Da due anni la cercavano per dirle che era miliardaria

Da due anni la cercavano per dirle che era miliardaria La favolosa eredità della cameriera di Salerno Da due anni la cercavano per dirle che era miliardaria La vita povera e triste di Anna Pisiri ■ Suo figlio è andò in Questura per farsi arrestare, perchè non disoccupato: un giorno mangiava da tre giorni (Dal nostro inviato speciale) Salerno, 14 novembre. Con una comunicazione da Washington, l'avv. Nicholas J. Chase Wyatt ha riconfermato alla domestica Anna Pisiri che essa ha ereditato dallo zio materno Raffaele Garabise, mai conosciuto perchè cinturato 60 anni fa negli Stati Uniti, un patrimonio che le prime valutazioni giunte dall'America stimano intorno al miliardo di lire italiane. La palazzina dove si trova al lavoro la Pisiri è nel piazzale Principe Amedeo, detto < da Mutilati >. E' un edificio nuovo e al quarto piano vi abita il signor Giuseppe Gagliardi, ufficiale in pensione della Guar¬ iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii mimi ninnim dia di Finanza, attualmente proprietario di un negozio di tessuti, con la moglie Concetta e le quattro figliuole Pina, Anna Maria, Gabriella e Rosalba: queste le prime persone ad apprendere la sensazionale notizia e a festeggiare la loro cameriera che, essendo là da molti anni, è per esse come persona di famiglia. Dopo le presentazioni del legale della Pisiri, avv. Giuseppe De Angelis, la donna rac-1 conta la storia della sua vitaì che, finora — dice — ha conoscinto solo povertà e dolori. Nata in una famiglia di con- ! ladini 45 anni fa a Gesualdo, in provincia di Avellino, essa, appena giovanetto, si illuse di\ i luminili iinninniinnminiiniiinninninini 1 ì ! \ essere amata, da un signorotto di quelle campagne. Quando constatò la verità era ormai tardi e rovinata, perchè s'accorse che aspettava un bambino. Nè trovò comprensione presso i suoi parenti o compaesani. Da casa la scacciarono. Allora s'impiegò come domestica e il figlio, Armando nacque in una corsia dell'ospedale. Dopo, il bambino fu affidato a degli amici mentre lei, sempre come cameriera, trovò lavoro nel Nord, a Torino Strcsa e Novara. Poi s'ammalò e dovette accettare che il ragazzo venisse messo nel riformatorio (oggi si dice < casa di rieducazione >) di Santa Maria Capua Vetcre e, infine, adottato da una famiglia, i Landi cognome oggi rimastogli. Ri stabilitasi e ri/n-eso il servizio, cadde per la seconda volta in una delusioneIncontro un uomo che le fece credere di esser libero e di volerla sposare, ma si rivelò in seguito solo per un violento e uno sfruttatore, che le toglieva gli stentati guadagni. Nè fu tutto, che improvvisamente la Questura la chiamò ordinati dole di rientrare al suo paese. Era accaduto che l'uomo aveva moglie e questa, saputo delta relazione, aveva fatto una denuncia, Lei rientrò, dopo molti anni, a Gesualdo; ma lì le due sorelle sposate, Giuseppina e Vincenza, e il fratello Carlo, si rifiutarono persino di riceverla. Avendo appreso, per caso, dell'esistenza di uno zio in America, chiese il suo indi rizzo ma glielo negarono e solo una sua zia, Maria, sorella del Garabise, impietosita, glielo disse. Allora lei, che è analfabeta, gli fece scrivere una lettera disperata in cui narrava tutto il suo calvario, chiedendo aiuto. Ma risposta non ne venne Priva d'un pezzo di pane, si decise a rientrare a Salerno per lavorare e trovò un posto. Ma la Questura, informata del suo ritorno, l'arrestò per teon travrenzione al foglio di via obbligatorio » e la incarceri, Alla causa in Pretura la Pisiri non aveva neanche un ai vocato. Gliene fu dato uno di ufficio, l'attuale suo legale, De Angelis, che, toccato dal caso straziante, ottenne la revoca del provvedimento assumendola nella sua famiglia. E vi sarel>l>e rimasta senza la neces sita di un'operazione chirurgica, fattale con un atto generoso da un medico di Saler. j Successivamente dovette ancora trovare servizio e fu presa dai Gagliardi. La donila narra dell'odissea ,del legale e delle autorità a\mericane per rintracciarla do\po aver trovato il testamento fatto dallo zio che, non aven [do là parenti, ha voluto agi■■ re così certo spinto dalla co' scienza. Egli morì a Washington due anni fa e da al1 lora si sono iniziate le rieer\che. Fu posto persino sui vari giornali italiani un avviso con !c»i i consolati degli Stati Untiti chiedevano di lei o di chi sapesse di lei, perchè si preesentasse per riscuotere l'ere'-dita. E ciò in quanio a Gesualdo nessuno sapeva dove la donna si fosse diretta. Un telegramma fatto il J/t ot. tobre di quest'anno dalla nostra ambasciata a Washington, ad Avellino e a Salerno, ebbe esito più fortunato, e VII di questo mese un vigile urbano, Rugane, riuscì a rintracciarla Essa era in casa con la signorina Pina. Rimase intontita: il fatto le sembrava impossibile, appunto perchè vero. *Chc farò orai Innanzitutto — dice — acquisterò una casa in cui abitare con mio figlio ». Perchè il figlio, poco più che ventenne, si è sposato deve provvedere alla moglie Gianna e alla figlioletta Anita E nell'impassibilità, essendo disoccupato, si era recato quattro mesi in questura. « O mi danno del lavoro o mi impri\gionano », aveva detto. Mentre le guarriir Io spingevano fuori, cadde e si ferì. Allora, csaspe rato, si lanciò nell'ufficio del commissario u fracassò tutti i vetri. Avrebbero dovuto arrestarlo, ma ebbero la prova che da tre giorni erano digiuni lui, la mo glie e In bambina. « E' fame, disseto, e lo lasciarono libero i. Adesso — continua Anna Pisiri — *utto questo è finito. Poi aggiunge che ricam bierà tutte le buone azioni ricevutr f aiuterà anche i parenti di Gesualdo, benché non lo meritino. <E infine — dice — vivrò senza lavorare^ .si di rendita. Voglio vedere com'è ». Crescenzo Guarino Anna Pislrl brinda insieme alla famiglia che la ospita. (Tel.)