Sta rinascendo la speranza nei campi di lavoro forzato

Sta rinascendo la speranza nei campi di lavoro forzato L'ESPERIENZA RUSSA DI HENRY SHAPIRO GIORNALISTA AMERICANO Sta rinascendo la speranza nei campi di lavoro forzato Colloquio con due ex detenuti in Siberia da poco liberati: trattamento più umano dopo la morte di Stalin Una nuova legge contro gli arbitri della polizia e il ripudio del principio della «responsabilità familiare» • L'ondata di criminalità alla fine della guerra e l'impiego dei prigionieri nei grandiosi progetti Il passaggio dei c campi di lavoro » forzato dalle dipendenze della M.V.D., ossia dal Ministero dell'Interno, a quelle del Ministero della Giustizia, è stato uno dei più sU gnificativi provvedimenti del nuovo governo. Esso non è mai stato ufficialmente annunziato o discusso nella stampa sovietica, ma è di pubblica notorietà a Mosca, dove tante persone hanno ragioni personali per interessarsene. Ho parlato recentemente con due ex-detenuti, liberati da poco, che avevo conosciuti prima della guerra e che erano stati poi tra le vittime della <guerra fredda ». Il fatto stesso che, dopo aver espiato la loro pena in Siberia, essi abbiano consentito a parlare con un giornalista americano rappresenta già di per sèun segno caratteristico dei nuovi tempi. I miei interlocutori e, — come potei accertare per via indiretta, — altri prigionieri politici liberati da poco, scorgevano un nesso tra la loro liberazione, la morte di Stalin e la caduta di Seria. I prigionieri liberati che cominciarono ad arrivare a Mosca nella scorsa primavera avevano osservato, nel regime interno dei loro « campi *, poco dopo la scomparsa di Stalin, un radicale mutamento. I detenuti erano trattati in maniera più umana; molti casi furono sottoposti a revisione e alcune liberazioni individuali concesse. La condizione dei < campi* subì un ulteriore miglioramento nel maggio '53, dopo la riabilitazione dei medici, e ancor di più nel corso dell'e state, dopo l'arresto di Beria. Crollo di un «impero» Nel momento in cui esso fu annunziato, ai primi di luglio, la M.V.D. aveva già subito; da parte del governo, una notevole diminuzione di poteri. Era stata privata di alcune delle sue funzioni amministrative ed economiche. Degli uomini di legge e dei funzionari speciali avevano preso il posto del G.U.L.A.C., l'organo direttivo di un vasto complesso di < campi * di prigionieri. L'impero econo- mico di Beria stava crollan- llllllllllllllllllllllllllllllllllllllllMIII I do. Alcuni dei più grandiosi progetti dell'era staliniana, alla cui esecuzione erano stati destinati migliaia di prigionieri, vennero abbandonati; e le industrie locali dell'Estremo Oriente, — le foreste, i trasporti e le mintere, — vennero restituite ai Ministeri civili, diretti da ingegneri e da tecnici come Maliscef, Pervuchin, Tevo3jan e Judin. Si apprendeva inoltre che le truppe della Sicurezza Nazionale e della milizia confinaria, — iZ grande esercito dai berretti verde-turchino — erano state poste alla diretta dipendenza del Ministero della Difesa. Una conferma parziale ne veniva data nell'ordine del giorno del 5 settembre del maresciallo Nikolaj Bulgànin, che annunziava il congedo di tutti gli uomini sotto le armi che avessero compiuto il periodo di servizio richiesto dalla legge. Tale ordine del giorno, il primo del genere da molti anni, indicava, infatti, come dipendenti dal Ministero della Difesa, oltre che le forze dell'esercito e della marina, le truppe della Sicurezza Nazionale e della milizia confinaria. La M.V.D. vedeva così diminuire gradualmente la propria importanza. D'altro canto, il 10 luglio, il governo ordinava c un controllo sistematico e continuo del funzionamento dei vari organi del Ministero dell'Interno ». E negli stessi giorni venivano presi provvedimenti per applicare le decisioni del governo che ordinavano di < metter termine agli atti illegali e arbitrari* /decisioni che Beria era accusato di aver sabotato), in modo da garantire i < diritti costituzionali dei cittadini sovietici*, soprattutto per quanto concerne la « inviolabilità della persona ». S'intende che tutto ciò facesse nascere la speranza che il sistema dei campi di concentramento sarebbe stato, se non abolito, per lo meno riformato. A dir vero, la popolazione dei < campi di lavoro* era già da qualche anno in via di diminuzione, per parecchie ragioni. Molti detenuti con- IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIItllllMIIIIIIIIIIIIIIIII dannati a lunghe pene erano