Protezione in versi chiesta a Salomone

Protezione in versi chiesta a Salomone Un " memorandum „ smarrito dal socialista on. Cavaliere Protezione in versi chiesta a Salomone Roma, lunedì mattina. Il ministro dell'Agricoltura e delle Foreste, sen. Rocco Salomone, è un uomo mite, ben noto per la sua bontà. Egli ascolta sempre benevolmente tutti coloro che chiedono di parlargli e, naturalmente, i suoi colleghi parlamentari. Sabato, mentre nell'aula di Montecitorio era in corso uno degli scrutini della inconcludente seduta per la elezione dei cinque giudici della Corte Costituzionale, gli sì avvicinò il « poeta di Montecitorio », il deputato socialista milanese Alberto Cavaliere. « Tu, caro ministro — gli disse in sostanza l'on. .Cavaliere — sei anche Alto Commissario all'Alimentazione, come del resto tutti i tuoi predecessori. E' in tale tua qualità che debbo pregarti di una cortesia ». A questo punto il « poeta di Montecitorio » spiegò quanto desiderava. Il sen. Salomone ascoltò con la sua consueta benevolenza, poi rispose che gli sarebbe stato necessario avere un appuntino. «Non hai difficoltà — chiese Cavaliere — se lo faccio in versi?». « Tutt'altro » — replicò il ministro. Mezz'ora dopo Alberto Cavaliere fece tenere al ministro Salomone l'appunto in versi, scritto a macchina. Distratto come tutti i poeti, Cavaliere abbandonò su uno dei rossi divani del « Transatlantico » di Montecitorio una copia del memorandum in versi. Chi la rinvenne pensò che sarebbe stato interessante pubblicarla. E' quanto' facciamo: «Illustre ed eccellente Salomone, un pro-memoria semplice e conciso; ma, più che un pro-memorin, un'occasione; per guadagnarti un posto in Paradiso, solamente facendomi un piacere: rimettere a cavallo un... cavaliere. Già ricca, la famiglia Cavaliere da qualche tempo se la passa male. Per quanto ogni suo memoro abbia un [mestiere, come avvocato, medico, speziale (sono arrivato anch'io nudo alla mèta, Ma almeno c'è un perchè: Faccio il poeta) un mio fratello — wilvio — era avvocato, ma tornato che fu dopo la guerra, egli adocchiò la greppia dello Stato, perchè, purtroppo, el trovava a terra: oggi è impiegato all'alimentazione, ma... s'alimenta male, o Salomone, ha tre figlioli, e tutt'e tre studenti; il primo d'essi studia ingegneria, e il povero papa, fra mille stenti, non fa che sospirar: Madonna mia... adesso che ha un fratello deputato, spera, l'illuso, di riprender fiato. Forse tu, letti questi pochi cenni, sarai con lui pietoso e comprensivo, lo son seguace del compagno Xenni, posso quindi jinssar per sovversivo; ma i miei fratelli e le sorelle mie non far che recitar Avemarie! Silvio dirli, se avrà questo favore, ch'è Dio che l'ha salvato, certamente, e accenderà due ceri al Creatore. Io gli dirò: « Che Dio grande e potènte t'abbia salvato, è fuòri discussione; ma la mano di Dio fu Salomone >. Vittorio Staterà

Persone citate: Alberto Cavaliere, Rocco Salomone

Luoghi citati: Roma