decreto era mite e tollerante, non v'ha dubbio che il giudizio sugli atti di questi figliuoli prodighi che ormai anelavano a far ritorno ai patrii lari, fu condotto dall'apposita Commissione con molta larghezza e generosità, se il più gran numero di optanti potè es¬ seits8nestaleGledd1antlaeqelSrrPtnfcpfd2citdlqqannril sere reintegrato nei diritti e doveri della cittadinanza italiana. Al 30 settembre 1952 la situazione era la seguente: 83.891 unità reintegrate nella cittadinanza italiana, e appena 3101 unità escluse dal riacquisto della cittadinanza italiana. Era ben naturale che tale politica altoatesina del Governo italiano, fatta di lealtà, e svolta nel rispetto della lettera e dello spirito dell'accordo 5 settembre 1946, suggerisse al Ministro austriaco Gruber (31 gennaio 1948) parole di aperta soddisfazione. E' probabile tuttavia che la convivenza fra italiani e tedeschi abbisogni « di qualche miglioramento », ed e possibile credere che taluni postulati odierni della Sud-Tiroler-Volkspartei meritino la più attenta considerazione da parte italiana. Pare indubbiamente opportuno accelerare la bilinguità negli uffici pubblici statali; far sì che tutti i segretari comunali abbiano il pieno possesso delle due lingue; forse anche modificare quel decreto luogotenenziale del 22 dicembre 1945, n. 825, che eccettuava le sentenze e i _ provvedimenti dell'autorità giudiziaria e delle giurisdizioni amministrative dall'uso della lingua tedesca; e quindi anche frenare per quanto possibile l'ulteriore afflusso di lavoratori italiani nell'Alto Adige, immigrazione che non crediamo davvero sia favorita dal governo italiano, more fascista, per fare opera snazionalizzatrice della provincia di Bolzano, ma che è certo fenomeno spontaneo di lavoratori disoccupati, i quali accorrono là dove c'è la possibilità di occupazione e di guadagno; e ì grandi lavori idroelettrici compiuti in questa provincia negli ultimi anni lasciavano sperare l'una e l'altro a uomini naturalmente ansiosi di sottrarsi a una prolungata e umiliante inoperosità. Ma tutto ciò ha niente a che fare con le proposte viennesi e tirolesi di plebiscito, che evidentemente mirano a riaprire una questione che l'accordo De Gasperi-Gruber del 5 set tembre 1946 e il trattato di pace dell'll febbraio 1947 hanno ormai felicemente conchiuso. Cesare Spellanzon

Persone citate: De Gasperi Gruber, De Gasperi-gruber, Enrico De Nicola, Gruber, Silvio Magnago