L'amore per il prossimo è la sola guida di La Pira di Giulio Caprin

L'amore per il prossimo è la sola guida di La Pira L'amore per il prossimo è la sola guida di La Pira Al diretto rimprovero del Pontefice, il sindaco di Firenze ha risposto con un telegramma di devozione - La battaglia per la Pignone e la sentenza del giudice istruttore (Nostro sprvtjio particolare,) Firenze, 28 dicembre. Nel messaggio natalizio del Papa per la pace spirituale, verso la fine, si è letto un monito a quei cristiani che, gettatisi a capofitto nelle lotte del lavoro, finiscono anch'essi per scalzare l'autorità legale dello Stato. A Firenze il monito, naturalmente impersonale, è stato inteso come un rimprovero particolare al sindaco Giorgio La Pira che, nella vertenza e poi liquidazione dello stabilimento Pignone, apertamente ha preso parte per tutti gli operai liceziati, 1750: tutti soccorrendo, anche quei due o trecento che hanno occupato lo stabilimento cercando di continuarne la attività. E' falso che egli li abbia addirittura incitati all'occupazione, ma è vero che è andato a trovarli con un sacerdote perchè dicesse loro la Messa. Per loro ha ottenuto i IIIIIIIIIIlnilllllllllllllllllllMIIIIIIIIIIIIIIIHIIIIIII !lale letti della Commissione Pontificia, il che ha fatto supporre che la sua azione di soccorso non fosse disapprovata dalla Curia arcivescovile fiorentina. Ieri a conferire con La Pira è venuto anche il cardinale Lei-caro, arcivescovo di Bologna. 1 Giorgio La Pira è un uomo che agisce per ispirazione di carità cristiana, senza pensare a tutte le conseguenze politiche. Per lui erano 1750 operai I privati del lavoro per la chiù-' sura di uno stabilimento: dunque, con le famiglie sei o settemila creature umane sacrificate. Ha impegnato se stesso come sindaco a fare tutto quello che l'ispirazione gli dettava. Al rimprovero papale il fedelissimo cattolico ha risposto inviando al Pontefice un telegramma di devozione in nome della città c che ha eletto per re il principe della pace >. La Pira non ignora le critiche che gli sono venute da molte parti, forse anche dal suo stesso partito. I socialcomunisti lo Iranno lasciato fare, senza nannalmente ringraziarlo. Perfino alcuni operai licenziati giudicavano che quella occupazione ostacolava ragionevoli trattative tra le parti. Tutti pensano che uno stabilimento cosi modernamente attrezzato non può sparire. Ma pensano anche che una riapertura non può avvenire se non su basi tutte nuove, ricominciando con un numero di operai ridotto. Solo 450 ne ammetteva la società in liquidazione, almeno 800 ne chiedeva il ministro del Lavoro. Intanto, poiché il liquidatore aveva iniziato azione legale contro gli occupanti, La Pira poteva chiedersi se anch'egli non doveva essere incriminato come favoreggiatore di un reato, violazione di domicilio. La sentenza del giudice istruttore del Tribunale di Firenze, che è stata già data ieri, per cui, in questo caso particosi esclude il reato e si esortano gli occupanti, sempre meno numerosi, ad andarsene pacificamente come pacificamente ci sono entrati, assolve anche La Pira, il quale oltre tutto è professore di diritto romano. La vertenza è tutt'altro che composta, ma finora si è svolta a Firenze con una moderazione il cui merito va an che all'azione, giudicata ini prudente e quasi sovversiva del suo sindaco. Egli rimane nel suo pensiero cristianamente semplice che questi 1750 disoccupati e le loro famiglie debbano presto riavere pane e lavoro e che frattanto la città deve salvarli dalla indigenza. La Pira è un singolarissimo suo ! cristiano per cui l'amor del prossimo è la sola guida sicura anche nell'azione politica e sindacale. Egli soffre con coloro che soffrono, siano pure uomini che politicamente lo avversano. Nessuno sarà più felice di lui se, in un modo o in un altro, la Pignone riprenderà a lavorare. Ieri è arrivata la notizia confortante che tutto l'insieme dell'azienda sarebbe ripreso dall'A.G.I.P. in un vasto programma industriale che interesserebbe tutta la Toscana; ma 1 disoccupati della Pignone restano scettici nelle loro dubitanti speranze. La posizione di La Pira, così impegnata con tutti i licenziati, rimane legata a fatti che si stanno maturando ma nessuno può ancora dire come si matureranno. L'esigenza del sindacati che tutti i licenziati, senza esclusioni, siano ripresi al lavoro non facilita certo la riattivazione di uno stabilimento che aveva perduto due miliardi anche per eccesso di una mano d'opera non tutta effettivamente impiegata nella produzione. La Pira ha superato il punto più pericoloso di una crisi' di lavoro cittadino che metteva in crisi la sua persona di sindaco cristiano sospetto di sovversivismo? Apparentemen» te non ne ha sofferto, lo si è visto, in queste settimane critiche, da per tutto come sempre affabile, sorridente, espansivo. L'altro giorno inaugurava un corso dantesco rivendicando Dante quale cittadino ideale anche della Firenze presente. La mattina di Natale era ai Santi Apostoli alla « sua > Messa dei poveri alla quale partecipa quasi come un sacerdote officiante. La sua fede nel bene, la sua carità che vuole debellare la povertà è quella di un ispirato. Conoscitore degli uomini quali sono, non ne teme le insidie. Intende il suo ufficio di sindaco, lui siciliano, a Firenze come una missione affidatagli dalla Provvidenza. E' uno straordinario uomo che 'comunica speranza e incoraggia a letizia. La purità delle sue intenzioni è riconosciuta anche dagli uomini incauti che il suo impeto mette spesso in imbarazzo. E' sua forza non temere per sè nessuna conseguenza. L'altro giorno mi diceva, con il suo solito affettuoso sorriso: — Che cosa può avvenirmi di male? Essere messo in prigione? Avrei finalmente un po' di raccoglimento. Sequestrarmi l beni? Nella camera della clinica che mi ospita non c'è di Imio nemmeno il letto. Giulio Caprin

Persone citate: Giorgio La Pira, La Pira

Luoghi citati: Bologna, Firenze, Toscana