Le nuove proposte di Tito hanno sorpreso Washington

Le nuove proposte di Tito hanno sorpreso Washington Le nuove proposte di Tito hanno sorpreso Washington Si cerca tuttavia di giungere ad una intesa per via diplomatica (Dal nostro corrispondente) Washington, 16 novembre. I corrispondenti americani da Belgrado, non si capisce bene se ignari di quel che sta avvenendo, o deliberatamente malevoli, scrivono che le . proposte di Tito sono così moderate, generose, responsabili e costruttive > da autorizzare la « fondata speranza » di una rapida convocazione della conferenza e di una sollecita soluzione negoziata della questione di Trieste. Il giudizio degli uffici responsabili è di ben diversa natura. Persino coloro che attribuiscono abitualmente al maresciallo Tito ed al Governo jugoslavo della buona intenzione ed a quello italiano la solita smodata voglia imperialista, sono costretti stamane ad ammettere che le proposte di Belgrado sembrano concepite apposta per rendere impossibile l'adesione italiana alla conferenza. In primo luogo, si osserva in questi ambienti del Dipartimento di Stato, Tito propone in sostanza di annettere tutto il T.L.T. concedendo all'Italia una sola enclave costituita dalla città di Trieste, in secondo luogo la sovranità italiana su questa dovrebbe essere soggetta a notevoli servitù internazionali. In terzo luogo, lungi dal dimostrare qualsiasi moderazione, la Jugoslavia dichiara sostanzialmente che se non si accoglieranno le sue tesi e se l'Italia insisterà nel riconoscimento del suo diritto sulla Zona A e su un negoziato per le città italiane della Zona B, le Potenze occidentali dovranno aspettarsi il peggio. E questo, in termini non diplomatici ma chiarissimi, è ricatto. Meglio ancora la ripetizione del ricatto già esercitato in passato e dopo la decisione dell'otto ottobre, avendo avuto successo allora, non si vede perchè Belgrado avrebbe dovuto rinunciar vi ora. I responsabili americani dicono che le nuove proposte jugoslave spostano ormai i termini degli ultimi negoziati diplomatici plurilaterali; si discuteva infatti, finora, sul modo di superare le pregiudiziali contrastanti italiane e jugoslave per la partecipazione ad una conferenza a cinque. Ora le proposte jugoslave non rappresene tano affatto un'apertura discutibile, ma la chiara manovra per rendere impossibile la adeEione italiana. Non si tratta più infatti di studiare e trovare il modo di consegnare la Zona A all'Italia e di avviare dtsnnaczlncmrOstnTcpcgtsdoiiiiniiiHiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiHiniiiiiiiimi conversazioni per la soluzione definitiva del problema relativo alla Zona B, ma semplicemente e categoricamente di imporre all'Italia l'acquiescenza allo smembramento della Zona A. Per tali motivi, sino a questa sera il Dipartimento di Stato non aveva ancora presentato nè al Governo nè alla locale ambasciata d'Italia alcuna richiesta relativa alla conferenza. Ciò non vuol dire però che la diplomazia alleata abbia rinunciato alla speranza di avvicinare i due punti di vista, almeno quel tanto da permettere la diramazione degli inviti. g- t. Tito parla dal balcone di Piazza della Repubblica a Belgrado gremita di folla. (Telefoto)