L'assassino dell'autista riliula di comparire in Assise

L'assassino dell'autista riliula di comparire in Assise L'assassino dell'autista riliula di comparire in Assise Hanno deposto i testi d'accusa - Dove il ferri ha preso il martello che servì per il delitto? Piacenza, 1 dicembre. Francesco Ferri, il ventiselenne ex-legionario della Legione Straniera, imputato di omicìdio premeditato a scopo di rapina dell'autista di piazza Oscar Pagani, ha deluso l'attesa della folla che si assiepava nell'aula dell'Assise di Piacenza non comparendo davanti alla Corte che ha iniziato stamane il procedimento a suo carico. Perciò il presidente, dott. Clavatta, ha dovuto riassumere brevemente il fatto, limitandosi quindi a dar lettura delle deposizioni rese dal Ferri. Il 7 settembre scorso, nelle prime ore del mattino, in un canale flanchegglante la strada di Gropparello veniva rinvenuto 11 cadavere dell'autista pubblico Oscar Pagani, barbaramente colpito al capo e al viso con 26" colpi di martello. Dall'altro lato della strada, immobilizzata nella cunetta, si trovava l'autopubblica del Pagani, nel cui interno si rinveniva una valigetta contenente indumenti tra cui un soprabito da donna. L'arma del de- llllllllIlMIIlIlllllllllIIIIItlllllIllCllllllllllllllIlll litto, anch'essa rinvenuta nella stessa località, era un comune martello da meccanico. Le indagini della Questura piacentina si basarono sul soprabito da donna che un giovane aveva cercato di vendere il giorno prima in una trattoria di Piacenza, e che uno dei possibili acquirenti aveva segnato con una scalfittura fatta con un'unghia su uno dei bottoni. Identificato 11 soprabito, si identificava presto anche il Ferri e il giovanotto veniva acciuffato a Milano mentre stava rubando un giornale e un libro da un'edicola di quella stazione Centrale. Il Ferri, nella sua deposizione, ha subito ammesso di essere l'autore del delitto, affermando però ch'egli aveva colpito 11 Pagani in seguito a una discussione originata dal fatto che l'autista non avrebbe piùvoluto condurlo alla località stabilita. L'imputato ha anche negato di aver derubato l'ucciso. Il Ferri, che asserisce di aver prestato servizio nella Legione Straniera dal 1947 al 1952, ha confermato di essersi recato a Castell'Arquato il giorno prima del delitto, negando però l'affermazione dell'accusa secondo la quale in quella località si sarebbe impossessato, presso l'officina Montenegri, del martello La sfilata dei testimoni è stata aperta dalla vedova e dai due figli dell'ucciso; essi hanno affermato che nel portafogli della vittima dovevano esservi circa ottomila lire e hanno escluso che il martello facesse parte della dotazione della macchina. Per tutto il giorno è quind; continuata la lunga sfilata di una trentina di testimoni di accusa, che hanno sostanzialmente confermato le deposizioni dei fatti già noti. In particolare il signor Montenegri, proprietario dell'officina di Castell'Arquato, non ha riconosciuto l'arma omicida come proveniente dal proprio laboratorio. I suoi garzoni, ritrattando le dichiarazioni rese, hanno affermato anch'essi di non essere certi che si trattasse dello stesso martello.

Persone citate: Francesco Ferri

Luoghi citati: Gropparello, Milano, Piacenza