I problemi che attendono il Presidente al suo ritorno

I problemi che attendono il Presidente al suo ritorno I problemi che attendono il Presidente al suo ritorno Amnistia, «diritti casuali», crisi industriale - Il quotidiano dell'A. C. dichiara: "La povera gente ha necessità di lavoro; bisogna tare qualcosa,, - L'«Osservatore Romano» commenta: "Nessuna difesa di privilegi economici, ma denuncia delle ingiustizie terrene,, Roma, 28 novembre. Il Presidente del Consiglio on. Pella tornerà a Roma domani sera alle 10 e lunedi mattina con ogni probabilità ragguaglierà il Capo dello Stato sui risultati della conferenza dell'Aja, sugli ultimi sviluppi della questione triestina e sui principali problemi interni sottoposti all'attenzione del governo e del Parlamento, sui quali in questi giorni d'assenza dall'Italia si è tenuto costantemente informato. La situazione politica che egli trova si presenta quanto mai complessa, non soltanto per le questioni di politica internazionale, ma soprattutto per quelle di politica interna, che negli ultimi giorni sono state poste sul tappeto. Sulle prime il Presidente è stato invitato a riferire alla Commissione parlamentare degli Esteri, e ciò avverrà .probabilmente venerdì prossimo. L'on. Pella dirà a che punto sono arrivate le trattative diplomatiche per l'organizzazione della «conferenza a cinque» per la soluzione del problema giuliano e. sollecitato dalle sinistre, illustrerà l'atteggiamento del governo sulla « svolta » determinata nella politica internazionale dall'adesione sovietica alla conferenza a quattro. Non è tuttavia questa « scadenza » che può provocare le maggiori preoccupazioni del Presidente del Consiglio. La posizione del governo dopo il rifiuto jugoslavo alle proposte occidentali per la « conferenza a cinque » è lineare, tale da non prestarsi a critiche. Dal momento che l'Italia ha accettato la piattaforma di discussione proposta dagli alleati, non sta ad essa assumere nuove iniziative per sbloccare la situazione. Se il governo jugoslavo mantiene la sua intransigenza, al governo italiano non resta che prenderne atto e tornare ad insistere per l'applicazion i pura e semplice delle decisioni dell'8 ottobre relative al trasferimento dei poteri nella zona A. Più complesse e imbarazzanti appaiono le « scadenze » di politica interna ed è a queste, si pensa, che il Consiglio dei Ministri nella sua prossima riunione di lunedì o martedì dedicherà la sua attenzione. Primo problema, quello della amnistia, giacchè il Parlamento concluderà tra martedì e mercoledì la discussione generale, iniziando subito dopo l'esame dei numerosi emendamenti che sono stati presentati. Il governo 6 contrario alla proposta monarchica di rimettere la decisione sulla estensione e sulle caratteristiche del provvedimento al giudizio del Capo dello Stato, ma per il resto è pronto a rimettersi al giudizio del Parlamento. Un analogo atteggiamento « agnostico » assumerebbe anche nei riguardi della proroga dei diritti casuali, altro argomento di cui, sia pure anco¬ ra in sede di commissione parlamentare, si discuterà nella prossima settimana. Gli orientamenti programmatici dell'on. Pella pongono indubbiamente il governo molto vicino al punto di vista che in merito ha espresso il Capo dello Stato. Ma considerazioni di opportunità politica lo inducono ad evitare di lanciare un'aperta sfida al Parlamento, orientato, per evidenti ragioni elettoralistiche, sulla conferma della proroga. Dove invece si ritiene inevitabile una presa di posizione è sulla congiuntura determi- nata nel settore industriale dalifallimento della mediazione governativa fra sindacati e Confindustria per il problema del « conglobamento » e dalla crisi delle industrie controllate dallo Stato, inasprita e popolarizzata dal « caso » della Pignone. Qui, come si è già avuto occasione di avvertire, l'impegno cui è chiamato il governo è duplice. Da una parte si tratta di approntare quei provvedimenti con carattere d'urgenza necessari per sanare provvisoriamente le situazioni più critiche. Dall'altra parte, tuttavia, si tratta di cominciare a prendere in considerazione quella « impostazione » C una « politica organica a lunga scadenza » che è sollecitata con sempre maggiore insistenza da partito di maggioranza e dalle organizzazioni cattoliche, c Difronte alla attesa della poveral gentc — tornava a chic ere stamane l'organo dell'Azione Cattolica — che ha bisogno di lavoro, che non vuole essere privata de) pane che fino a ieri si è lucrata col suo lavoro, qualche cosa bisogna pur fare. Non ci si può rassegnare a registrare. Soprattutto perchè i casi della Pignone potranno ripetersi, è sulle cause che bisogna agire in primo luogo ». L'Osservatore Romano sotiene con entusiasmo la campagna e, cogliendo occasione dagli interventi della stampa di sinistra, piuttosto seccata disimili intromissioni in un cam-ipo cne era abituata a.consi-derare suo esclusivo, va ogni giorno ripetendo che compito della Chiesa non è la difesa del privilegio economico, bensì la «denuncia e la condanna delle ingiustizie terrene ». « La Madonna di Siracusa — notava ad esempio quest'oggi - piange perchè i nostri non . ossono essere tempi di consolazioni e di sorrisi, ma di lacrime soltanto ». Si vanno insomma elaborando le premesse per un risve glio di quelle che sono consi- derate le correnti dell'* integralismo sociale cattolico » e non è affatto escluso che siano proprio esse tra qualche ettimana o qualche mese le protagoniste di quella battaglia per la » qualificazione » gover- nativa della quale ormai da , tempo si va parlando, l e. f

Persone citate: Pella

Luoghi citati: Aja, Italia, Roma, Siracusa