Nessuna gratitudine per l'uomo che ha sconlitto la disoccupazione di Riccardo Aragno

Nessuna gratitudine per l'uomo che ha sconlitto la disoccupazione Sir William Beveridge ha scritto la sua vita Nessuna gratitudine per l'uomo che ha sconlitto la disoccupazione Il "no,, di Churchill al famoso piano - Uno dei più scrupolosi boicottaggi politici - 11 maggior rimpianto: essere stato escluso dal potere - L'avversione di Bevin - Un'autobiografia senza infanzia (Dal nostro corrispondente) Londra, dicembre. Una caratteristica che. salta subito all'occhio, nell'autobiografia che Lord Beveridge ha pubblicato in questi giorni, sotto il titolo Power and Influence (presso l'editore Hodder and Stoughton) è che si tratta di una autobiografia senza infanzia. E, praticamente, d'una carriera senza vita privata. Vi sono, è vero, frequenti accenni alla moglie, Lady Beveridge (che sta scrivendo ora un libro sul suo celebre piano), ma questi riferimenti a <J> sembrano fatti più ad una collaboratrice nel lavoro che alla <donna amata>. Anche in questo senso il volume di Lord Beveridge è profondamente rappresentativo. Egli concepisce la vita come carriera, e la carriera come devozione alla causa della comunità. Quando uscì dall'Università di Oxford, anziché seguire il consiglio paterno di avviarsi alla carriera di avvocato (il padre era giudice), il giovane Beveridge andò ad insegnare a Toynbee Ball, una istitu2io ne di grande interesse ai con fini fra la City di Londra e l'immenso retroporto che co stituisce l'East End, la zona povera di Londra. Toynbee Hall, una scuola per i poveri è stata sotto molti aspetti uno dei centri di formazione non soltanto di molti < poveri ». E' stata, cosa assai più importante, un luogo di formazione di dirigenti della nuova Gran IIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIlllllllllllllllllllllllllllllllllllll ' Bretagna. Mise a contatto gli intellettuali col popolo — un fenomeno che cinquantanni fa avrebbe facilmente potuto dare origine ad una scintilla sociale esplosiva. Beveridge, a differenza di Attlee, per esempio, non si trovò completamente a proprio agio in quell'ambiente. Anziché accostare uomini, persone, individui, egli scopri dei problemi. Fra questi il più importante fu quello della disoccupazione. Perciò lanciò quel luogo di prima esperienza per passare ad un lavoro assai più redditizio: a scrivere articoli di fondo per il Morning Post che era un giornale conservatore di mente aperta, che lasciava libere le proprie colonne anche ai giornalisti liberali e riformisti. Beveridge apparteneva a questo gruppo e si did' ò a studiare il problema della disoccupazione. (Un articolo di fondo della lunghezza d'una -olonna gli costava un'ora e mezzo di lavoro. Lavorava undici ore la settimana e veniva pagato seicento sterline all'anno. Calcolò rapidamente che questo equivaleva, a dieci pence e mezzo all'ora, al guadagno di ventisette muratori e mezzo). Dietro le quinte In quel periodo divenne amico di Sidney e Beatrice Webb, i padrini della moderna riforma inglese, e fu invitato da loro a cena con un giovane politicante liberale cui era stato affidato il Board of Trade, Winston Churchill. I Webb dis- llllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll li n a aodi oo é neruor ù li st aanli rsi a iza a ana raa, a, uib, rda ne ae, s- lll e a sero a Churchill, che doveva occuparsi dei problemi del lavoro: < Se volete risolvere il problema della disoccupazione dovete assumere questo ragazzo Beveridge ». Churchill lo chiamò al proprio Ministero e gli affidò la creazione delle Labor Exchanges, le « borse della mano d'opera » e l'organizzazlone della assicurazione contro la disoccupazione: due tipi dt soluzioni del problema che Beveridge aveva insistentemente proposto dalle colonne del Morning Post. Beveridge cominciava a delinearsi come l'uomo dei piani. Quando scoppiò la prima guerra mondiale gliene furono affidati altri due: la/creazione del Ministero delle flfunisioni e la creazione del Ministero della Alimentazione. (Il Ministero del Lavoro fu creato nel 19S3 \e fu uno sviluppo logico dei precedenti creati da Beveridge). Questi cambiamenti nella struttura ministeriale britannica furono apportati da Beveridge non in qualità di ministro, ma in qualità di < alto funzionario »: ossia dietro le quinte della politica. La distinzione è estremamente importante perchè ha creato il problema della vita di Beveridge. Egli lo enuncia nel titolo stesso del suo libro: le sue straordinarie capacità di amministratore, di uomo di ingegno, di organizzatore e di ricercatore gli permettevano di esercitare una enorme « influenza », ma non gli offrivano mai un vero < potere ». Cosi al termine della prima guerra mondiale, lasciate le quinte cello Stato, entrò come direttore alla London School of Economica and Politicai Science. Questa scuola universitaria, che nello spazio di citi quant'anni è salita in ordine di importanza — e di fama mondiale — all'altezza di Oxford e di Cambridge deve a Beveridge non soltanto la sede materiale, per cui egli si battè lungamente, ma quasi l'intero ordinamento. Dopo aver alterato la struttura del Gabinetto