Un industriale minacciato di morte da un dipendente che aveva licenziato

Un industriale minacciato di morte da un dipendente che aveva licenziato Un industriale minacciato di morte da un dipendente che aveva licenziato Prima della lettera minatoria per ben tre volte gli uffici del suo stabilimento erano stati svaligiati • L'arresto e la confessione del colpevole Per tre volte nello spazio di un mese all'industriale signor Ernesto Graia, titolare dello stabilimento per produzione di stucchi artistici e decorativi in via Salerno 25, toccava una sconcertante sorpresa: entrava in ufficio e constatava che la stanza era stata messa a soqquadro da un ignoto visitatore. La terza, sorpresa si verificava quattro giorni or sono. Stavolta il repulisti era ancora più accurato e praticamente tutta l'attrezzatura per l'ufficio, per due volte rinnovata, era scomparsa. In più infilata' nella macchina per scrivere vi era una lettera. La lettera diceva: Egregio signore, domenica mattina alle ore 11 In punto lei deve trovarsi a piedi, da solo, davanti al cinema Fortino. Deponga a fianco della porta una busta contenente 100 mila lire In contanti. Poi si allontani senza voltarsi indietro. Naturalmente l'industriale non obbediva all'intimazione del truculento anonimo e si affrettava a sporgere denuncia alla Squadra Mobile. Il dott. Maugeri incaricava dell'inchiesta il commissario Ferrite II funzionario stabiliva (illumini iiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii n i e e a o a a e ù a o o, a nn ua a io a anzitutto un fatto interessante: di notte, come guardiano, restava nello stabilimento un grosso cane lupo, robustissimo e feroce, il quale aveva l'abitudine di abbaiare al minimo rumore sospetto. Come mai la vigile bestia, per ben tre volte, non aveva dato l'allarme? Semplice la risposta: il cane conosceva i ladri o 11 ladro. Un rapido esame della posizione di ciascun dipendente, assodava che la mano d'opera della fabbrica era costituita tutta da persone oneste e rispettabili. Ma ad un certo momento l'industriale si ricordava di aver licenziato per scarsissimo rendimento e per assenze Ingiustificate, tempo addietro, tale Carmine Bizzio, di Salvatore, di 20 anni, senza fissa dimora. La Squadra Mobile ricercava subito il Bizzio ed era il maresciallo Forrone che riusciva a scovarlo in un'osteria nei pressi di Porta Palazzo. Entrambi venivano fermati. Il Bizzio negava sdegnosamente e solo dopo lunghe ore di interrogatorio finiva col confessare. Le imprese erano state per lui estremamente facili in quanto, scavalcato il muro di cinta, non aveva trovato alcuna ostilttà nel cane iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii lupo. La refurtiva 1'aveya In parte venduta e in parte depositata presso amici. Egli era ricercato da altre Questure per furto.

Persone citate: Bizzio, Carmine Bizzio, Ernesto Graia, Maugeri