«lo non ho ucciso mio fratello» continua ad affermare Domenico Ru

«lo non ho ucciso mio fratello» continua ad affermare Domenico Ru «lo non ho ucciso mio fratello» continua ad affermare Domenico Ru L'arrestato è caduto in molte contraddizioni circa il suo alibi Il nostro inviato ci telefona da Ceres: L'arresto di Domenico Ru — accusato di avere ucciso il fratello sulla mulattiera di Mezzenile — è avvenuto dopo che il parroco del paese aveva esortato e quasi implorato gli abitanti della frazione Pugnetto a rivolare la verità e ad aiutare la giustizia. I carabinieri non hanno detto se qualcuno, accogliendo l'invito del sacerdote, si sia presentato In caserma per faro nuove dichiarazioni, oppure se il provvedimento a carico del montanaro era stato deciso In precedenza. Don Angelo Melone — un prete alto e magro, con occhiali a stanghetta — saliva l'altra sera alle 17 fino alla borgata sperduta fra 1 boschi, e bussava a ogni casa per ammonire le singole famiglie. Il suo discorso si svolgeva press'a poco in questi termini: « Entro la mezzanotte Bernardino Quaranta Vottero il vostro giovane compaesano, verrà portato alle carceri di Torino con la accusa di omicidio. Egli può essere innocente. Se voi sapete qualcosa, se conoscete il vero assassino, avete l'obbligo morale di far liberare quel disgraziato. Non dovete lasciarvi vincere dalla paura, nè dall'omertà ». Le risposte erano tutte uguali, brevi e quasi sdegnate; «Noi non sappiamo nulla, si rivolga altrove ». Tutti, però, si rendevano conto che la posizione del Vottero era molto delicata. Poco dopo che la vittima era caduta colpita da una rivoltellata alla nuca, egli era comparso improvvisamente davanti a Francesco Alterant che, ubriaco fradicio, gli aveva gridato: «Tu sei l'assassino, tu hai ammazzato Giovanni Battista Ru». A Pugnetto nessuno credeva II giovane autore dell'omicidio, nè i carabinieri potevano scoprire nelle sue azioni e nei suoi sentimenti un movente per uccidere. Il Vottero, quattro ore dopo che il parroco aveva svolta la sua opera di persuasione, usciva dalla cella. Il maresciallo della stazione di Ceres ed alcuni carabinieri si recavano nello stesso tempo nell'abitazione di Domenico Ru, e con le armi in pugno lo arrestavano. Si aspettava da parte sua una reazione violenta; il montanaro, invece, porgeva quasi con indifferenza I polsi alle manette. Domenico Ru è uomo autoritario, e dicono che fosse non meno litigioso di suo fratello. Secondo alcuni egli era una specie di « Peppone *. del paese, sempre in contrasto col parroco, chiamato anche « don Camillo ». Contro di lui, a quanto ci risulta, non esistono prove precise che sia colpevole di fratricidio. Non manca, però, tutta una serie di indizi e di contraddizioni che rendo no necessari, secondo l'autorità inquirente, l'arresto e la denuncia del Ru alla magistratura, Domenico Ru odiava suo fratello Giovanni Battista. Nel 1943 aveva cercato di farlo uccidere insieme con la moglie. Il mancato crimine gli è stato rinfacciato, ieri, in caserma, nel corso di un drammatico interrogatorio, dalla cugina che in quei lontani anni aveva salvato la vita ai due sposi e che poi aveva dovuto su bire le sue minacce. Nel 1949 Gio vanni Battista Ru aveva appiè cato il fuoco alla sua casa, ed egli, più tardi, si era vendicato distruggendo l'impianto della luce elettrica nell'abitazione del fra tulio. Recentemente — dopo un periodo di apparente normalità, in cui le famiglie dei due fratelli si evitavano ostentatamente — erano sorti dissensi e litigi per questioni di interesse, riguardan ti, forse, il possesso di una mucca. Il Domenico Ru in tale oc casione avrebbe esclamato: «Que sta è l'ultima volta che mio fra tello mi fa un torto ». I II Ru negli interrogatori delle Idue ultime notti 6 caduto in. gra¬ vi contraddizioni, specialmente sul suo alibi. Egli la sera del delitto sarebbe rimasto In casa assorto fin dopo la mezzanòtte nella lettura di un giornale. Non sa però riferire neppure uno degli argomenti di cui si sarebbe interessato con tanta passione. La moglie sostiene che egli non ha visto il giornale, ma è rimasto nella stalla ad accudire le mucche. Infine, un operaio del Cotonificio Valle di Susa e qualche altra persona credono di averlo visto fuori casa non molto distante dal luogo dove fu compiuto il delitto. Sembra che questi testimoni si siano decisi a parlare soltanto dopo le accorate invocazioni del sacerdote. Il Ru, nonostante tutte le contestazioni, ha continuato a negare fino a tarda notte, ripetendo: «Voi fate un buco: io non ho ucciso mio fratello ». Intanto i carabinieri hanno già denunciato all'autorità giudiziaria numerose persone di Pugnetto per omesso soccorso e mancata denuncia a proposito dell'uccisione di Giovan Battista Ru. Costoro erano passati sulla tragica mulattiera e avevano scorto il cadavere senza poi farne parola con i carabinieri. c. n. " "Gioventù tedesca '53„ al Circolo Subalpino Al Circolo Subalpino ha parlato ieri sera il dott. Cesar Santelli, ispettore generale incaricato degli affari tedeschi presso il Ministero francese dell'Educazione nazionale. Tema: « Gioventù tedesca 1953». L'oratore ha illustrato i gravi problemi che l'attuale nuova generazione germanica deve risolvere per poter rientrare nell'ambito internazionale « Nessun rapporto esiste fra la gioventù tedesca uscita dalla guerra 1914-1918 — ha detto il dott. Santelli — e quella sopravissuta all'ultimo grande conflitto. L'attuale giovane generazione ha compreso che il mondo non è soltanto la Germania e che per risorgere degnamente le è necessario l'aiuto, fraterno e continuo, degli altri popoli. Quella tedesca è una gioventù che ha in sè le premesse per tornare a vivere nel pacifico consesso mondiale; a noi il dovere di alutare I giovani germanici a ritrovare l\ giusto cammino ». L'oratore è stato applaudito calorosaiflente dal folto uditorio.

Luoghi citati: Ceres, Germania, Mezzenile, Torino