morti. In secondo luogo, da molti anni non si erano più avute né epurazioni né deportazioni su vasta scala. (Dopo la guerra, migliaia di non russi, — Tartari, Calmucchi, Turchi delle province meridionali di confine, — erano stati bensì inviati sia in Siberia sia nelle province degli Urali e dell'Asia centrale. E vi eran stati poi seguiti da piccoli gruppi di elementi < borghesi > delle exrepubbliche baltiche e dell'Ucraina occidentale. Ma, in generale, essi non erano stati inviati in < campi di lavoro >, bensì in vaste zone dell'interno dove godevano di una relativa libertà). Infine, il lavoro dei prigionieri, — che, economicamente, non fu mai redditizio, — era divenuto sempre più oneroso sotto il rispetto finanziario e sempre meno produttivo man mano che progrediva la meccanicizzazione dell' industria e dell'agricoltura. Larga amnistia Ma il processo di progressivo spopolamento dei teampi di lavoro* è stato notevolmente accelerato dal regime Malenkoff, che, sin dal suo avvento, annunziò e promulgò una larga amnistia a favore di alcune categorie di detenuti di diritto comune. Dall'amnistia, .limile a quella promulgata alla fine della guerra, erano esclusi i prigionieri politici condannati a pene superiori ai cinque anni. Il numero esatto di coloro che ne beneficiarono non è stato reso noto; ma essi furono certamente decine di migliaia. La maggior parte erano uomini che eran stati travolti dall'ondata di criminalità che si scatenò anche nell'U.R.S.S. sùbito dopo la fine della guerra. La popolazione di Mosca accolse la notizia dell'amnistia con sentimenti diversi, e talora contrastanti. Il fatto che si fossero aperte le porte delle prigioni o dei « campi di lavoro * a migliaia di ladri, di scassinatori, di marioli non faceva certo molto piacere ai Moscoviti. D'altro canto, molti degli amnistiati incontrarono serie difficoltà a trovare lavoro. Il Ministero della Giustizia e gli uffici del Procuratore Generale dovettero fare pubblico appello ai Sindacati affinchè essi collaborassero alla riabilitazione degli amnistiati aiutandoli a trovare un impiego. Inutile dire che un certo numero di ex-detenuti non tardarono a tornare in carcere per nuovi reali. Comunque, assai più importante dell'amnistia fu il riconoscimento, da parte del Governo, dulia necessità di rivedere e riformare il Codice penale dell'Unione Sovietica. Il Ministero della Giustizia fu incaricato di preparare nel termine d'una settimana un progetto di Ugge che ne abrogasse le disposizioni più draconiane. Conta mporancamente, si iniziò nella stampa una vivace campagna per un maggior rispetto della legalità; e l'amministrazione della giustizia venne un po' <.liberalizzata ». Otto mesi sono passati dalla promulgazione dell'amnistia, e il progetto di Ugge non è stato reso ancora noto. A Mosca, si dice che sia stato accuratamente studiato e che siano stp.te prese in considerazione le - seguenti riforme: 1) D'jntnuzione della responsabilità per i reati individuali soggetti a pene di lieve entità e miglior trattamento dei detenuti. e) Ripudio del principio della « responsabilità familiare ». (Una delle iniquità della legge sovietica è rappresentata dall'art. 58 del Codice penale, che dichiara passibili di prigione da cinque a dieci anni i congiunti dei disertori delle forze armate). 3) Esenzione dei minorenni dalle disposizioni ordinarie della legge penale. (Attualmente, gli imputati di età superiore ai quattordici anni sono passibili delle stesse pene degli adulti, tranne che della pena di morte). 4) Abolizione dell'<. esilio amministrativo*: della disposizione cioè per cui il Tribunale della M.V.D., sedendo Domani pubblicheremo l'articolo : « Tra la bomba H e le patate il russo medio ha già scelto » a porte chiuse e senza la presenza dell'imputato, può inviare chiunque al confino per un periodo massimo di cinque anni nelle più remote province dell'U.R.S.S. Secondo il progetto di riforma ora allo studio, le eventuali condanne al carcere o all'*, esilio * non potranno essere pronunciate che dai tribunali ordinari, e secondo la procedura ordinaria. 5) Riforma della procedura penale nell'intento di salvaguardare t diritti civili dei cittadini sospettati o accusati di reati politici. Secondo la legislazione attuale — che ignora totalmente i principi dc/2'habeas corpus e dei « diritti dell'uomo e del cittadino », — chiunque sia sospettato d'aver commesso un reato politico può essere immediatamente arrestato e tenuto in segregazione per settimane, per mesi, per anni. Durante questo periodo di carcere preventivo, non può avere nessun contatto col mondo esterno, nemmeno per corrispondenza; né può leggere o scrivere, salvo forse che per stendere la sua sconfessione*. Solo dopo il processo e la sentenza, i detenuti politici possono scrivere alle famiglie e ricevere pacchi. 