Gli universitari laici in difeso dello democrazia

Gli universitari laici in difeso dello democrazia Gli universitari laici in difeso dello democrazia Necessità d'una "missione civile,, verso tutti gli onesti La Malfa tra gli spettatori del Convegno di Milano (Dal nostro inviato speciale) Milano, 21 dicembre. H congresso doll'U.G.I.: ecco qualcosa che, se pure si tenga conto di certe ingenuità e sfasature e durezze di c gergo > (comprensibili nei giovanissimi), deve considerarsi d'alto livello. L'assemblea degli universitari laici giunta alla sua terza giornata sollecita l'attenzione degli osservatori più pronti: l'on. La Malfa, .scaltrito dalle amarezze della vita pubblica, ma tuttora fiducioso delle possibilità della « terza forza », « beve > il congresso confuso tra gli studenti in un settore della platea; i comunisti (come i «fucini») hanno Inviato annotatori diligenti, silenziosi e, chissà, vagamente turbati. Difficilmente sapremmo comuni-..re ai ragazzi dell'Unione Goliardica, con l'umiltà necessaria, la nostra gratitudine per vederli impegnati, essi si quali appartiene l'avvenire, nella difesa della civiltà democratica, questo bene supremo oppresso da molte insidie. Giorgio Festi di Bologna, per esempio, incaricato ieri della relazione su < L'Unione Goliardica e la rappresentanza universitaria», ha parlato con saggezza forse troppo matura insistendo sull'opportunità, < malgrado tutto », di un buon vicinato con l'Azione Cattolica; non dimenticheremo comunque quella sua frase che sintetizza una testimonianza sofferta: « La democrazia non è una nostra invenzione. L'abbiamo incontrata rlla fine della guerra, sensibili ad essa oppure indifferenti, udendone il nome per la prima volta o avendolo conosciuto in qualche libro proibito, essendoci sacrificati per essa, ovvero non avendo fatto nulla per il suo avvento. Oggi, possiamo ben dirlo, essa forma la nostra ragione di vita ». Festi, come il giovane Ceriani punta di diamante tra i goliardi di Napoli, come Stanzani che ha presieduto fino al mese scorso l'U.N.U.R.I. (il super-parlamento nazionale dei goliardi), rappresentano con notevole dignità l'ala dei < possibilisti » nell'U.G.1. Altri sono più integralisti o «puri»: Adriano Vanzetti di Pavia, che ha riferito sull'attività di base dell'Unione, ha delineato . la « virtù affratellante » insita nella democrazia universitaria, quale fattore, o motore di libertà. Paolo Ungari di Milano, che l'anno passato frequentava ancora il liceo ed ha un candido, attonito viso di bambino, ha sostenuto che basterà, col favorire e promuovere la istituzione di circoli, l'intervento attivo dell'U.G.I. nell'ambito della scuola media per sanarne le vecchie piaghe. Il problema non e presumibilmente così scarno; ma si è ascoltata intanto da questo ragazzo una disamina precisa e coraggiosa e pungente dei mali che affliggono le . scuole secondarie: l'agnosti :ismo, l'inerzia, la ras* segnazione. A Giulio Chiarugi di Firenze è spettato di lanciare quello che i suoi colleghi definiscono < un ponte verso il futuro ». Chiarugi, il cui prestigio è fortissimo nell'Unione, pensa che l'U.G.I. debba « valicare i confini cronologici dell'Università » e, sotto la forma di una associazione fra i laureati dell'U.G.I., far sì che i laureati svolgano positivamente, dovunque si trovino, negli uffici, nelle aziende, nelle libere professioni, nella vita politica, una missione civile, < aprendosi » a tutti gli onesti, convincendosi che il destino e la responsabilità della vita associata sono davvero nelle loro mani. < La società di oggi ci attende nella professione scn za offrirci sufficienti possibili tà di divenire cittadini, e cioè individui autonomi nel vero senso della parola. Anche per questo non possiamo limitarci a prendere in considerazione 1 laureati perchè la laurea è un titolo formale, cui può corrispondere o meno una certa sostanza. Ci interessano tutti coloro che, dentro o fuori i confini delle università odierne, hanno ricevuto o possono ricevere una educazione all'autonomia e alla convivenza, tutti quegli ambienti che oggi sono o possono essere univcrsitas anche se non si chiamano università, anche se sono circoli culturali operai, o uffici studi o laboratori di complessi produttivi o di sindacati. L'università quale è oggi ha avuto ed ha tuttora un effettivo valore, oltre che per le capacità di rinnovamento che ancora possiede, anche perchè tra le sue mura abbiamo potuto resistere meglio alle manomissioni ed ai compromessi, ed abbiamo potuto salvare il patrimonio goliardici, e tramandarlo ed arricchirlo di nuove attitudini ed esperienzesì da. renderlo idoneo a nuovi e più difficili compiti ». Questa impennata di Chiarugi è senza dubbio, finora, il punto più alto del congresso, l'invito più fecondo di sviluppi. Il congresso si conclude domani; e non crediamo, come criticano gli osservatori di parte, che tanto fervore si sarà bruciato in una vampa di buona volontà non concreta. Da semi segreti rampollano piante solenni. Proprio oggi (l'assemblea è scattata in un lungo applauso) ai sono appre¬ ssTdCfrzltpmnElistqqdsCTgvelcisidra si i dati delle votazioni universitarie per l'Interfacoltà di Trieste: diciannove goliardi dell' U. G. I., sei dell' Azione Cattolica, tre fascisti: tre soli fascisti in una città esasperata. c 1

Luoghi citati: Bologna, Firenze, Milano, Napoli, Pavia, Trieste