Trasferito a Messina il processo per "Navi e poltrone,,
Trasferito a Messina il processo per "Navi e poltrone,, Trasferito a Messina il processo per "Navi e poltrone,, La corte d'Assise di Milano ha interrogato l'ex-console De Pasquale Messina, 23 novembre. L'ordine di distruggere le batterie contraeree della zona di Augusta non fu dato dall'ammiraglio Leonardi, e gli addetti ad esse, in preda all'orgasmo del momento, le inutilizzarono o le fecero saltare Un base ad un piano preceden temente disposto. Ecco quan l*° deUo °BP ne».a ^eposizione resa davanti alla Corte d'Assise di Milano, trasferitasi a Messina per interrogarlo, l'ex-console della milizia fascista Mario De Pasquale, il quale, dichiarato intrasportabile per grave malattia, ha tuttavia deposto per quat itro ore di seguito senza dare 1 segni di stanchezza, 1 Ed ecco in sintesi la cronaca della deposizione, che ha avuto fasi drammatiche. La Corte d'Assise di Milano che giudica jl comandante Tmzino nel vto gSSJSiS CT^'lO iel palazzo di giu- gtizja dj Messina. Sa„t() su|la pedanai „ teste Maiio De Pasquale espone la situazione della milizia nella zona di Augusta alla vigilia dello sbarco.alleato del '43. Egli afferma che esisteva in precedenza un piano di massima per la distruzione delle batterle. La sera del 9 luglio un fonogramma, del Comando Piazza (Manna) lo invitava a predisporrli- un altro per la distru ;ziont' delle stesse batterie. Egli allora obbediva all'ordine e comunicava il suo piano al comando; non avendo avuto risposta, riteneva che fosse stato approvato e ne trasmetteva alcuni stralci ailu batterie. Ormai regnava il panico, al punto che il comandanti- Tur- care i collegamenti con altre batterie, il teste si convinse che lesse fossero state colpite dal nemica o fatte saltare in aria. ! Il presidente chiede al teste perchè egli non fece nulla per [conoscere il motivo per cui ile altre batterie da lui dipen- .chi, che aveva il comando in:seconda della Marina, gli co- munlcò la sua decisione di èva- ! cuare la zona, cosa che fece. ILa mattina dell'll luglio una , batteria, da lui dipendente, I sila a Magnisi, gli comunico la jimpossibilità di resistere, ediallora egli diodo ordine di inuti-Islizzare i pezzi e di ripiegare lungo la costa. Venuti a man denti fossero state fatte saltare senza suo ordine, ed il teste risponde che effettivamente egli non fece alcuna inchiesta ed attribuisce la distruzione delle batterie allo stato di panico dei militari o anche alle interruzioni delle comunicazioni ed alle interferenze operate forse dalle formazioni nemiche che nel frattempo erano giunte nella zona. A questo punto avviene il confronto con il gen. Passalacqua. Questi conferma di aver interrogato a Catania, rimproverandolo aspramente per essersi ritirato, un console della milizia a nome De Pasquale; tuttavia resta dubbioso sul riconoscimento dell'ufiiciale nel teste. L'altro teste, il ten. col. Leto, afferma di esser stato presente all'interrogatorio del De Pasquale da parte del gen. Passalacqua e riconosce perfettamente nel teste quell'ufficiale. Con queste battute ha termine l'udienza odierna. Illllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllll
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