II carattere segreto di un popolo sentimentale di Enrico Altavilla

II carattere segreto di un popolo sentimentale ANEDDOTI DI VITA SPAGNOLA II carattere segreto di un popolo sentimentale Il giornalista in convento e le suore tra la malavita-Sfratto a suon di musica - Tra clero e politica Benavente non può più scrivere commedie - Unamuno: "Meglio essere africani di prima classe che europei di seconda,, - Non si perquisisce una signora a letto (Dal nostro inviato speciale) Toledo, novembre. Un giorno, Piero Saporiti, corrispondente di Time dalla Spagna, ha notizia che in un lontano monastero è stato scoperto un ritratto di Santa Teresa. Nel monastero vivono suore di clausura e Saporiti crede opportuno farsi accompagnare dalla moglie sperando che ella, come donna, possa ottenere il permesso di fotografare il quadro. A dorso di mulo raggiungono il convento, sulla gobba di una collina bernoccoluta, nel centro d'una Sierra arida e deserta. Paesaggio lunare; vento gejido e teso che fa mulinare la polvere. Bussano; presentano attraverso una grata la loro richiesta alla sorella portinaia che è, in una con la superiora, la sola monaca autorizzata a parlare con gli estranei; ■aspettano all'aperto la risposta. Dopo una mezz'ora la portinaia invita Saporiti a entrare; ma la moglie dovrà restare all'addiaccio. < Cosa vuole* — spiega la supcriora al giornalista. — Noi dobbiamo rispettare la regola di non ammettere estranei se non in circostanze straordinarie. Siamo tutte donne e quindi in grado di fare qualsiasi lavoro che una donna è avvezza a eseguire. Ma ci sono lavori pesanti per i quali è necessario l'intervento di un uomo; cosi abbiamo il precedente di falegnami giardinieri muratori che so710 entrati nel convento. Per lei possiamo fare un'eccezione; per sua moglie proprio no >. La vendetta di Ibanez Lo stesso Saporiti mi racconta che è stato pubblicalo questi giorni un romanzo postumo di Blasco Ibanez. E' il racconto, molto preciso, dei suoi a. ori con la moglie d'un colonnello cileno. Il libro era stato pubblicato, a spese dell'autore, dopo una lite fra gli ornanti: e Ibanez stava per distribuirlo ai librai quando apprese che il colonnello era morto. Si precipitò dall'amica, le chiede di sposarlo, e come dono di nozze bruciò sulla spiaggia di Valencia tutte le copie del libro. Tutte fuor che una, affidata a una casa editrice con l'intesa di pubblicare il romanzo venticinque anni dopo la morte dell'autore. La vedova del colonnello, ora ve- 1111 > 11 f I ! 111T111111111 i ] r 1111 f 111 f IM i 1111J111111L1111111 dova Ibanez, è però ancora in vita; e ai giornalisti che l'interrogano su alcune pagine calde e scabrose: < Altri tempi, — risponde — altri tempi >. Cesare A. Gullino, che durante la guerra civile è stato amico di Hemingway (<.L'ho rivisto giorni fa al Callecon dinanzi a una porzione gigantesca di cocido; ma com'è ingrassato... ■>) e di George Orwell. mi racconta che una mattina la polizia falangista fece irruzione nella camera dell'autore di 1984 e della Fattoria degli animali. Orwell si stava vestendo, sua moglie era ancora a letto. Per due ore consecutive i poliziotti misero a soqquadro la camera nella speranza di trovare documenti compromettenti; buttarono all'aria il contenuto dei cassetti; tagliarono le fodere dei vestiti; obbligarono Orwell a seguirli nella stanza da bagno e a denudarsi; strapparono la carte dalle pareti. Non trovarono nulla c se ne andarono senza aver osato frugare nel letto dove la signora aveva continuato placidamente la lettura del suo ro manzo. Ho narrato questi tre episodi, e altri vorrei raccontarne, perchè sono più utili di una dissertazione per comprendere il carattere segreto di questo popolo orgoglioso ma sentimentale, sciovinista ma cavalleresco, pigro ma fanatico che dopo aver vissuto tanti anni con le spalle ai Pirenei cerca ora di volgere la faccia all'Europa cui rimprovera di aver abbandonato la Spagna. Ma la Spagna non fa parte del nostro continente soltanto, è un tertium quid tra Africa ed Europa. « Salute, africani*, disse Miguel de Unamuno agli ani' i che erano andati alla stazione per salutarlo quando egli partì per Salamanca dov'era stato nominato rettore dell'Università. E aggiunse: € Meglio essere africani di prima classe, che europei di seconda classe >. A Salamanca mi trovavo sabato 10 ottobre; il giorno seguente doveva essere celebrato il settecentesimo genetliaco dell'Università. Nel programma dei festeggiamenti erano comprese l'inaugurazione di un museo nella casa natale di Unamuno' e una visita alla tomba del filosofo. Ma la mattina di quel sabato il vescovo di Salamanca fece affiggere un manifesto in cui deplorava le eresie di Unamuno; 2'oche ore dopo fu annunciato che il « museo Unamuno > era staio ribattezzato in c Casa rectoral > e che la visita alla tomba era stata tolta dal program ma. Il silenzio del vescovo L'indomani arrivarono