Clamoroso fallimento d'un agricoltore che commerciava in biancheria per signora

Clamoroso fallimento d'un agricoltore che commerciava in biancheria per signora Clamoroso fallimento d'un agricoltore che commerciava in biancheria per signora Aveva seminalo milioni e raccolto credili inesigibili - Al momento del sequestro scoppia una scenala In questi giorni il nostro Tribunale ha pronunciato dichiararazione di fallimento nel confronti di una ditta proprietaria di un magazzino di biancheria intima per signora. Cosi fra camiciole e mutandine di pizzo hanno fatto la loro comparsa le carte bollate degli ufficiali giudiziari. Un anno e mezzo fa giungeva dal Veneto a Torino un giovanotto di 29 anni, Giovanni Rippa, il quale sino ad allora si era dedicato alla cura di appczzamenti di terreno lasciatigli dal padre. Stanco di far l'agricoltore aveva pensato di darsi agli affari e, indirizzato da alcuni amici, aveva scelto Torino, considerando la città particolarmente favorevole ad iniziative commerciali. Quasi subito incontrava in un caffè di Porta Palazzo il quarantottenne Saverio Ferteri il quale gli proponeva un « eccellente affare»: divenire il proprietario di un avviatissimo magazzeno di biancheria intima per signora. Il magazzeno era sito nel pressi di corso Francia e faceva tutto uno con l'alloggio della proprietaria signora Margherita Frossini. L'accordo veniva presto raggiunto e il Rippa sborsava qualche milione. Nei contratto era inclusa una clausola secondo cui la signora Frossini avrebbe continuato ad abitare nello etesso « alloggio-magazzeno ». Nei primi tempi le cose sembravano proce dere a gonfie vele. Della ditta il Ferteri era diventato l'amministrttore. Gli affari parevano cosi buoni che 11 Rippa prendeva moglie e si stabiliva non lontano dal magazzeno. Ma poi il vento benigno cambiava. Il Rippa non aveva la necessaria esperienza, dal canto suo il Ferteri combinava tali irregolarità da essere arrestato e tradotto alle Nuove per una serie di truffe. La situazione era diventata pesante. Molta della merce esistente nel magazzeno finiva al Monte di Pietà onde pagare i debiti più urgenti. Da ultimo il Rippa si vedeva costretto a chiedere il fallimento della ditta. Com'è naturale il Tribunale procedeva ad un inventario della merce rimasta nel magazzeno. Ieri il curatore, in compagnia del Rippa, della moglie di costui, e di un cancelliere del Tribunale, si recava nel magazzeno. Qui il curatore elencava mobili e scaffali che facevano parte dell'ufficio della ditta e scopriva in un armadio parecchie mutandine e sottovesti e in più un cappotto nuovo fiammante per signora di grande valore. A questo punto interveniva con energia la signora Frossini avvertendo che il cappotto era stato da lei confezionato per conto della moglie del Rippa e si opponeva quindi a che fosse sequestrato dichiarando che prima le doveva essere corrisposto l'elevato prezzo. Replicava vivacemente la moglie del Rippa e fra le due donne in breve si scatenava una lite furibonda. Nessuno le poteva trattenere. Esse si lanciavano l'una contro l'altra graffiandosi e strappandosi i capelli. Il curatore, un noto professionista della nostra città, tentava di intrometterei, ma si buscava profonde unghiate alle mani. Ad un tratto la Frossini, esasperata, afferrava un paio di forbici e avventatasi sul cappotto lo lacerava in modo irreparabile e poi lo scaraventava sul pianerottolo. Indi cominciava ad eseguire 11 lancio di tutti gli oggetti che le capitavano sottomano. Il baccano era tale che accorrevano gl'inquilini dello stabile. Entrambe le donne si sono recate in farmacia a farsi medicare. E' probabile che l'incidente abbia un seguito in Pretura.

Persone citate: Giovanni Rippa, Rippa, Saverio Ferteri

Luoghi citati: Torino, Veneto