6) Abrogazione della legislazione di guerra che vincolava i lavoratori al loro impiego e che li puniva severamente in caso dì ritardo deliberato nel recarsi al lavoro o di assenteismo sistematico. Vero è che, dopo la fine della guerra, queste disposizioni sono state più spesso violate che osservate. Poiché la penuria di mano d'opera appartiene ormai al passato, non riesce oggi difficile a un operaio o a un impiegato ottenere dal caposquadra o dal direttore il permesso di cambiare officina, tipo d'impiego o sede. Ma, finché la legislazione di guerra resterà in vigore, essa può venir utilizzata, da una burocrazia dispotica contro i lavoratori, sui quali continua a pesare come una spada di Damocle. Una legge assurda La più assurda e reazionaria delle Uggì di < guerra fredda* promulgate nell'era staliniana, la legge che vietava i matrimoni tra cittadini sovietici e stranieri, è già stata abolita. Era stata promulgata nel 1947, e applicata con effetto retroattivo ad alcune Russe che avevano sposato degli stranieri, e alle quali venne proibito di lasciare l'Unione Sovietica per seguire i loro mariti. Esse non furono nuovamente autorizzate a farlo che IIIIIIMIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIMIIMIIIIIIIIIIIMnell'estate scorsa, dopo il ritorno di Molotof al Ministero degli Esteri. Nulla permette di prevedere quali delle riforme di cui abbiamo parlato verranno adottate, e quando; ma, a quanto sembra, Z'amministrazione della giustizia è già migliorata. Un anno fa, al momento della pretesa scoperta della congiura dei medici, i giornali chiedevano a gran grida maggior rigore e severità. I giudici e i pubblici accusatori erano accusati di eccessiva fiacchezza e indulgenza e d'insufficiente vigilanza nei confronti dei < nemici del popolo ». Adesso, i cittadini sono invitati a segnalare gli eventuali abusi in materia giudiziaria. Il decreto di amnistia non prometteva granché ai detenuti politici; ma rifletteva la nuova atmosfera formatasi dopo la morte di Stalin. Secondo informazioni degne di fede, allorché i giovani giuristi del Ministero della Giustizia ebbero preso il posto dei poliziotti di Beria, essi cominciarono ad aprire le carceri e i < campi di lavoro* a tre categorie di detenuti politici. Anzitutto, ai detenuti anziani che in seguito a un riesame del loro caso, erano sembrati condannati ingiustamente o con eccessiva severità. Poi, alle vittime della < guerra fredda », alle persone imprigionate cioè per sospetto di spionaggio o di attività politica contraria al regime. (Costoro appartenevano per la maggior parte ai ceti intellettuali ed erano stati in contatto più o meno diretto con Inglesi e Americani oppure [gli ebrei, specialmente] avevano in Ame- rtea parenti, con i quali mantenevano rapporti epistolari). Infine, i detenuti che avessero scontato la pena. Al tempo di Beria. accadeva spesso infatti che i prigionieri politici che avessero scontato la loro pena non venissero liberati o autorizzati a tornare nelle loro case, ma fossero tenuti ancora in carcere o liberati solo a condizione di vivere sotto sorveglianza in zone prescritte, fuori delle grandi città. Minor numero di arresti Ma il fatto forse più significativo è che oggi si ode parlare solo di rado di nuovi arresti, nonostante che la campagna per un'taccresciuta vigilanza* non sia affatto diminuita d'intensità e che non si cessi di ammonire il popolo contro l'<. accerchiamento capitalistico ». Il nuovo orientamento è apparso manifesto persino nei metodi seguiti nella epurazione degli accoliti di Beria. La maggior parte degli alti funzionari della polizia che dovevano a lui la loro nomina vennero privati del loro posto. Ma nessuno fu qualificato pubblicamente come sarebbe certamente avvenuto prima della morte di Stalin, dà < nemico del popolo*: il che, nel linguaggio sovietico, significava diventare un candidato al plotone di esecuzione. In certi casi, ausi, venne dichiarato ufficialmente che tali funzionari erano stati rimossi dalle loro funzioni per < essere destinati ad altri uffici*. Anche un'epurazione può avere, in questo momento, un new look! Henry Shapìro (Continuai. 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