Il volto della città si trasforma

Il volto della città si trasforma VARIANTI APPORTATE AL REGOLAMENTO EDILIZIO Il volto della città si trasforma Le altezze massime delle costruzioni nelle varie zone in cui è stato suddiviso l'abitato Nella seduta del Consiglio comunale sono state deliberate le nuove norme edilizie, con le qual' si apportano modifiche alle varianti già approvate in precedenza (2 agosto 1950) al regolamento edilizio della città di Torino. Le norme sono state stabilite sulla base del parere espresso dal Consiglio superiore dei LL.PP., fin dall'aprile 1952. E' opportuno, a questo proposito, fare un po' di cronistoria dell'annosa pendenza relativa alla sistemazione edilizia torinese ili dicembre 1947 erano state deliberate delle deroghe temporanee al regolamento vigente; tali varianti erano state, come di dovere, sottoposte all'approvazione del Ministero dei LL.PP., il quale, nel marzo del 1950, le aveva restituite, rivelando, fra l'altro, che, per essere prese in considerazione, le deroghe avrebbero dovuto avere carattere definitivo. Su tale indicata strada si avviò, quindi, l'Amministrazione comunale che, 11 2 agosto di quell'anno (dopo che da vari mesi era stata aperta un'inchiesta sulle irregolarità attua, tesi, nelle < more >, nella città), approvò le varianti con ca'attere definitivo, le quali, sebbene costituissero, in massima, la riproduzione delle precedenti norme di carattere temporaneo, avevano, però, cura di tenere nel dovuto conto gli inconvenienti ed i pregiudizi determinati dalle irregolarità, nel frattempo, intervenute nelle costruzioni introducendo Idonee modifiche ed attenuazioni al precedente testo. Comunicati- le nuove norme progettate al Ministero dei LLPP., questo (come già da noi pubblicato il 18 luglio scorso su queste colonne), fece presente che esse, in linea di massima, potevano essere approvate con una differenziazione fra le varie zone di Torino, individuate come segue: zona centrale: delimitata a ponente dalla ferrovia di Milano a notte dagli assi dei corsi Regina Margherita e San Maurizio, a levante dal fiume Po, a giorno dagli assi delle vie San Pio V e Magenta; compresi, inoltre gli isolati situati tra le vie Nizza e Saluzzo, dalla via San Pio V al corso Marconi e quelli situati tra le vie Sacchi e Giovanni Camerana, dalla via Magenta alla via Legnano e fra la via Sacchi e la via San Secondo, dalla via Legnano al corso Sommeiller; zona oltre Po: comprendente tutto il territorio del Comune posto sulla sponda destra del Po; zona esterna: comprendente tutto il rimanente territorio del Comune; aree: formanti parte delle zone precedenti, ma soggette a vincoli speciali di fabbricazione (villini, palazzotti, ecc.) stabiliti dal vigente Piano Regolatore dai Piani di Ricostruzione, o, in forma contrattuale restrittiva, direttamente dal Comune. E' appunto sulla base di codesti criteri che si orientò la nuova deliberazione dell'Amministrazione comunale. Ci dobbiamo, quindi, compiacere che si sia, finalmente, venuti ad una sistemazione armonica e sistematica, tenendosi conte degli elementi che consigliano, nell'interesse urbanistico della città, non una indiscriminata, conforme disciplina, bensì una differenza di norme che consentisse un maggior rispetto agli interessi estetici igienici e sociali della città. Si tenne quindi, per ferme che la zona centrale non po tesse, in genere, consentire delle troppo cospicue elevazio ni di fabbricati, date le esi gonze dells linea architettonica generale e tradizionale e data la penuria delle cosiddette aree polmonari di «ver de». In proposito 11 Ministero dei LL.PP.. col voto anzi detto, ha testualmente dichia rato: «Che mentre un aumen to della densità edilizia si ri tiene possa essere ammesso per i quartieri periferici, non altrettanto appare accettabile per le zone centrali della città e per quelle a destra del Po: nelle zone centrali, per la opportunità di conservarne, per quanto possibile, inalterato il caratteristico ambiente, che si è consolidato in una secolare tradizione architettonica con tipi edilizi rispondenti in genere alle norme del Regolamento edilizio vigente; nelle zone in destra del Po, perchè il loro sviluppo collinare si inquadra in un aspetto paesistico che richiede una parti colare tutela ed uno sviluppo edilizio appropriato e speciale». Quanti alia zona periferica (che in realtà fn ancora parte del nucleo urbano cittadino) rtiiiiiiiiiiiiiiiiifjriiJiiTijiiiiiiittiiiiiiiiitiiiiitiMii è stata prevista una facoltà di maggior elevazione, armoniz. zata, però, con una congrua estensione di zone verdi di distanze, di un certo estetismo e completezza nei singoli isolati. Circa la zona collinare, resta ferma la subordinazione alle decisioni dell'autorità addetta alla tutela delle bellezze panoramiche e restano ferme, altresì, le disposizioni speciali che la situazione dei luoghi consiglia, anche nell'interesse dell'igiene, dell'economia dei servizi e dei rapporti di buon vicinato. Queste deliberazioni, che assicurano un trattamento sistematico di principio, dovranno essere integrate da ulteriori norme specifiche, riferentìsl asnzsgspmszfpiirsdnIIIIIIIMIIIIIIMIIimilimillllllllMIHIIIIIIIIIMMIIII alle altezze massime delle costruzioni ed al numero dei piani, nelle varie zone, in relazione all'art. 7 del D. M. 6 agosto 1951, avente forza di -egge, riguardante i plani di ricostruzione. Le deliberazioni prese e d8 prendere, lasciano, naturalmente, aperto l'adito ad un sensibile respiro per le tenden. ze moderne e per qualsiasi forma di utile impiego di capitale, ma anche nella loro inevitabile elasticità hanno già il grande vantaggio di assicurare, per l'avvenire, quella disciplina, la cui assenza aveva dato luogo a tante recriminazioni. Roberto Cravero IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIHM

Persone citate: Giovanni Camerana, Roberto Cravero, Sacchi

Luoghi citati: Magenta, Milano, Nizza, Saluzzo, San Pio, Torino