Ancora nessuna decisione al termine del sesto scrutinio

Ancora nessuna decisione al termine del sesto scrutinio Lt9elezione del Presidente della Repubblica franvene Ancora nessuna decisione al termine del sesto scrutinio Laniel rifiuta di ritirarsi - E' ancora in testa ma non riesce a raccogliere i voti necessari Herriot, malgrado le insistenze, non vuole accettare - Oggi a Versailles riprendono le votazioni a l è e a e (Dal nostro corrispondente) Versailles, 19 dicembre. La situazione non ha trovato soluzione oggi dopo i due nuovi turni di scrutini che si sono svolti al Congresso parlamentare di Versailles per l'elezione del presidente della Repubblica. Essa è anzi gravemente peggiorata perchè ha tutta l'aria di essersi arenata in un punto morto. I risultati del sesto scrutinio, che il presidente del Congresso, André Le Troquer,ha letto stasera alle 88,30, sono infatti pressoché identici a quelli del quinto scrutinio che si era svolto nel pomeriggio. Al sesto scrutinio, Joseph Laniel ha avuto 397 voti, Edmond Nacgelen 306 e Jean Médecin 171. I voti dispersi su altri nomi sono stati 31. Non essendo stata raggiunta neppure questa volta la maggioranza assoluta, la votazione è stata rimandata alle 15 di domani per il settimo turno. La giornata era incominciata stamane in un modo piuttosto preoccupante. Finora, le due prime giornate elettorali nel castello di Versailles erano state inconcludenti, ma si erano svolte in un modo del tutto normale almeno fino al quarto turno. C'erano stati otto candidati al primo scrutinio, quattro al secondo, tre al terzo e due al quarto. Arrivati a questo punto, eliminati tutti gli altri concorrenti e ridotta la competizione a due soli candidati, uno esponente delle destre e l'altro delle sinistre, si poteva credere che fosse ormai la volta buona e che uno dei due avrebbe avuto finalmente la maggioranza assoluta. Le cose non andarono invece così perchè ieri sera al quarto scrutinio, ci furono 166 parlamentari che non votarono né per Laniel nè per Naegelen e preferirono disperdere i loro voti su nomi che erano già stati ritirati dalla competizione e che, in ogni caso, non avevano nessuna probabilità di riuscita. Ma anche questo risultato poteva venir considerato nell'ordine naturale delle cose e fornire anzi un'indicazione precisa, tale da chiarire definitivamente la situazione: era infatti ormai evidente che 166 parlamentari non intendevano votare per Joseph Laniel per non dare la presidenza del la Repubblica ad un esponente delle destre, e neppure inten devano votare per Edmond Naegelcn perchè il deputato socialista ha una posizione troppo netta contro la ratifica del trattato per l'esercito europeo. Stabilito questo- punto, tutto sembrava ormai semplificato, ed infatti i parlamentari, ■ giornalisti e il pubblico rimasto nelle tribune fin dopo la mezzanotte ad aspettare i risultati del quarto scrutinio, lasciarono il castello di Versailles persuasi che stamane non si sarebbe parlato più nè di Laniel nè di Naegelen. Nessuno poteva ormai mettere in dubbio che il quinto scrutinio si sarebbe svolto oggi su nuovi nomi. Invece stamane c'è stata la sorpresa che ha disorientato tutti e ha fatto pensare che la situazione stetse per diventare davvero preoccupante. Contro ogni previsione, Joseph Laniel ha dichiarato infatti ai giornalisti: « Resisterò fino alla fine. Ho ottenuto 408 voti, nessuno può più nulla contro di me. Possiamo continuare dieci giorni, altri venti scrutini. Io terrò duro ». A questo punto la situazione è sembrata a molti non soltanto complicata, ma addirittura paradossale. Tutti erano conuiiiti che Laniel avesse ormai riunito il massimo dei voti e che, insistendo, avrebbe perduto terreno piuttosto che acquistarne. Ammesso però che qualche indeciso avesse potuto votare per lui nel quinto scrutinio, sembrava impossibile che egli riuscisse a guadagnare i 58 voti che gli mancavano per raggiungere, la maggioranza assoluta. E in ogni caso, si osservava stamane nei coiTidoi del congresso di Versailles, ammesso