gli ospiti stranieri: il rettore dell'Università di Padova con il suo ermellino bianco, il < Magnificus > di Amburgo con la stola azzurra, il decano della Sorbonne con la cappa color oro antico, il < first master* di Oxford con il mantello scarlatto, i rettori di Harvard e di Princeton con le code e la cravatta bianca. Tutti andarono in pellegrinaggio alla tomba c alla casa natale del filosofo; tutti, durante la cerimonia nell'aula magna, iniziarono i discorsi in latino con l'elogio di don Miguel. Al coro si associò, ultimo, il rettore magnifico dell'Università di Madrid. Petro Entralgo, per esaltare < il maestro che sarà ricordalo quando noi saremo scomparsi >. Seduto in prima fila tra le autorità, il volto serrato fra le mani e t «orniti puntati sulle gambe, il vescovo di Salamanca soffriva in silenzio. Non si dicono cose nuove parlando dell'intransigenza dell'alto cirri spagnolo, ma al vescovo di Siviglia clic ha proibito il ballo nella sita diocesi si contrappone don An- gcl Herrera Doria, il combattivo vescovo di Malaga che ha organizzato una scuola per sacerdoti dove vengono illustrati i problemi, sociali; e se il Pontefice darà partita vinta ai < preti ope- ! rai > francesi contro i loro cardinali, don Doria, che è I un dìttico giornalista, si pròpone a sua volta di mandare dei sacerdoti a lavorare \ nelle fabbriche. Dolcezza francescana C'è, sì, il tremendo cardinal Segura, la cui ultima enciclica contro la lussuria sembra scritta da Torquemada (al sindacò di Siviglia, che andò a Roma per protestare contro l'intransigenza del suo cardinale, un attissimo I prelato vaticano rispose: j r. Speriamo nella Provvidenza divinai); ma c'è anche il vescovo di Valencia che '• minaccia di far scomunicare gli industriali che sfruttano gli operai. E e" è il serafico cardinale Play Daniel che, addolorato dai danni apportati ai tetti delle chiese dalle cicogne^ ha invitato i curati a scacciare gli uccelli, aggiungendo con dolcezza francescana: < Afa senza usar violenza a queste creature del Signore ». E ci sono le c piccole sorelle di Gesù >, le monacelle che hanno avuto il coraggio di entrare nel quartiere della < Bumba » (la bomba), la c corte dei miracoli » di Madrid, senza luce senza fognature senza alberi, lutto capanne e caverne, dove nessun poliziotto osa mettere piede; e abitano fra mendicanti ladri zingari assassini prostitute con il cui aiuto hanno costruito una chiesetta fatta di sassi, ma spaziosa, nella quale potranno ricondurre ai Sacramenti molte anime perdute il giorno in cui un sacerdote madrileno avrà il fegato di andare a dir Messa nella « Bumba ». E ci sono los hermanos de la misericordia i frati che vivono nei cimiteri dove hanno fatto voto di restare fino al giorno in cui verrà il loro turno di prendere posto in una delle tombe che adesso curano. In Spagna non si conosce culto o amore per i defunti; i cimiteri sono squallidi, spesso infestati da sciacalli umani: è consuetudine tagliare con una lametta da rasoio i vestiti dei morti per impedire che vengano rubati. Ecco perchè gli spagnoli sono sempre dietro i loro preti: ora con i ceri, ora con le latte di benzina. Si indignano quando sentono che, dopo aver costruito un grande albergo per i turisti stranieri, il governo ha permesso che venga trasformato in seminario; si entusiasmano quando apprendono che il primate di Spagna ha consentito a Fra José Moijen, un famoso attore che aveva preso la tonaca il 1936, di uscire dal suo monastero di clausura per dirigere e interpretare la pellicola < Portico de gloria ». Altro fatto del giorno nel campo degli spettacoli: la prima rappresentazione, contemporanea in tre teatri, delle tre ultime commedie di Jacinto Benavente che a ottantasette anni ancora domina incontrastato il teatro spagnolo. Lo incontrai in un bar della Gran Via di Madrid, famoso per la sua collezione di 6100 bottiglie di liquori differenti. Era circondato da un gruppo di aflcionados ai quali declamava: < Non posso parlare di politica, gli argomenti religiosi sono tabù, di adulterio è vietato oc¬ cuparsi; sta proprio diventando difficile scrivere commedie nuove ». Aggiungerò infine il ricordo, a Granada, di una canzonetta suonala e strillata da un'orchestra gitana istallata al terzo piano del palazzo dove ha sede il < Banco de Bilbao ». La canzonetta, suonata otto ore il giorno, è da i molte settimane sempre la | stessa: c Tengo una vaca le: chcra ». Gli zingari vengono : stipendiati dal .duca Francii sco Lopez Luque, padrone del palazzo, nella speranza dì costringere i dirigenti della 1 banca a pagargli una pigione ; maggiore per i locali dei pri| mi due piani. Cederanno i ' banchieri o si stancherà don j Lopez Luquet I cittadini di Granada stanno a guardare, scommettendo, e sarebbero ■ tutti pronti a parteggiare per ■ il duca se egli si decidesse a rendere più variato il pro- '■ gramma del concerto, Enrico Altavilla