verso il moderno stato pianiticatore, questo influente senza potere, cominciava a preparare la nuova generazione dei funzionari pianificatori. I quattro nemici Dopo diciotto anni Beveridge lasciò la London School of Economics per trasferirsi ad Oxford, come Master of University College. Ma contemporaneamente all'insegnamen. to, nell'intervallo fra le due guerre, questo ometto magro, dal viso furbissimo e dal ca- ehe uldo re di li, si, rò ati Lo oarì ati j ratiere difficile, aveva conti- ve zlinete la ala ava un ne ul ne aznra gto. rà ato e? nde di la no ndei rs. mi ma utuso ca di alsotto oli ne ale nuato la sua < collaborazione allo Stato t: aveva condotto prima una inchiesta sulle miniere di carbone e poi un'altra sulle assicurazioni sulla disoccupazione. Quando scoppiò la seconda guerra mondiale, racconta ora francamente « speravo che, essendo entrato nel cervello della macchina governativa, mi sarebbe stato affidato qualcosa come il Quartier Generale della Pianificazione Economica, per dirigere la vita civile in tempo di guerra ». .Sfa la sua influènza non bastò ad imporre questa sua proposta a coloro che detene vano il potere politico. Al termine del primo anno di « fin ta guerray, quando Churchill prese le redini e formò il governo di coalizione, Bevin fu chiamato al ministero del lavoro. Il conflitto fra il sindacalista laburista, poverissimo di preparazione e ricchissimo di simpatia umana, e il freddo intellettuale innamorato delle cifre e sdegnoso della folla, fu immediato. Silenziosamente, di nuovo dietro le quinte, Beveridge si dedicò a compiere un'altra inchiesta per conto dello Stato Il titolo ufficiale era < Il rapporto Beveridge sulle assicurazioni sociali e simili serbisi». Afa il primo dicembre 1942 questo rapporto divenne noto come « Il Piano Beveridge ». Come culmine della sua indagine dei problemi sociali egli s'era proposto il compito di offrire alla Gran Bretagna la formula — il piano — per vincere i quattro nemici fondamentali: il Bisogno, la Malattia, lo Squallore e l'Ignoranza. Il piano riguardava ii lavoro ptetnmua<p«te—ggtltndp«pgccicdrccmbvsrp<rpbtrf per tutti, la medicina per tutti, la ricostruzione delle case e la riforma scolastica. Mentre Churchill e i generali erano intenti ad abbattere i nemici esterni, Beveridge, con un gesto evidentemente di aperta sfida ai detentori del < potere » s'era prefisso di superarli conquistando nuova « influenza ». Churchill, evidentemente, sentì l'importanza — e il pericolo — di questa sfida. L'intrigo politico La parte più interessante — ed amara — delta autobiografia di Lord Beveridge riguarda appunto il suo conflitto personale, indiretto, con colui che per primo aveva sfruttato la < influenza » del giovane intellettuale a vantaggio del proprio « potere » politico. Non appena il piano fu reso pubblico Beveridge divenne « subito dopo Churchill l'uomo più popolare di Gran Bretagna». Ma quando Beveridge chiese un colloquio con Churchill per discutere del piano il primo ministro gli rispose che € avrebbe desiderato vederlo ma aveva troppo da fare ». In una nota inviata al consiglio dei ministri egli dichiarò di deprecare < le promesse sulle condizioni postbelliche compreso il Piano Beveridge per la libertà dal bisogno ». In Parlamento, interrogato se intendesse attuare il piano egli rispose seccamente <No, Sir» al deputato interrogante. Dice un giornalista polemico inglese: <Fu uno dei boicottaggi più scrupolosamente pianificati nella lunga storia dell'intrigo politico ». Il partito laburista abbracciò in pieno il Piano Beveridge, se ne appropriò, vinse le elezioni con margine immenso. Ma Beveridge, che non aveva trovato comprensione fra i conservatori, non trovò nè credito nè riconoscenza fra i laburisti. Il suo sogno, al termine della seconda guerra mondiale, era di passare dalla influenza al potere. Pensò di inisiare la carriera politica. Discusse coi laburisti. Ma i■iiiiiiiiiiniiiiiuiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii suoi colloqui i in Morrison non portarono a nulla perchè Bevin gli era seccamente ostile. Si presentò come candidato liberale, fu eletto ma restò alla Camera per pochi mesi. E da allora, indubbiamente, Beveridge è un uomo amareggiato. Si sente, quasi ad ogni pagina, che il suo rimpianto è che la società lo ha trattato, dal punto di vista umano, con la stessa freddezza con cui egli ha trattato il suo prossimo. A parte i soliti titoli di Sir e di Lord — che rappresentano tanto un complimento quanto un congedo, nel mondo inglese — é indubbiamente mancato, verso di lui un cenno, un segno palpabile che possa indicare una certa gratitudine, un riconoscimento della paternità della nuova struttura dello Stato britannico. O forso la sua vita è simbolica anche in questo: della assoluta mancanza di riconoscenza, anzi del vago senso di dispetto con cui gli uomini politici guardano a coloro che hanno dato loro le idee più importanti. Ed è tipica anche dell'inguaribile desiderio degli intellettuali di abbandonare le alte cime dell'influenza per scendere nelle bassure del potere. Riccardo Aragno

Luoghi citati: Cambridge, Gran Bretagna, Londra, Oxford