La studentessa assassina condannata ai lavori forzati

La studentessa assassina condannata ai lavori forzati La studentessa assassina condannata ai lavori forzati Il Pubblico Ministero aveva chiesto la pena di morte - L'imputala ha ascoltato la sentenza senza batter ciglio (Nostro servizio particolare) Parigi, 20 novembre. Pauline Dubuisson, la studentessa che dopo 18 mesi di separazione assassinò l'examante Felix Bailly perchè non voleva più ritornare con lei che l'aveva canzonato e tradito per molto tempo, è stata nondannata ai lavori forzati a vita. Il verdetto è stato pronunciato dinanzi a una folla elegante composta soprattutto di belle dame accorse in massa per ascoltare i principi del Foro parigino che si affrontavano a forza di eloquenza. Dopo la deposizione dell'ultimo teste, una amica della far miglia Dubuisson è venuta a dire che Paillette era stata educata duramente: *Il padre, di carattere quasi selvaggio ha sviluppato la sua intelligenza a scapito della sua moralità, sebbene Paulette fosse di natura dolce, amasse i barn bini a sapesse farsi amare da essi ». Le conseguenze di que sta educazione sono state su bito sottolineate dall'avv. Le grand-Guimt, della P. C, che ha difeso la memoria di Felix Bailly, la vittima, e si è rivolto all'imputata osservando: — Avete spezzato la vita di varie persone, provocato la disperazione di altre, ma ho aspettato invano le vostre lacrime e il vostro pentimento. Non ho visto nulla nemmeno quando siete stata messa in presenza dei genitori della vittima. Non aspettate da noi alcun perdono. Le orìgini della tragedia Questa durezza dell'avv. Legrand, sebbene giustificata, non è tuttavia conforme in modo assoluto alla verità perchè nei giorni scorsi Pauline ha pianto varie volte e anche oggi, mentre venivano pronunciate le parole che abbiamo riportato, si asciugava alcune lacrime silenziose, abbassando il capo come per subire l'assalto dell'avversario. Ma pift duro ancora è stato maitre Floriot. Già due giorni fa ebbe una frase feroce. Egli aveva chiesto all'imputata: « Quante volte avete tentato di suicidarvit ». Rispose Pauline: « Tre volte ». E l'avv. Floriot ribattè: « Insomma, siete capace solo di assassinare ». Oggi Floriot ha cominciato col ricordare che un giovane sano e leale a cui la vita appariva piena di promesse è stato ucciso: e ciò non lo si deve dimenticare, sebbene i fatti risalgano a più di due anni e mezzo. Poi Floriot ha tentato di analizzare i motivi che hanno spinto l'assassina; non è l'amore, non è la passione, bensì la rabbia .nata da un orgoglio mostruoso. Floriot — Dopo la rottura. Pauline si è sentita mortificata; essa aveva un bel ragazzo che rappresentava un bel partito e che molte donne le invidiavano. Passano due anni e improvvisamente colui che essa aveva canzonato e maltrattato, sempre convinto che la sarebbe sempre ritornato fedele come un cane, decide di rompere. La delusione è grande, tanto più. che la ragazza scorgeva i sorrisati ironici sul le labbra delle amiche. Poi le dissero di averlo visto a brac- " i e l è cetto della fidanzata, e quindi capì che tutto era finito. Air. lora il suo orgoglio deluso la fece agire. Ecco le origini della tragedia. Non era amore — aggiunge l'avvocato — perchè in 18 mesi di separazione essa non gli scrisse max, non si interessò di lui ed ebbe altri amanti. Pau Une è rimasta impassibile mentre i genitori della vittima, seduti in prima fila nell'aula piangevano. Secondo l'eminente avvocato, l'imputata recito la commedia della passione perchè sa che a questa i giurati sono soliti indulgere per delitti che essa ispira. Floriot legge una lettera che Felix scrisse ai genitori nella quale diceva di essere felice con la sua fidanzata e aggiunge: <Fu proprio quando Felix scriveva in quel modo che Pauline decise dì ucciderlo. Essa pensò: non posso sopportare