L'ex-gerarca Passerone alla Corte d'Assise di Cuneo

L'ex-gerarca Passerone alla Corte d'Assise di Cuneo IL PROCESSO DELLE OMBRE L'ex-gerarca Passerone alla Corte d'Assise di Cuneo (Dal nostro inviato speciale) Cuneo, 19 ottobre. Giovanni Passerone, detto «terrore del Monferrato », è comparso oggi davanti alla Corte d'Assise di Cuneo per rispondere della imputazione di avere organizzato squadre fasciste che compirono devastazioni e violenze. I fatti si svolsero nel periodo tra il 1920 e il 1922. Più di trent'anni sono quindi trascorsi e il reato sarebbe stato prescritto se non fosse intervenuta la legge del 1944 a mantenerlo in stato di punibilità. Nel 1920 Passerone era appena tornalo dalla guerra; girava per Casale in divisa di ardito con il petto coperto di decorazioni militari, tra cui due medaglie d'argento e una di bronzo. Era un ragazzo aitante, con una gran chioma leonina, facile all'entusiasmo e all'ira; usava farsi vedere sovente a cavallo o con un mastino al guinzaglio: un eroe», dannunziano, insomma. Oggi, dopo avere percorso rapidamente i gradi della milizia fino a divenire luogotenente generale in Africa Orientale, egli è un uomo dalle spalle un po' curve, con il volto segnato: e la chioma da nera e leonina si è fatta bianca e rada. Trent'anni sono molti ed hanno influito non solo sull'imputato, ma anche sui testimoni. Molti sono morti, altri sono risultati irreperibili; altri ancora hanno dichiarato di non ricordare che molto vagamente come si svolsero i fatti. Questi, comunque, sono ek-ncati con precisione in un volume — « Storia della rivoluzione fascista»;, del Chlurco —, scritto con intendimenti apologetici, ma che ora riveste un preciso catattere di accusa. Risulta da tale narrazion»-. ed anche dalle indagini condotte a suo tempo dai carabinieri e dalla Questura di Casale, che il Passerone partecipò attivamente a spedizioni punitive, devastando le Camere del lavoro di Asti, Novara. Trecate, Magenta, con qualche puntata anche a Biella e a Torino; che diede alle fiamme case e cascine di iscritti a partiti d; sinistra: che bastonò alcune I persone, inaugurando, fra l'altro, come arma offensiva e difensiva Ila frusta da carrettiere, e terroriz; zando la zona, lanto che a distan| za di trent'anni il processo astato postato per legittima suspicione Ida Casale*a Cuneo! ] Il Passerone nega ogni addebi¬ to. Venne più volte insultato ed aggredito: si limitò a difendersi. Non organizzò squadre d'azione, anzi a Casale — dice — non vi erano praticamente squadre punitive, bensì nuclei di giovani che di quando in quando si riunivano per le eventuali operazioni. Nè i testi, in sostanza, sono in grado di smentire le sue affermazioni: gli anni che li hanno resi un po' curvi, un po' grinzosi, hanno evidenti mente coperto di polvere la loro ni'-moria. Categorici, invece, i testi a difesa, e fra questi alcune persone assai note: l'avv. Caire, podestà di Casale; l'avv. Dardano, sindaco della stessa città dopo la Liberazione; il prof. Venesio: tutti concordi nell'affermare che se il Passerone si faceva notare, era solo per le sue numerose decorazioni. I veri organizzatori delle squadracce erano altri — dicono — : e sono stati detti i nomi di molte persone che ora sono morte. E' questo, insomma, 11 processo delle ombre. Nè maggiore luce si è fatta per il caso Governa: un fatto doppiamente tragico, indice di tutta un'epoca. Nel luglio 1922 venne ucciso a rivoltellate un gerarca fascista di Mombello, Ardingo Biginelli; per rappresaglia, nello stesso giorno, i fnsristi uccisero a Villadeati con diversi colpi di pistola ii comunista Giuseppe Boario, consigliere provinciale di Casale. Un uomo delle squadre di Passerone è imputato dell'assassinio: Felice Governa, ora Irreperibile. Ma mentre non si trova un teste che lo accusi con precisione, altri ve ne sono che dichiarano che in quel giorno il Governa si trattenne fino a sera a Casale. Di fronte a questa doppia situazione, non si poteva che trarne le conclusioni che il P. M. Bianco ha espresso nella sua lucida umanissima arringa: venga confermata la colpevolezza del Passerone. anche se il reato è estinto per amnistia, e si assolva il Governa per insufficienza dì prove. Domattina si avranno le arringhe dell'avv. Muftì, per il Passerone, e degli avvocati Ferrari di Novara e Badini Confalonieri, entrambi per il Governa. Si presume che la Corte (pres. Baretti. cancelliere Romano» «metterà la sentenza nelle prime ore del pomeriggio. a. m.