anche che egli fosse riuscito a vincere, che prestigio avrebbe avuto un Presidente della Repubblica eletto con un cosi piccolo scarto di voti e dopo cosi lunghe insistenze t A che cosa mirava dunque l'ostinazione di Joseph Laniel t Non bisogna dimenticare le straordinarie fortune della sua carriera politica. Sei mesi fa egli era uno dei più oscuri deputati dei settori di destra quando, riuscì a costituire un Governo dopo una crisi ministeriale durata più d'un mese e che aveva stancato tutti. A quell'epoca pochissimi sapevano chi fosse, tant'è vero che se ne parlava come di un piccolo fabbricante di sacchi di iuta di provincia; c soltanto in seguito si venne a sapere che era invece uno degli uomini più ricchi di Francia, con una fortuna personale valutata una cinquantina di miliardi di franchi. Come Presidente del Consiglio, Laniel noti è stato certo haseJeNdipiù brillante di quanto lo fosse! avprima come deputato, e la sua azione alla conferenza delle Bermude dette luogo ad apprezzamenti tutt'altro che benevoli. Però la forza di Laniel, il grande c atout » delle sue ambizioni politiche, è la pazienza, e così stamani, quando egli ha annunciato che avrebbe tenuto duro, tutti hanno capito che il suo calcolo era fondato sulla stanchezza degli altri: quella stanchezza generale che gli aveva permesso nell'estate scorsa di formare il governo, lo avrebbe portato ora all'Eliseo. Questa possibilità allarmava i parlamentari di sinistra, e in gTquavmNpMCGsungtenoreparticolare i socialisti e motti/»radicali, risoluti ad impedire ''che un esponente delle destre]^diventasse Presidente della]"Repubblica. Molti si metteva-Wno in movimento per ottenere 0la concentrazione di tutti ^svoti repubblicani laici su unU'solo nome, prescindendo daicproblema della CED e da tutteIPle altre questioni particolari. bL'esempio veniva dato da Ed- smond Naegelen, l'antagonista ;cssocialista di Joseph Laniel, chc\ andava a Parigi e dichiarava t a Edouard Herriot che CTa\npronto a ritirarsi se egli ac-\"cettava la candidatura. ìhPerò Herriot ha ripetuto di messer troppo vecchio e troppo,cammalato per poter accettare.\S>Così alle 14 è incominciata lai votazione per il quinto turno\ssenza che nessuna nuova de-\dcisione fosse stata presa. Soggtanto pochi minuti prima del-\ml'apertura delle urne i radicali] hanno annunciato che ripresentavano la candidatura di Jean Médccin, il sindaco di Nizza che era già stato candidato nel primo turno, in cui avevo, avuto soltanto 54 voti Alle 17, il presidente del congresso parlamentare, André Le Troquer, ha letto i risultati del quinto scrutinio. Joseph Laniel aveva avuto 374 voti, ossia 34 meno di ieri sera. Edmond Nacgelen ne aveva avuti 318, perdendone anche lui 38. Jean Médecin ne aveva avuti 197. C'erano inoltre 13 voti per Georges Bidault e 85 dispersi su altri nomi. Non essendoci neppure questa volta la maggioranza assoluta, il Presidente ha indetto la sesta votazione per stasera alle 80,30. C'erano dunque più di tre ore disponibili per raggiungere un accordo. Qualcuno ha /»"0 V™s.enJe„a JosePh ,*fmel ''assurdità della sua insistenza ^, ormai, non poteva avere ""* ™''M«M ch.f dx. oloccare WlVinfinito la situazione con 0™ve pregiudizio per il prestigio della nazione e delle sue U'tituztoni. Gli è stato detto c,le. ?• egli avesse ritirato la Proprio candidatura, lo avreb- bero fatto anche il candidato socialista e quello radicale, e ;«™*t!./Jl"£ Ci£,L°"!«i» LZ convergere la maggioranza assoluta dei voti su un nome nuovo. Però, tutto è stato inu "l°! Uf Ca't ? Z l*Z di ha c°nlerw?'0 la?Zf°\t mantenere la candidatura flnchè «on avrà costretto il ConS>resS0 ad eleggerlo. Cosi si è arrivati al sesto scrutmio con gli stessi candìdati del quinto, e così pure la giornata si è chiusa con un mente di fatto, Sandro Volta Sulle panchine del Champs Elysées, gruppi di parigini attendono invano da due giorni di veder passare il corteo del nuovo presidente eletto. Intanto si fa uno spuntino (Telef.) it h i

Luoghi citati: Francia, Nizza, Parigi, Versailles