L'anticlericale Queuille piace anche al suo parroco di Sandro Volta

L'anticlericale Queuille piace anche al suo parroco TRA 10 GIORNI LA FRANCIA ELEGGERA' UN NUOVO PRESIDENTE L'anticlericale Queuille piace anche al suo parroco "Spirito delicato e d'una estrema cortesia provinciale,, - Gli altri candidati - Le probabilità di Laniel: se saprà tener testa ad Eisenhower potrebbe tornare dalle Bermude per entrare direttamente all'Eliseo (Dal nostro corrispondente) Parigi, 5 dicembre. Il giorno che Eduard Herriot annunciò di ritirarsi dalla presidenza dell'Assemblea nazionale, molti deputati radicali tirarono un sospiro di sollievo. Non tanto perchè essi aspirassero alla successione, quanto perchè, potendo negoziare quella carica con altri portiti, si rendeva libero per loro l'Eliseo. Un giornale pubblicò In caricatura di Henri Qucuille che, a cavalcioni sulla ringhiera, si lasciava scivolare giù per le scale gridando: « Finalmente, largo ai giovani ». Rispetto a Herriot che ha 81 anno, Queuiìle è senza dubbio un giovane. Egli tuttavia ne ha compiuti 69 e una lesione ai canali semicircolari d'un orecchio gli impedisce di tenere l'equilibrio quando camolino. Però, nonostante questo inconveniente che potrebbe essere fastidioso nelle cerimonie ufficiali, Henri Oueuille è il candidato che, dopo la rinuncia di Eerriot, ha maggiori probab- l di essere eletto Presidente della Repubblica. Trenta ministeri Fra gli uomini politici francesi, Queuille ha il primato dei portafogli ministeriali; dal 1920, quando Miller and lo scelse come ministro dell'Agricoltura, egli ha infatti appartenuto a trenta ministeri. Prima della guerra i suoi incarichi non erano mai di carattere politico, ma tccnioo-amjmnistraftvi; <?ueui(le passava da un gabinetto all'altro col portafoglio dell' Agricoltura, dei Lavori Pubblici, dell'Igiene o degli Approvvigionamenti. Con la quarta ■ Repubblica, invece, è stato anche Presiiente del Consiglio. In genere, quando un uo. mo politico francese, a qualunque partito appartenga, riceve l'incarico di formare un nuovo governo, la prima cosa che cerca è di assicurarsi la collaborazione di Queuille. La sua rettitudine, la sua assoluta mancanza di ogni faziosità, sono riconosciute da tutti, e il Dictionnaire des contemporatns lo definisce: « Spirito delicato e d'una jstrema cortesia pro¬ iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii vinciale ». Non per nulla egli che è uno dei dirigenti del radicalsocialismo, ossia del partito che rappresenta in Francia le più forti tradizioni laiche ed anche anticlericali, si tanta di avere fra x suoi più fedeli elettori il parroco di Neuvic d'Ussel, il piccolo centro della Corrèze, dov'è nato. Queste qualità non sono certamente quelle che occorrono per definire una forte personalità politica, però per fare il presidente della Repubblica una forte personalità, politica non è affatto necessaria; non è l'esponente di un partito che deve andate all'Eliseo, ma un uomo retto e sperimentato, sul cui nome possano trovarsi d'accordo tutti i partiti. L'elezione presidenziale è sempre il risultato di un compromesso e, in questo setiso, nessun compromesso sembra oggi più facile ad esser raggiunto che quello su Henri Queuille. L'elezione del 17 corrente è però ancora una incognita e, anche se Queuille sembra in questo momento il favorito, poti ebbero non mancare le sorprese. Fra gli stessi radicali ci sono molti altri pretendenti. Il meglio piazzato, subito dopo Henri Queuille, è Yvon Delbos, un uomo che ha partecipato attivamente alla politica del « Front Populaire » prima della guerra e la cui elezione rappresenterebbe una più decisa qualificazione verso sinistra. C'è poi André Cornu, attuale sottosegietario alle Belle Arti, alla cui iniziativa la Francia deve la restaurazione di uno dei suoi più illustri monumenti, il palazzo e il parco di Versailles, che erano stati pressoché distrutti dalla guerra. E c'è, infine, Gaston Monnerville, un senatore di 55 anni, nato nella Guyana francese, che è ora presidente del Consiglio della Repubblica. Non è neppure escluso che altre candidature spu?itino all'ultimo momento e che. nella confusione dei ballottaggi, possa essere proprio uno degli ultimi arrivati ad aprirsi la strada dell'Eliseo. Anche negli altri partiti non mancano i candidati, dal comunista Marcel Cachin al gollista generale Pierre-Joiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniii seph Koenig. I socialisti presenteranno Marcel-Edmond Naegelen, ex-governatore dell'Algeria. Per la Democrazia Cristiana sembra che si possa considerale ormai tramontata la candidatura di George Bidault e che il partito si limiterà ad un'affermazione di principio su Barangé ai primi scrutini per partecipare poi agli accordi con gli altri partiti nelle votazioni conclusive. Barangé è il parlamentare democristiano che ha legato il suo nome alla legge per V insegnamento confessionale nelle scuole francesi. L'ultima discussione Gì» indipendenti di destra hanno almeno quattro o cinque candidati, fra cui i ministri Jacquinot e Ghastellain e l'ex-presidente dell'Assemblea dell'Unione francese, Fourcade. Ci sarebbe in¬ nilllllilllll Ili 111 i ! 11111111 DM II1II11I1M1IIIIII fine René Pleven, delle sinistre repubblicane, ma il suo atteggiamento a favore del trattato per l'Esercito europeo, sembra avergli tolto ogni possibilità di successo. Però, se non dovesse essere un radicale il futuro Presidente della Repubblica, il più probabile successore di Vincent Auriol, sarebbe certamente Joseph Laniel. Quali sono le probabilità di quest'uomo massiccio, oasi privo di quelle qualità che parlano all'immaginazione della ' gente t La sua è una di quelle figure su cui è più facile raggiungere un compromesso. Appartiene alla destra, ma a una destra moderata che ha molte simpatie anche a sinistra. A differenza di molti dei suoi compagni di partito, è stato uno degli esponenti della Resistenza oontro i tedeschi. E, soprattutto, durante l'ultima di¬ I1 111111111 III lllllllllllllll tllli 11111111111111111 11 scussione parlamentare di politica estera, Laniel ha saputo mantenersi su una posizione che non ha scontentato nessuno. Si è dichiarato favorevole alla politica di integrazione europea, ma ha posto tante condizioni alla ratifica del trattato per l'esercito europeo e al riarmo della Germania, che perfino i deputati più ostili a quel trattato hanno finito per votare per lui, o almeno, si sono astenuti. Ma le sorti della candidatura Laniel alla presidenza della Repubblica, dipendono dal successo che avrà il punto di vista francese alla conferenza dei tre Grandi. Se Joseph Laniel riuscirà a tener testa in questi giorni al Presidente Eisenhower, ci sono molte probabilità che egli ritorni dalle Bermude per entrare direttamente all'Eliseo. Sandro Volta

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