Incidenti per la lettura di un libro di Cadorna

Incidenti per la lettura di un libro di Cadorna UDIENZA BURRASCOSA AL PROCESSO CONTRO IL "MERIDIANO» Incidenti per la lettura di un libro di Cadorna La Difesa ha querelato per offese il generale - Un avvocalo minaccia di abbandonare la foga (Dal nostro invialo speciale! Milano, 12 novembre. Siamo rimasti ad una tesi della Difesa (avv. Dadea) secondo la quale II Meridiano d'Italia, avendo riprodotto fra- si di scritti già noti e dovuti jalla penna di eminenti uòmini|adella Resistenza, tra i quali il generale Cadorna, la diffamazione 4 se ve ne è una» è a tali scrìtti che dovrebbe essere imputata, non già al Servello e al Franzolin. Dichiarazione dell'impalato Durante l'esposizione di siffatta tesi, il generale Cadorna (teste) aveva accumulato nel suo animo tanta sdegnosa amarezza da non resistere — chiusa appena l'udienza — a riassumerla con la parola « sciagurati! ». A chi andava? E' ciò che gli avvocati della difesa hanno chiesto, nel putiferio verbale che ossa aveva scatenato. TI generale Cadorna avrebbe risposto: «A voi, agli altri, a chi vi pare! ». L'essenziale era che il giudizio restasse. La Difesa ha presa quella parola (più probabilmente impersonale) per sè, e stamane ha protestato presso il primo Presidente del Tribunale, ha protestato presso l'Ordine degli avvocati, con il presupposto di un oltraggio alla toga. Ha pure riscontrato in essa gli estremi di una querela da risolversi con una istruttorialampo, lasciando da parte la improcedibilità pratica contro il Cadorna, senatore, prima di interpellare il Senato per la relativa autorizzazione. E l'avv. Nencioni, difatti, presenta alla Corte una querela in tal senso. C'è una discreta elettricità nell'aula. L'avv. Nencioni non mira ad altro — egli specifica — che a salvare la dignità della toga per sua natura « immortificabile ». Ribatte l'avv. Greppi che la toga non è stata mortificata, non soltanto perchè nessuno le ha rivolta la parola, ma perchè l'udienza era già stata tolta La pubblica accusa parla di un « inutile salvataggio». Se ieri la parola «sciagurati!» non andò a verbale, ci vada pure oggi. Di tale verbale si faccia poi l'estratto relativo e accompagni la querela per via ordinaria. Cosi decide la Corte dopo quasi un'ora di permanenza in camera di consiglio, ed è richiamato in aula il generale Cadorna. Parla l'avv. Dadea. Ieri ha prospettato un « tema », è il momento di svolgerlo. Sappiamo già quale è questo tema: «Tutta la materia di pretesa diffamazione fu ricavata da scritti altrui ». L'avv. De Caro si oppone. Si oppone anche l'avv. Bacchetta (Pubblico Ministero) dichiarandosi « esterrefatto > nella sua qualità di giurista al pensiero di qualsiasi i tema ». « I temi si fanno a scuola, — egli dice — qui si accertano fatti ». Tra le battute che si incrociano, l'imputato Servello domanda di fare una dichiarazione. E' nel suo diritto. Egli dirà che gli apprezzamenti sulle relazioni tra Parri e i comunisti, che le gravi conseguenze verificatesi nelle file della Resistenza dopo l'arresto del Parri e molte altre circostanze pubblicate nel numero 20 del suo Meridiano sono tratti dal volume La riscossa del generale Cadorna. Siamo sempre al « tema » Dadea. Sul quale tema, l'avv. Valenzise (Difesa), pur qualificandolo « parola non tecnica, detta alla buona come farebbe un laico del Diritto », osserva che non vede le ragioni per le quali il Pubblico Ministero ne domanda la scomunica. Secondo lui si crea <■ un incidente per colpire il nulla La Corte si ritira per decidere sulla consistenza del bersaglio. Non lo trova e da ragione alla Difesa. 