Revisione di sette condanne emesse dal Tribunale Speciale
Revisione di sette condanne emesse dal Tribunale Speciale ULTIME DI CRONACA Revisione di sette condanne emesse dal Tribunale Speciale La prima sezione della Corte di Appello penale ha riesaminato ieri la sentenza emessa il 16 marzo 1943 dal Tribunale Speciale per la difesa dello Stato contro ventitré persone sorprese a frugare ed a rubare tra le macerie delle case sinistrate dai bombardamenti aerei. Nei confronti degli Imputati fu applicato il decreto legge del 30 novembre 1942 o le pene pronunciate furono gravissime: cinque condanne a morte e diciotto al carcere varianti da 30 a 5 anni. I condannati a morte, fucilati al poligono di tiro di Sassi il giorno successivo alla sentenza « per dare un esemplo » a coloro che avessero avuto Intenzione di rubare nelle case sinistrate, erano: Giovanni Lenta, Silvestro Falerni, Normanno Tesi, Ernesto Robella, Domenico Baldi. La Corte di Cassoslone già nell'ottobre del '44 accolse il ricorso presentato da sei condannati: Silvio Garnero, Vittorio Berruti, Giuseppe Rudinl, Luigi Gatti, Achille Gambera ed Eugenio Buffa. Ma la Corte d'Appello respinse le istanze; tuttavia, con una complicata decisione, concesse agli imputati la libertà provvisoria. A molti anni di distanza il Supremo Collegio annullò quel provvedimento e ordinò la revisione del processo affidandola alla prima sezione della Corte d'Appello di Torino (Pres. Casoll, relatore Cornier, P. M. Bianco, cane. Pignataro). I giudici, dopo avere ascol¬ tato i difensori avv.tl Ollivero, Germano, Toselli e Torchio ha pronunciato la seguente sentenza: ridotte le pene per Garnero da 30 anni di reclusione a 8, i>or Berruti da 24 a 4, per Rudinl da 25 anni a 6 anni e mezzo, per Buffa e Gatti da 18 anni e 2 anni a ciascuno; il Gambera, pure condannato a 18 anni è stato amnistiato. Tutte le pene sono state condonate. In procedenza la Corte aveva riesaminato la sentenza con cui, per un motivo uguale a quelli precedenti, il Tribunale Speciale condannò Giuseppe Belle a 24 anni di reclusione. Difeso dagli avvocati Barosio o Donati di Roma, l'imputato è stato assolto per insufficienza di prove.
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