Turbamento in Francia di Sandro Volta

Turbamento in Francia Dopo IO scrutini il Presidente non è ancora etetto Turbamento in Francia L'ostinazione di Laniel ha bloccato il Congresso Le destre vogliono conquistare la più alta carica dello Stato - Oggi il vicepresidente dell'Assemblea compirà un estremo tentativo: occorre un uomo "capace di servire la Repubblica,, (Dal nostro corrispondente) Versailles, 21 dicembre. Un'altra giornata inutile è trascorsa al congresso parlamentare di Versailles che dovrebbe eleggere il presidente della Repubblica francese. Il decimo scrutinio, i cui risultati sono stati letti stasera alle BS dal presidente André Le Traquer, ha dato S92 voti a Joseph Laniel, 358 a Edmond Naegelen e Si a Pierre Montel. Trentatrè voti sono andati dispersi su altri nomi. L'elezione è stata perciò rinviata alle 15 di domani per l'undicesimo scrutinio. Severa critica Stasera, però, prima di togliere la seduta, il presidente Le Trcquer ha detto che, benché non sia di sua competenza giudicare l'opera dei parlamene tari che fanno parte del congresso, non poteva fare a meno di considerare « pericoloso rimanere nella situazione in cui siamo che potrebbe mettere in causa le istituzioni democratiche », e invitava perciò domattina alle 10,S0 nel suo ufficio i capi dei gruppi parlamentari per « cercare un uomo in grado di servire la Repubblica ». Non a sono più dubbi infatti che l'ostinazione di Joseph Laniel, l'ingombrante miliardario contro il quale ha presentato oggi la candidatura anche un parlamentare del suo stesso partito, Pierre Montel, sembra avere bloccata oramai la situazione impedendo ogni via di uscita. Forse Laniel e i suoi sostenitori sperano di raggiungere la vittoria stancando il congresso. Molti parlamentari che erano venuti a Versailles credendo di doverci rimanere soltanto un paio di giorni, non hanno più neppure da cambiarsi la camicia. Qua- IMI Illllllllllllllllllllllllll IMI r e a n a e si tutti si trovano in una situazione di immenso disagio. Un deputato, il vicepresidente dell'Assemblea Nazionale, Montillot, e stato colpito da un insulto cardiaco mentre si recava a votare ed è bisognato trasportarlo all'infermeria. In queste condizioni potrebbe anche darsi che si arriui ad un punto in cui molti voteranno per chicchessia pur di farla finita. In questo caso però ci vuole poco a capire in quale discredito cadrebbero le istituzioni repubblicane. Intanto uno dei gruppi parlamentari, l'Unione delle sinistre democratiche della Resistenza, di cui fa parte il minestro della Difesa Nazionale, René Pleven, per protestare contro lo svolgimento del congresso ha deciso di ritirarsi dalle votazioni dopo il nono scrutinio e non si è presentato a votare al decimo. Altri parlamentari minacciano di fare altrettanto, ma è una protesta che non risolve nulla ed anzi aggrava la situazione. Gli immensi rischi di questo stato di cose vengono denunciati stasera da Le Monde: « Una logica irrefutabile si imporrà all'uomo della strada — scrive il giornale — Poiché ci si é impegnati a provare che non ci sono uomini all'altezza della funzione, perchè la funzione non dovrebbe essere soppressa t Logica dell'assurdo, della disperazione, che coronerebbe una situazione assurda e ben presto disperata. E' cosi che sono nate le dittature ». Un coro di proteste si é levato oggi contro l'incredibile andamento del Congresso di Versailles, e i giornali di ogni partito se ne sono fatti eco. Naturalmente le colpe venivano palleggiate fra la destra e la sinistra, a seconda del colore politico dei diversi organi, però le critiche all'ostinazione di Joseph Laniel erano le più severe. « Fino a quando durerà questa commedia! — scrtuetia Frane Tireur — parliamo di quella che Joseph Laniel sta dando al paese intontito. Quanti scrutini e atlanti giorni occorreranno ancora perchè l'ostinato normanno si rassegni ad ammettere che il Congresso non vuole saperne di lui e che diventa di cattivo gusto insistere! » Particolarmente significativo era poi il fatto che perfino un giornale conservatore come Le Figaro esprimesse press'a poco lo stesso giudizio. La volontà delle destre Le critiche a Laniel non bastavano però a dare una idea chiara della situazione che si era andata creando con questa assurda elezione, perchè è un fatto che, fin dal primo scrutinio, Laniel aveva avuto centinaia di voti e quindi si doveva obiettivamente ammettere che centinaia di parlamentari ne condividevano la responsabilità. La situazione, che minaccia di avere gravissime conseguenze ancnv dono V elezione presidenziale, era stata determinata dalla volontà delle destre di impadronirsi a tutti i costi della presidenza della Repubblica, pur sapendo di non rappresentare affatto la maggioranza del paese. A questo proposito bisogna riconoscere che la responsabilità maggiore ricade sulla democrazia cristiana, la quale è mancata al suo compito di mediazione, proprio ad un partito di centro. Paradossale si è dimostrata in questa circostanza la posizione della democrazia cristiana francese: ai era presentata nelle elezioni politiche come partito di centro fortemente tendente a sv nistra, e, come se ciò non ba inctsttdlfpacaptntstidvsuncmriciMastasse, il suo ultimo congressonazionale si era espresso a fa- uore di una più, stretta colla- borazione col partito socia/ista in un fronte democratico e so-cidle. Nonostante queste preci-se premesse però, non appenase ne è presentata l'occasione, i parlamentari democristiani non soltanto hanno fatto blocco con le destre votando contro il candidato socialista, ma si sono opposte a qualsiasi altra soluzione che avrebbe^potuto portare alla presidenza della Repubblica una personalità del centro sinistra. Il partito socialista aveva infatti proposto oggi di ritirare il proprio candidato per offrire a Vincent Auriol, personalità che si può ormai considerare al di sopra di ogni contrasto politico, il rinnovo del mandato, ma i democristiani si sono nettamente opposti a questo tentativo di conciliazione. L'anima dell'offensiva Allo stesso modo i democristiani si sono opposti al tentativo di offrire a Henri QueuiZie il ruolo di mediatore fra la destra e la sinistra, benché il vecchio parlamentare radicale sia sempre stato considerato una figura intermedia, sul cui nome sarebbe stato molto facile raggiungere il compromesso. Non si può dunque fare a meno di riconoscere che in questa occasione la democrazia cristiana è stata l'ani¬ mbagtònmhgsdgsanscpnRiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii ma dell'offensiva delle destre. Preoccupato della responsabilità che assumeva di fronte al paese con questo suo atteggiamento, il gruppo parlamentare democristiano ha cercato òggi di darne la colpa ai co-munisti che, non richiesti da nessuno, hanno votato per*Edmond Naegelen. Esso infatti ha approvato un ordine del giorno in cui si afferma che i democristiani < rifiutano di essere complici del sabotaggio delle istituzioni di cui il congresso sta dando spettacolo » e si dichiarano indignati davanti a tanti intrighi di cui l'opinione pubblica non è ancora sufficientemente informata ed ignora l'origine e gli scopi, per concludere che l'elezione del presidente non può avvenire « sotto l'arbitrato del partito comunista ». Affermazione a cui è difficile trovare qualsiasi serio fondamento in quanto i parlamentari comunisti sono stati regolarmente eletti e fanno parte del Congresso e quindi non si capisce come potrebbe essere loro impedito di votare per chi vogliono nella nomina del presidente della Repubblica. Sandro Volta iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

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