11 tema-Dadca. tecnico o laico che sia, è accettato. Però è tardi e la seduta è rinviata al pomeriggio Il teste Cadorna non ha potuto pronunciare una parola. Pomeriggio. Elettricità in aumento. La piccola aula è gremitissima, compreso il pretorio che dovrebbe essere riservato ad avvocati e giornalisti in- servizio. Tamalto verbale L'avv. Dadea comincia a svolgere il suo tema. Ha in mano il libro di Cadorna e legge a pagina 139: «Le posizioni generali assunte da Parri e Longo, i quali nel comando generale avevano assorbito tutte le funzioni essenziali... » Ava. De Caro — Mi oppongo, il teste ha già risposto ieri. Cadorna — Ho già risposto. Avv. Dadea (continuando a leggere) — •; ... le funzioni csBenziali: elementi questi che urtavano contro la concezione di un comandante apolitico quale proposto dal partito liberale e deliberato dal Governo Sud e dagli alleati ». Il teste con ferina'.' Cadorna — Ho già detto ieri che confermo tutto quello che ho scrino nel min libro dalla prima all'ultima paiola. L'avv. Dadea salta a leggere nelle pagine 180-161. dove si acenna all'atteggiamento di Parri nei confronti dei comunisti. L'avv. De Caro si oppone a queste letture, ma più egli si oppone e più l'avv. Dadea legge. Eccolo a pagina 201, 212: «Tutti i partiti millanta-vano credito sia per aumenta-"uó^0 mSiore difondi...». Il t=ste conferma? L'aw. De Caro continua ad esclamare: «Mi oppongo! Mi oppongo! >. Si incrociano grida dalle due parti. Si odono espressioni di questo genere: «E' ridicolo chiedere la conferma di una riga quando è confermato un libro in blocco >, «Avete paura, avete paura! >, < O si legge il libro dalla prima parola all'ultima o niente »• Finche si arriva a Parlare di monopoli, e nel mo¬ mento in cui l'avv. Dadea si attribuisce «il monopolio della serietà > la Corte si ritira lasciando impregiudicata ogni decisione ulteriore. Calmati gli animi, il Pubblico Ministero pi'ecisa che i testi devono essere interrogati su falli, non già indotti a pronunciare giudizi. L'avv. Dadea smetta quindi di leggere e formuli domande precise. Avv. Dadea A pagina 215... Nuovo piccolo tumulto verbale. Il Presidente batte un pugno sul tavolo, infine si ritira con la Corte per decidere se l'avv. Dadea può leggere o no. Dopo circa venti minuti la Corte è per il no. L'avv. Dadea non leggerà più. E però, considerandosi « nella impossibilità formale e sostanziale di adempiere al suo elementare dovere di difensore >, dichiara di abbandonare la toga « lasciando ai colleghi il compito di una difesa diventata oramai insostenibile >. L'avv. Nencioni domanda la parola. Interviene il Pubblico Ministero. Gli si dia pure la parola, ma egli prega il Presidente di voler impedire ciò che si avvicina oramai all'ostruzionismo con l'imporre un limite di tempo a tutti gli incidenti. Il Presidente aderisce, ma questo incidente non sarà molto più breve degli altri. Il Nencioni sostiene, con l'appoggio del collega Valenzise, che la lettura del libro Cadorna e di altri testi sarà indispensabile in tutto il seguito del dibattimento, a meno che non si voglia leggere un intero volume per fermarsi via via sui passi da discutere, come pei' pietre in cui si inciampi. La Corte si ritira di nuovo e concede let- Arduo compito. Ogni fatto pare intrecciarsi ad un giudizio, inoltre nessuno è nuovo e meno che meno nuovissimo dopo la deposizione di ieri. Ne derivano quindi altri battibecchi. Ora ad una domanda si oppone la difesa, ora la parte generale abbia voluto accusare il Parri di avere favorito qualche partito politico. L'avv. Nencioni si oppone. L'avv. De Caro corregge la sua domanda: «. Crede il Cadorna che Parri abbia tradito il movimento partigiano? >. Peggio c\ture parziali purché necessarie, a chiarimento di fatti. Ci si appresta quindi ad esaurire la testimonianza Cadorna, con\domande precise concernenti | fatti ». Alcune domande civile, ora il Pubblico Ministe- ro. Laboriosissima, è l'ultima. L'on. De Caro domanda se ill che peggio. Infine, dopo molti emendamenti, ai quali aderiscono l'avv, Greppi e il Pubblico Ministero, si domanda al Cadorna « se conosce fatti di favoritismo politico da parte del Parri >. Il generale Cadorna risponde nitidamente, con il tono abituale di '.utte le sue deposizioni: «No!>. Ed è finalmente libero. a a_

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