Si apre a Milano il processo contro Renzi e Aristarco

Si apre a Milano il processo contro Renzi e Aristarco PER IL PROGETTO DEL FILM "L'ARMATA S'AGAPO,, Si apre a Milano il processo contro Renzi e Aristarco I due giornalisti, accusati di vilipendio nei confronti dell'esercito, tradotti in automobile dalla fortezza di Peschiera - I difensori contestano la competenza del Tribunale militare - Impressionante affluenza di pubblico, di fotografi, di operatori cinematografici e di inviati speciali della stampa giunti anche dall'estero Milano, lunedi mattina. La polemica sul caso Aristarco-Renzi è costretta da stamane a segnare il passo. La parola è ora alla giustizia: il tribunale militare, presieduto dal generale Calabro, si riunisce I appunto oggi per giudicare i r , , o i o o è l y o e e i l y a ) giornalisti Guido Aristarco, di Milano, e Renzo Renzi, di Bologna, rispettivamente direttore e collaboratore della rivista quindicinale « Cinema Nuovo ». I due scrittori sono stati trasferiti ieri sera a Milano dalla fortezza di Peschiera, dove dal 10 settembre scorso erano detenuti in stato d'arresto, su denuncia dell'autorità militare, accusati di « vilipendio delle forze armate » a mezzo della stampa, il primo per averla pubblicata sul periodico da lui diretto, il secondo per avere scritta una « proposta per un film » dal titolo «L'armata s'agapo' », che costituiva una critica realistica di taluni aspetti dell'occupazione italiana della Grecia durante la seconda guerra mondiale. Rappresenterà la Pubblica Accusa il generale Solinas, relatore il capitano Ciancaglini, cancelliere il tenente Telese. 11 collègio di difesa è composto dagli avvocati Luigi Degli Occhi, deputato del partito monarchico, Delitala, Gallo e Paggi. L'Associazione Lombarda dei Giornalisti, con l'adesione della maggioranza delle Associazioni regionali di categoria e con il completo appoggio della Federazione Nazionale della Stampa, deliberato recentemente in seduta straordinaria dal Consiglio nazionale, si era assunta la difesa dell'imputato dottor Guido Aristarco, iscritto al Sindacato giornalisti profes sionisti di Milano, così come ha fatto l'Associazione emiliana per il suo iscritto dottor Renzo Renzi. Sono noti i termini giuridici dai quali è scaturita la denuncia contro i due giornalisti varata dalla Procura Militare della Repubblica in base all'articolo 7 del Codice militare di pace, che corrisponde all'art 290 del Codice penale ordinario. In forza di tali articoli sia l'Aristarco sia il Renzi sono stati considerati « militari in congedo ». Il capo d'imputazione fa appunto riferimento all'art. 81 del Codice militare di pace, che è ancora quello istituito dal governo fa scista e che stabilisce quanto segue: « Il militare che pub blicamente offende la corona e il governo del re e imperatore, il gran consiglio del fascismo e 11 parlamento, o soltanto una delle Camere, è punito con la reclusione da due a sette anni. La stessa pena si applica al militare che pubblicamente vilipende le forze armate dello Stato o una parte di esse ». II mandato di cattura fu spiccato, come ha dichiarato il capitano Mura, della Procura Generale della Repubblica, su autorizzazione del Ministro di Grazia e Giustizia, cui competeva la decisione o meno dell'arresto, in casi come quello di Guido Aristarco e di Renzo Renzi. E' perciò evidente che, per la sua decisione, il Ministro ha ritenuto di essere giuridicamente giustificato dal fatto che sia l'Aristarco sia il Renzi, nella loro qualità di militari in congedo non assolu¬ to, e cioè ancora passibili di chiamata- in servizio, erano tenuti, per legge, all'osservanza dei doveri morali degli appartenenti alle forze armate. Ma il fatto generava polemiche di natura ideologica e politica, soprattutto perchè investiva e pregiudicava la libertà individuale del cittadino, mentre tutta la stampa nazionale si schierava unanime a difesa e a tutela del libero esercizio della professione gior. nalistica. Molte voci autorevoli si sono levate per dire e per ripetere che lo scritto del Renzi non costituiva reato di leso prestigio dell'esercito italiano o di « vilipendio delle forze armate >, perchè non esisteva in esso, da parte del Renzi scrivendolo e dell'Aristarco pubblicandolo nella propria rassegna, materia di diffamazione nè intenzionale nè Involontaria, ma solo di libera critica di taluni episodi della guerra fascista. Altre voci, non meno autorevoli, hanno invece cercato di dare una spiegazione ai provvedimento dell'autoritùimilitare, richiamandosi all'esi-j stenza di un codice, che anche Ise assurdo per il nuovo ordinamento democratico che l'Italia s'è dato dopo la Libera- zione, esiste ancora come real-i tà giuridica. | Il monarchico, avv. Luigi iDegli Occhi, che è uno del di- j fensori dell'Aristarco, è stato'esplicito nel suo giudizio: cLo|spirito dell'art. 7 — ha detto! — vuole colpire non la qualità I soggettiva dell'individuo, ma la natura oggettiva del reato. Lo Aristarco sarebbe stato perseguibile se avesse compiuto, con lo scritto da lui pubblicato e assumendone la responsabilità obiettiva (art. 57 del Codice penale ordinario), Isti-i gazione a non obbedire al superiori o comunque a compiere atti di insubordinazione. In questo caso, invece, non di vilipendio si tratta, ma della! enunciazione di una concezione artistica con tendenza educativa sia pure espressa con una forma d'arte rivoluzionaria. Poiché il reato ascrittogli è stato compiuto da un giornalista a mezzo della stampa, a maggior ragione doveva essere applicato non il Codice militare, ma l'art. 21 della legge speciale sulla stampa. Per-|tanto la giustizia militare de- y?m™trint- BaSSOlUtamentei incompetente ». I nMMU^LnrsiLno^\SSelle d intrichi tenutati IIsenatori e ^eUa aliasi totalità IVSrlLìJitY!1 J£*!!1-Ì0J? Idegli esponenti del mondo in tellettuale e cinematografico. Comitati di difesa hanno promosso manifestazioni, conferenze e dibattiti nelle maggiori città italiane come Roma, Torino, Bologna, Milano, Genova, ecc.. I difensori contesteranno prima di tutto la competenza del tribunale militare a giucii- care del reato attribuito al Ren zi e all'Aristarco, affermando che i due giornalisti dovevano essere deferiti alla magistratura ordinaria. Nel caso in cui il tribunale accolga questa pre- giudiziale, il dibattimento sarà naturalmente rinviato; diversamente, si passerà senz'altro alla discussione. L'interesse è naturalmente notevole: una in credibile folla si assiepava già dalle prime ore nei pressi del palazzo di giustizia. Più di un centinaio di inviati speciali di giornali ed agenzie italiani e stranieri sono presenti, insieme a un nugolo compatto Ji foto grafl e di operatori cinumato eraflcj I due imputati dalla foriera di Peschiera, che lasciarono alle 16,5 di ieri, sono stati qui tradotti a bordo di due automobili, i