Angoscia sul Cervino di Carlo Moriondo

Angoscia sul Cervino Angoscia sul Cervino Da oltre 48 ore non si hanno notiiie degli alpinisti torinesi Malvassora e Alderighi, scorti per l'ultima volta il giorno di Natale - Ancora aggrappati alla spaventosa parete Est o scesi sul versante svizzero oppure stroncali dal freddo intenso e precipitati? - Gara di generosità sui fianchi del colosso spazzati dalla tormenta: oggi una grossa comitiva guidata da Jean Pellissier compie un estremo tentativo puntando sulla capanna svizzera di Solway DAL NOSTRO INVIATO Cervinia, lunedi mattina. Alle 19 di ieri una luce si è accesa improvvisamente sulla Testa di Filrggen. La notte calma e stellata era nera come la pece: quella piccola luce lassù, a 3500 metri, brillò per qualche minuto intensissima, poi si spense. Afa bastò perchè a Cervinia la gente si precipitasse fuori dagli alberghi, fuori dai ritrovi danzanti a contemplarla: certo era un segnale, certo si voleva avvertire a fondo valle che i due alpinisti torinesi erano stati ritrovati più di 48 ore dopo la loro scomparsa. A 27 gradi sotto zero .Sfa fu un'illusione che subito si spense, come quella luce solitaria: qualcuno telefonò dal Breuil alla stazione della funivia del Filrggen per avere notizie; fu risposto che si trattava solo di un piccolo falò acceso per segnalare la via a due valorosi — Giuseppe Pirovano e Luigi Ferro — che ancora si erano attardati alla ricerca degli scomparsi alla base del Cervino. I/interrogativo quindi permane ed è pieno di angoscia: qual'è la sorte di Pietro Malvassora ed Ivo Alderighi? Sono tuttora in vita aggrappati alla spaventosa parete? Hanno potuto salvarsi raggiungendo la capanna Solway o quella delVHòrnly sul versante svizzero? Oppure il freddo intenso e la fatica sovrumana li hanno stronoati, una valanga li ha travolti? Domande a cui non si può dare risposta. E' certo però che le speranze di ritrovarli vivi si fanno sempre più tenui e che se ancora oggi i due non dessero segno di vita dovranno essere considerati irrimediabilmente perduti. ' La giornata Ai ieri è trascorsa in vane ricerche. Brano le 11 quando tre figure avvolte in giacconi imbottiti di tipo himalayno, il volto paonazzo per il vento, mani e piedi intirizziti dal gelo, entravano nella stazione del Filrggen: erano Marco Mai, di SS anni, meccanico, Guido Rossa, di 19 anni, operaio, Franco Bo, di ss anni, alpino della < Taurinense > in licenza natalizia, tutti tre del Oruppo Alta Montagna del CAI-Uget di Torino. Giorni or sono si trovavano a Courmayeur per tentare l'Aiguille Noire e la parete Sud del Dente del Gigante, ma il maltempo li aveva respinti. Saputo ieri l'altro, che gli amici Malvassora e Alderighi erano in pericolo sulla cresta di Filrggen si precipitarono al Breuil per partecipare ai soccorsi. Ieri mattina, per ore e ore, nell'infuriare della tormenta — il vento soffiava a quasi cento chilo metri all'ora, tanto da impedi re il funzionamento della funivia per il Plateau Rosa, dove il termometro segnava 27° sotto zero — essi hanno tentato di raggiungere la base della ciclopica cresta, ma sono .stati respinti ancora prima del colle del Breuil. Impossibile quindi cercar di carpire qualche segno di vita sulla parete. Verso mezzogiorno il tempo mioHord: larghi tratti della parete divennero perfettamente visibili e i cannocchiali furono nuovamente puntati per frugare ogni anfratto dei canaloni ammantati di neve o lastricati di ghiaccio vivo. Ciò che dice Pellissier Anche una guida famosa Jean Pellissier, tentò di avvicinarsi alla, cresta. Nei periodi di pausa del 'vento lanciò lun-' ghi richiami: era in un punto da cui è possibile farsi udire per gran parte della montagna fino alla capanna Solway, che è a quasi quattromila metri di altezza sul fianco svizzero del Cervino. Nessuno rispose e Pel lissier rientrò alla Testa di Filrggen. « Il Cervino oggi è impratica bile — egli ha detto al ritorno — impossibile credere che i due abbiano potuto attraversare la parete Est per portarsi alla capanna Solway o al rifugio