che quell'uomo sia felice. Io non credo ai delitti passionali quando sono premeditati in modo tanto minuzioso ». E infatti, come ricorda l'avvocato, Pauline aspettò per molte ore nel corridoio della casa di Felix con la rivoltella in tasca il ritorno dell'amante. « Non è quindi un delitto passionale », egli osserva, aggiungendo che non crede nemmeno alla sincerità del tentativo di suicidio. « C'è un modo sicuro di togliersi la vita col gas, quando si vuole impiegare il gas, ed è di mettersi il tubo non vicino al viso bensì direttamente in bocca, come fece il padre dell'imputata quando gli riferirono il delitto della figlia e volle morire, e morì infatti ». Oltre all'orgoglio quali altri motivi spinsero Pauline a voler riconquistare Felix, dopo aver rifiutato varie volte di diventare sua moglie? Semplicemente il bisogno di denaro, secondo Floriot, che la spinse a volersi sposare e il miglior partito era appunto Felix. « Criminale perversa » Quando Pauline vide che Felix non la voleva più, non lo potè sopportare: « E' quindi un delitto di orgoglio di rabbia e di cattiveria » ha detto Floriot concludendo indicando i genitori della vittima: « Quella brava gente non vuole una vendetta, ma vuole che sia fatta giustizia ». Cosa poteva dire il P.O-. nella sua requisitoria dopo l'arringa dell'avv. Floriott Ben poco poteva aggiungere. Dopo aver ritracciato con parole severissime la vita dell'imputata «ragazza pubblica, dilettante in materia di galanteria, ma con una esperienza da superare quella delle professioniste », il P.G. insorge contro la tesi degli psichiatri che tende a diminuire la responsabilità dell'imputata. Egli ha rilevato poi una « segreta e mostruosa armonia di delitti* rilevando che un mese fa Pauline fece testamento lasciando un milione di franchi, non a sua madre, bensì a una certa Golette Bigot condannata ai lavori forzati a vita per avere assassinato due figli a pochi anni di intervallo e poi aveva simulato il suicidio. E per questa tleonessa criminale perversa » il P.G. ha chiesto la pena di morte. Maitre Baudet, avvocato di Pauline, sapeva di difendere una causa ben difficile, persa praticamente in partenza. La imputata aveva riconosciuto le proprie intenzioni omicide: e cosa poteva dire il suo difensore? Egli ha quindi tentato di dare la colpa all'educazione orgogliosa ricevuta dalla sua cliente, di attenuare la sua responsabilità e di insistere sui lati buoni — come la bontà per i disgraziati — del suo carattere. «/ suicidi che essa ha tentato — ha detto l'avvocato — non le tolgono la sua respon¬ ssdgfphsI sabilità, ma sarebbe terribile se voi non la credeste sincera ». E ha quindi concluso chiedendo per essa, che fu orgogliosa, perdono di ciò che essa fece: perdono alla giustizia., perdono a tutti i genitori che hanno figli, ma spesso non li sanno allevare. E' stata necessaria meno di mezz'ora alla corte per deliberare e pronunciare la sentenza. I giurati hanno fatto presto a convincersi che Pauline non aveva diritto a molte circostanze attenuanti e la condanna appare tuttavia severa. Se Pauline avesse avuto venti anni di lavori forzati, come ognuno prevedeva, fra 8 o 10 anni poteva di nuoto essere libera — dato il sistema delle grazie — -se il suo comportamento in carcere fosse stato esemplare. La condanna ai lavori forzati a vita è più difficile farla diminuire e, comunque, Pauline dovrà fare ormai molti anni di carcere. Essa ha ascoltato la sentenza senza battere ciglio con quella, indifferenza — sincera o ostentata? — che aveva già ieri e che fece dire al suo avvocato: « E' già come una morta indifferente a qualunque cosa le possa accadere », 1. m iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiniiiiiiiii Pauline Dubuisson, l'assassina

Persone citate: Baudet, Felix Bailly, Golette Bigot, Legrand, Pauline Dubuisson

Luoghi citati: Parigi