Professionismo ciclistico e prove di campionato
Professionismo ciclistico e prove di campionatoProfessionismo ciclistico e prove di campionat psnn - o a , o : e - : , , . n a a e a a o e a ; . l loro Case, nel modo più conve niente ai loro interessi». l'ungi. 15 ottobre, (b. ) Il verdetto pronunciato contro Coppi dai diligenti dell'U.V.I. continua ad essere commentato mollo sfavorevolmente dai tecnici e giornalisti francesi, intervistato su questo argomento, Autonin Magne, il noto direttore sportivo ed ex grande campione, ha dichiarato: « Un corridore professionista non ha conti da rendere a nessuno sulla sua attivila in corsa, all'infuori della Casa chv lo paga. Nessuno può avere il diritto di punire un suo abbandono o un cattivo rendimento. D'altra parie, nessuno è qualiticato a giudicare lo stalo di fatica di un concorrente, che è libero di interrompere la propria azione quando, a proprio iudizio, questa diventa »no sforzo pregiudizievole per il tisico. Gli italiani dimenticano un po' troppo presto quanto ha fatto Coppi per il loro ciclismo ». Alberto De 'Welter sull'« Equipe » approlitta inoltre dell'affare Coppi-U. V.I. per far conoscere ina le sia il punto di vista francese sulla formula del campionato italiano in cinque prove, formula che è appunto all'origine del dissenso. Scrive De Wetter: >* L'affare Coppi dovrebbe far rifiettere i dirigenti dell'U.V.I. Con le loro cinque prove valide per il campionato d'Italia — il solo in Europa che sia disputato con questa formula — essi bloccano il'calendario ciclistico internazionale, ostacolando i liberi scambi fra nazioni e sabotando, sia pure senza volerlo, una quantità di possibili iniziative. Che l'Italia voglia restare fedele alla sua forjmula, questo rientra nel suo diritto, ma è nostro diritto segnalare quale ostacolo questa concezione rappresenti per l'organizzazione del ciclismo europeo, e quanto essa limiti la libertà dei corridori professionisti, i quali devono essere liberi di esercitare il loro mestiere, nell'ambito, bene inteso, dell'accordo con le
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