del l'Hórnly. La montagna è un so lo lastrone di ghiaccio coperto da almeno mezzo metro di neve fresca che il peso di un solo uomo basterebbe a far slittare a valle con conseguenze disastro se. Se, nonostante tutto, hanno cercato d'attraversare la parete Est sono finiti chissà dove... >. Nel pomeriggio il tempo si è rimesso, le nubi si sono disperse, il vento è cessato completamente. La cresta di Fùrggen, paurosa impennata di roccia strapiombante, si è delineata contro il cielo tagliente come una lama. Giuseppe Pirovano e Luigi Ferro sono partiti muniti di sacchi da bivacco e viveri Dalla Testa di Filrggen sono stati scorti allontanarsi rapidamente verso la base della piramide e in breve non erano che due puntini sulla desolata distesa di neve. Per tutto il pomeriggio hanno errato fra. i crepacci e le rocce che solcano il ghiacciaio nel suo punto d'attacco alla montagna. Sono tornati alle SS dopo di essersi spinti fino al colle del Breuil: anche le loro ricerche non hanno dato alcun esito. Un filo di speranza? Stamane, con la prima corsa della funivia, Jean Pellissier con Mai, Bo e Rossa e altri due amici, Lino Fornelli, di S4 anni istruttore della Scuola torinese di alpinismo « Giusto Gervasutti> e Nando Bauchiero, pure di 24. anni, meccanico, intendono tornare alla Testa di Filrggen e proseguir per il rifugio Hòrn ly; la traversata richiede circa tre ore dall'Hórnly; saliranno, se possibile, alla capanna Solway. Sono attrezzati con sacchi da bivacco e tende per trascorrere eventualmente una notte all'aperto. Non resta che attendere, mentre le ore passano lente e cariche d'angoscia. Nel momento in cu% scriviamo Malvassora e Alderighi sono scomparsi da ben più di 48 ore, cioè da quando, alle 17 del giorno di Natale, furono scorti a circa S800 metri d'altezza sotto la «testa» del Cervino. In questi due giorni sulla < Gran Becca > è nevicato due volte, si è scatenata la bufera, è tornato il sereno, le nubi hanno di nuovo avvolto i fianchi del colosso, il tepore del sole si è alternato con la temperatura più rigida. rliIemsspzfcptni Che cosa hanno.- fatto i due uomini soii contro le forze della Natura, spossati dalla fatica, rimasti senza cibo? Hanno proseguito per la cima tentando di ripetere l'impresa portata a termine lo scorso marzo, ma in condizioni ben più favorevoli, da Bonatti e Bignami? Hanno cercato di aprirsi una via sul versante svizzero? Hanno tentato di ridiscendere? Mistero, fitto mistero. Eppure un filo di speranza è ancora vivo. La storia delle imprese alpinistiche ricorda episodi di salvataggi eccezionali di scalatori già considerati penduti. Raymond Lambert, lo scalatore dell'Annapurna, per esempio, scampò a un bivacco forzato di cinque giorni trascorso in un crepaccio dcll'Aiguille du Diable, nel gruppo del Monte Bianco. Lo stesso Pirovano, che ieri si è impegnato nelle ricerche di Malvassora e Alderighi, fu salvato dopo tre giorni e tre notti trascorsi sulla parete Nord-Est dcll'Eiger, nell'Oberland Bernese. Sarà questo il caso dei due alpinisti torinesi? E' la sola speranza che anco¬ ra alimenta l'attesa dei familiari degli scalatori scomparsi. Ieri, per tutto il giorno, la mamma, la sorella, lo zio di Malvassora, un fratello di Alderighi, sono rimasti alla stazione di partenza delle funivie sobbalzando a ogni squillo del telefono, scrutando — come per carpirne il segreto — le precipitose pareti che ancora trattengono i loro cari. La notizia che attendevano non è giunta, nè dal versante italiano nè dal versante svizee- ro, nè da Zermatt, dove le guide sono pure in allarme. Il Cervino è rimasto muto? chiuso nelle sue muraglie di roccia e di ghiaccio: cela la sorte di due uomini che forse hanno voluto osare l'inosabile. Carlo Moriondo La via percorsa e 11 punto ove gli scalatori sono stati visti per l'ultima volta La famosa guida Pellissier che dopo la ricognizione di ieri partirà oggi alla testa di una grossa spedizione di soccorso Che cosa hanno fatto i due ro nè da Zermatt dove le gui

Luoghi citati: Breuil, Courmayeur, Torino